Thursday, February 20, 2025

L’imponente invasione

Articolo e fotografie di Patrizia Di Franco

Gigantesche figure campeggiano su numerosi billboards disseminati in varie zone della città. L’annuncio, evidenziato a caratteri cubitali, di una massiccia invasione nel capoluogo pugliese, calamita l’attenzione generale. Nel mare magnum di fake news e infodemia, chiarezza e verità sono dovute, pertanto sveliamo subito che non si tratta della comparsa di misteriose creature aliene, robot e androidi, cyborg, e neppure riguarda esseri umani, Völkerwanderung (migrazioni di popoli), bensì esemplari dell’Era Mesozoica (cosiddetta Era dei rettili), tra 230 e 65 milioni di anni fa, protagonisti della meravigliosa mostra internazionale “Dinosaur Invasion”.

Palesata con efficacia dai maxi e accattivanti advertising boards, l’esposizione sui dinosauri animatronici ha saputo ammaliare oltre un milione di visitatori nel mondo, in splendide capitali, e metropoli, tra cui Londra, Helsinki, Basilea, Tel Aviv, Lussemburgo, Roma. Per la prima volta a Bari, è visitabile fino al 23 marzo.  Un affascinante “Jurassik Park” dal vero e a distanza ravvicinata, un allestimento prezioso che riproduce un universo preistorico abitato da dinosauri a grandezza naturale, con movimenti e suoni fortemente realistici per mezzo della tecnologia Animatronics.

Clicca sull’immagine per vedere il video filmato da Patrizia Di Franco

Nuova Fiera del Levante ha ospitato, nel padiglione 20, ingresso Giuseppe Verdi, queste mastodontiche e affascinanti riproduzioni, offrendo un viaggio nella “macchina del tempo” di forte impatto, davvero coinvolgente. Eccelso il livello di qualità e accuratezza giacché ogni dinosauro è stato realizzato con la supervisione di paleontologi di fama internazionale per garantirne precisione storica e scientifica. “Dinosaur invasion” regala un’esperienza immersiva emozionante e memorabile, è storia, scienze naturali, cultura, divertissement, ed è per tutte le età. Un viaggio a ritroso nel tempo sì, ma in sospensione “magica” tra il presente, hic et nunc, e il remoto passato, in una sorta di thin place, di sconfinato interregno, di spazio temporale e fisico in cui non si è totalmente in un luogo né del tutto in un altro, però si crea alla fine questa surreale fusione tra l’oggi e milioni di anni orsono. Un progetto ben riuscito di edutainment (intrattenimento educativo, e didattico). Istruire, educare, divertendo. Imparare dall’osservazione, e anche dalla lettura delle schede tecniche, scoprendo (o riscoprendo) Triassico, Giurassico, Cretaceo, le ere geologiche di questi straordinari animali.

Il termine dinosauro fu coniato dal paleontologo Richard Owen, nel 1842, e la definizione, il nome composto, nacque dall’unione dell’aggettivo greco δεινός (“deinos” terrificante) e della parola σαῦρος (“sauros” lucertola).  I dinosauri, un gruppo di sauropsidi dipsidi diversificati, fecero la loro comparsa durante il Triassico superiore, nel supercontinente Gondwana (attuale America Meridionale). Erbivori (sauropodomorfi) o carnivori (teropodi), presentavano dimensioni, modus operandi, forme, molto differenti. Due i grandi ordini: Saurischi (“bacino da lucertola”) rettili Diapsidi Arcosauri, e Ornitischi (esclusivamente erbivori), dotati di aculei, spine, corazze, a difesa dei predatori. Il più grande erbivoro a noi noto era il Brachiosauro.  La differenza primaria tra i due gruppi era ravvisabile nella conformazione di due coppie di ossa del bacino, il pube e l’ischio: negli Ornitischi le coppie di ossa puntavano all’indietro, nei Saurischi esse erano rivolte in avanti. I Saurischi avevano delle ossa del bacino più simili a quelle dei rettili, invece gli Ornitischi le avevano più simili a quelle degli uccelli.

