NAPOLI (E NON SOLO): CRIMINALITÀ GIOVANILE IN SALITA

Di giorno in giorno si affaccia sempre di più alla ribalta la delinquenza minorile. La crisi economica, il lavoro che scarseggia, probabilmente anche l’occhio disattento di una politica “distratta”, il cancro del disagio sociale alimentano notevolmente la crescita della malvivenza. Sono tante le cause che provocano tale grave problema. Dato per scontato che nessuno ha la bacchetta magica per mutare il male in bene, secondo me la prima cosa da affrontare sarebbe il “risanamento” di quelle famiglie poco attente alla buona formazione dei propri figli. Immediatamente dopo c’è la scuola e soprattutto la frequenza scolastica. Per dare una svolta a tanta tragedia sarebbe indispensabile un perfetto connubio proprio tra scuola e famiglia. Sicuramente è un impegno difficile ma se non si riuscirà a fare entrare nell’animo di questi giovani il desiderio di cultura, Napoli e tutte le altre città insidiate da questo cancro continueranno a stare in ginocchio e ogni speranza di rinascita verrà vanificata. Il ruolo cruciale ce l’hanno la famiglia e la scuola. Il compito importante della politica è quello di aiutare i genitori affinché comprendano quanto sia indispensabile per i propri figli frequentare regolarmente le lezioni. La scuola, da parte sua, deve formare docenti che siano all’altezza del proprio compito. Illegalità e assenza di positivi punti di riferimento culturale sono a discapito di una gioventù che precipita nel baratro dell’ignoranza e si trova nell’anticamera della criminalità. È la cultura il più prezioso dei “carburanti” per dare ali d’aquila ai pensieri e alle azioni. L’ignoranza produce soltanto rovina. Violenza, pistole e coltelli danno solo un effimero senso di falsa onnipotenza. Gli adulti lo devono comprendere e devono contribuire a rinverdire nuove speranze per i giovani spronandoli a “mirare alto!”