Per chi non lo sapesse, a Padova, esiste un’ associazione culturale ed ambientalista di voga alla veneta fondata a Padova nel 1980: Gli Amissi del Piovego.
Punto di ritrovo per le iniziative culturali (tutela e valorizzazione di tutto il sistema fluviale padovano; studio biologico-naturalistico ma anche storico della civiltà veneta delle acque dei suoi strumenti e dei suoi monumenti ),e sportivo-ricreative (gestione e valorizzazione della golena comunale di San Massimo al fine della diffusione della voga sportiva ed amatoriale alla veneta),è Golena San Prosdocimo (detta San Massimo).
Situata tra le mura cinquecentesche di Padova, la Golena è lo spazio storico-ricreativo per molti cittadini, ma ancora tuttavia, o per fortuna, da parecchi non è troppo conosciuto.
Il percorso fluviale procede lungo il canale Piovego, tra Bastione Portello vecchio e Castelnuovo.
Ci si può abbandonare ad un paesaggio con definite caratteristiche di pianura e antropizzato,
in una prospettiva insolita dall’acqua, che coglie il viaggiatore quasi di sorpresa, costretto ad abbandonare schemi mentali usuali, quasi ad entrare nel mistero di un silenzio arboreo, in cui auto e passanti, visti dal basso, appaiono attori persi in un mondo estraneo.
Da sempre l’acqua fa parte della storia della città, circoscritta tra il fiume Brenta a nord e il Bacchiglione a sud, in antichità punto di collegamento commerciale fra Venezia e l’entroterra padovano e vicentino.
il traffico fluviale proveniente da Vicenza e dai Colli Euganei attraversava la città, gli antichi ponti, le pregevoli riviere, e, attraverso la Conca di Navigazione delle Porte Contarine, inserite nella cinta muraria del centro storico di Padova, si immetteva nel canale Piovego.
Questo che collega Padova a Venezia, è stato completato nel 1209.
Attraverso il Piovego le famiglie nobili e ricche, risalivano il Naviglio Interno e raggiungevano le loro tenute e i Castelli lungo la Riviera Euganea.
Già nel 1900, a causa delle piene che sommergevano la città e anche per il declino della navigazione commerciale, iniziò una sistemazione delle risorse delle acque che portò ad un graduale interramento dei canali della città stessa; il suo apice fu negli anni ’50 con l’interramento di parte del Naviglio Interno.
Dal 1995 è iniziata la navigazione del Piovego con piccole imbarcazioni e, negli anni ’90, con le prime motonavi.
Nel marzo del 2000 sono finiti i lavori di recupero della Conca di navigazione delle Porte Contarine, è stata riportata alla luce la banchina in trachite da cui ha inizio una delle passeggiate più fascinose tra i canali interni della città, lungo le antiche mura rinascimentali e i suoi poderosi e imponenti bastioni.
Ma è a questo punto della nostra chiacchierata che ci chiediamo perché essere trasportati da un vogatore rispettoso della voga veneta quando potremmo fare un giro per la città in motonave.
E’ pur vero che i canali stretti hanno costretto questi “angeli” dell’acqua a scegliere la tecnica di una voga in piedi per migliorare la visuale e la manovrabilità, oltre a quella di una voga asimmetrica, per ingombrare il meno possibile.
“Condurre una barca a remi vogando alla veneziana, più comunemente detta alla veneta, per
estensione geografica e per sfumature “topologiche” è immergersi nella storia dell’uomo.
L’origine che risale ai tempi antichi, il contesto delle acque basse, le esigenze di manovra flessibile
hanno formato ed evoluto tecnica ed attrezzature, oltre che maturato l’esperienza dei vogatori.
Per cominciare prendiamo in esame la posizione del vogatore: in piedi dentro o sulla poppa della
barca, fronte, busto e corpo rivolti alla direzione. Una straordinaria opportunità per vedere il mondo
dal centro del bacino fluviale. Un esercizio di equilibrio e di dominazione degli elementi naturali.
Sembra di camminare sull’acqua!” (Maurizio Ulliana, Presidente Amissi del Piovego)
Ma dove vogliamo mettere allora la prospettiva di chi ha la grazia di essere trasportato in un modo così inusuale?
Si procede in un viaggio mentale oltre che fisico, il tuo corpo e tu divenite acqua e ramo, scorza d’albero; le case, mangiate dall’acqua, appaiono in piena sintonia con la musica del silenzio, del canto degli uccelli, le visioni magiche di una gallinella d’acqua si allineano con volute di sogno e pace.
Questa città ha case d’acqua mangiate.
Entrarvi da barche a metà mattino,
darsena gli occhi e approdo. Tutto allarga,
alberi e fiori di terrazze, a luglio.
Tutto fantasma sul canale, scompare.
Liquidi i corpi, liquide le menti,
vanno con l’ala destra del colombo.
Tu già crescevi in lui palpebra veggente.