Nella mattinata odierna, i Finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, in prosecuzione delle attività svolte il 2 e l’11 dicembre scorso unitamente al Ros dell’Arma dei Carabinieri, la cosiddetta operazione ‘Mondo di mezzo’, hanno eseguito il sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile a Cristiano Guarnera. Il nuovo provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale di Roma, a seguito di richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, eseguito da parte del Gico del Nucleo di polizia tributaria della Capitale, riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale, ivi comprese le disponibilità finanziarie, della Edilizia Piera, con sede a Roma, in via Jorini 13; Immobiliare Torre Argentata costruzioni, con sede a Roma, in viale Parioli 76; Verdepamphili, con sede a Roma, in viale Parioli 76; I.G.M.A. costruzioni, con sede a Roma, in via Ventotene 18; Gruppo immobiliare Universo, con sede a Roma, in via Zara 23; il 52% del capitale sociale della Devil custom cycles, con sede a Roma, operante nel settore della manutenzione e riparazione di veicoli; 181 unità immobiliari (178 immobili e 3 terreni), a Roma, Sacrofano, Mentana, Villaricca (Na) e Pordenone; 1 imbarcazione da diporto, modello Maxim 45, di 14,54 metri; 10 auto/motoveicoli; disponibilità finanziarie, intestate a Guarnera e terzi interessati. Il tutto per un valore di stima pari a circa 100.000.000 di euro.
In seno all’associazione ‘Mafia Capitale’, facente capo a Massimo Carminati, la figura di Guarnera si è nel tempo evoluta, trasformandosi da imprenditore colluso ad imprenditore mafioso, affiliandosi al gruppo criminale e divenendo parte integrante dell’associazione stessa, mettendo a disposizione dell’organizzazione le proprie imprese nel settore dell’edilizia. Nel dettaglio, proprio grazie all’intervento di Carminati, alcune delle imprese riconducibili a Guarnera – oggi in sequestro – sono state coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di emergenza abitativa, promosso dall’amministrazione capitolina, in cui, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi.
Fonte: «Agenzia Dire»; «www.dire.it»