Articolo di Vanessa Pia Turco
Il libro “La Mano Nera” di Stephan Talty ha davvero affascinato il grande divo di Hollywood Leonardo Di Caprio che ne ha acquistato i diritti per la produzione di un film che sarà incentrato sulla storia del coraggioso poliziotto italo-americano Joe Petrosino, ucciso dalla mafia il 12 marzo 1909 in piazza Marina a Palermo. Il film sarà prodotto e distribuito da Leonardo Di Caprio e dalla Paramount Pictures Corporation, una delle più importanti case cinematografiche degli Stati Uniti d’America, per rendere un omaggio prezioso ad un uomo valoroso molto abile nel difendere i più deboli dalla violenza e dall’illegalità.
In occasione di una premiazione fatta a Stephan Talty all’Assemblea Regionale di Palermo la giornalista e pittrice Vanessa Pia Turco decide di incontrare lo scrittore per fare una breve intervista sulla nascita del suo nuovo libro “The Black Hand” e chiede: “Come mai ha voluto narrare una storia così impegnativa incentrata su Cosa Nostra? Stephan Talty risponde: ”Ho amato da subito la figura e la storia di questo grande uomo, Joe Petrosino, un poliziotto che amava il suo lavoro e che combatteva il crimine in ogni sua forma. Poi – prosegue – la sua figura mi ha da subito affascinato per il temperamento forte e perché da immigrato ha saputo inserirsi in un paese nuovo, in via di sviluppo dove circolavano anche parecchi pregiudizi verso gli stranieri poveri e poco istruiti che arrivavano in America in cerca di fortuna. Vanessa chiede ancora allo scrittore: “Come descriverebbe la personalità di questo pioniere della legalità? Stephan risponde: “Lo apprezzo per la notevole intelligenza e la prontezza nell’agire ma soprattutto per lo zelo che dimostrava sempre e comunque nel proteggere le persone più indifese da ricatti, omicidi ed estorsioni. Il mio libro – prosegue – sottolinea alcuni aspetti salienti della personalità di Joe Petrosino come la passione per l’ordine e la giustizia, la profonda onestà ed uno sconfinato coraggio che possiamo ravvisare solo in personaggi come Giovanni Falcone o Paolo Borsellino, due eroi caduti nella difesa dei diritti dei più deboli”. “Data la circostanza – conclude Vanessa Pia Turco – ne approfitto per farle una donazione, un quadro che s’intitola “Hammam” e che secondo me può portare più bellezza e amore in un mondo fatto spesso di brutture e sofferenze”.
Joe Petrosino con la sua famiglia era emigrato a New York da Padula, un piccolo paese in provincia di Salerno, alla fine dell’Ottocento e lì era riuscito ben presto a inserirsi nell’ambiente. Divenne grazie alla sua professionalità e alle sue doti innate di simpatia e lealtà un Ufficiale nella NY Police, divenendo amico perfino di Theodore Roosevelt (prima assessore di polizia di NY, poi presidente degli Stati Uniti) e del tenore Enrico Caruso a cui salvò la vita il 23 novembre del 1903 da una bomba inserita nel cofano dell’automobile. Joe Petrosino, chiamato anche lo “Sherlock Holmes” italiano, tuttavia termina la sua carriera quando viene inviato in Sicilia per effettuare delle indagini sulle prime connessioni tra la mafia italiana e quella siciliana. Queste indagini purtroppo culmineranno nella tragica morte del poliziotto nel 1909. Da ricordare infine una frase di uno dei suoi tanti ammiratori e cioè Theodore Roosvelt, futuro presidente degli Stati Uniti e Premio Nobel per la Pace che diceva di lui: “Petrosino è nato poliziotto e non sa cosa sia la paura”.