Velociraptor

L’itinerario della mostra è strutturato in una serie di ambienti dalla magnifica scenografia, atti a ricreare l’habitat naturale dei dinosauri. All’entrata, nella location dedicata, l’immediata apparizione è di scheletri e fossili; di lì a poco si viene accolti all’ingresso e “fagocitati” dall’enorme bocca di un T-Rex, e… comincia l’avventura.  La prima conoscenza ravvicinata avviene con il Velociraptor (“rapace veloce”), divenuto celeberrimo protagonista di varie pellicole hollywoodiane, forse tra i più noti dinosauri anche per tale motivo. Predatore molto agile, di piccole dimensioni, carnivoro, un metro e mezzo di altezza, poteva pesare dai 50 ai 90 chili, misurava quasi 3 metri di lunghezza con una coda rigida, lunghissima, girevole soltanto a destra e a sinistra che usava come timone. Il Velociraptor possedeva arti inferiori possenti e scattanti che gli consentivano di effettuare grandi balzi e brevi scatti. L’attività di caccia era attiva grazie pure all’ottimo metabolismo, al riscaldamento corporeo facilitato da piume su tutto il corpo, e penne sia sugli arti superiori che alla sommità del capo. Il pluripremiato e vincitore di tre premi Oscar, “Jurassic Park”, diretto da Steven Spielberg, e basato sul  libro omonimo di Michael Crichton, fece riscoprire  la storia dei dinosauri, grazie anche alla consulenza scientifica del paleontologo statunitense John Robert Horner. Nella pellicola, a cui si deve la paternità di altri sei sequel tra cui “Il mondo perduto-Jurassic Park”, “Jurassic World”, e il recente “Jurassic World-La Rinascita”, spicca proprio questo “ladro veloce”, rapace carnivoro.

Pachycephalosaurus

GallimimusIl Pachycephalosaurus  (“lucertola dal cranio spesso”) era alto 3 metri, con una lunghezza di 8 metri e un peso di 1-2 tonnellate, appartenente all’ordine degli Ornitischi, quindi erbivoro, vissuto durante il Cretaceo superiore. La sua calotta a cupola era sormontata da protuberanze ossee, il cranio era utilizzato a difesa del proprio territorio, per incutere paura, per caricare e mettere in fuga i nemici. Infatti, alla stessa stregua dei montoni, questi esemplari prendevano una rincorsa per attaccarsi in maniera veemente a colpi di testate, oppure combattevano testa contro testa per affermare la propria supremazia. La protezione corazzata sul cranio simile a un casco era spessa 25 centimetri.

Il Gallimimus (“imitatore di galli”, “finto gallo”) era un teropode veloce, agile bipede corridore che ci rammenta i moderni struzzi, con tibie e metatarsi molto sviluppati. Tra gli animali più veloci della sua Era, paragonabile a un ghepardo poteva raggiungere e superare i 60 Km orari, battendo di gran lunga il Velociraptor che raggiungeva al massimo i 36 Km/orari.

Stegosaurus

Dello Stegosaurus (“rettile con le piastre”, alto 4 metri e dalla stazza considerevole (2 tonnellate di peso), colpiscono le piastre sul dorso, incredibile medium per la regolazione della temperatura corporea, e la testa piccola in confronto al corpo, con un cervello ancora più piccolo di essa (delle dimensioni di una prugna), ragion per cui fu etichettato come uno dei vertebrati più stupidi di tutti i tempi.

Lufengosaurus

Un animale molto particolare era il Lufengosaurus, dal cranio allungato, tra i più antichi dinosauri della Cina, provvisto di arti posteriori lunghi e forti, con arti anteriori più corti, pertanto è probabile che potesse camminare su tutti e quattro gli arti, o anche in posizione eretta soltanto sugli arti posteriori.

Platesaurus

Circa 214-204 milioni di anni fa viveva, in quella che oggi è l’Europa, il Plateosaurus, i cui resti di scheletro sono stati rinvenuti in Germania, Francia, Svizzera. Un grande artiglio ricurvo all’estremità del pollice gli serviva per raccogliere le foglie di piante e alberi, mentre il piede era digitigrade (camminava sulle dita). Lungo il collo flessibile, piccola la testa, numerosi e taglienti i denti. Pare che fosse in grado di camminare sui quattro arti, oppure di rizzarsi in quelli posteriori per  brucare le foglie dai rami. La storia tassonomica di Plateosaurus è stata un groviglio confuso, un elenco quasi infinito di nomi, finché, dal 2011, sono state riconosciute come valide solamente due specie: Palteosaurus engelhardti, e Gracilis.

Tyrannosaurus Rex

Tutt’altro che gracile era il temibile, e per noi celeberrimo, Tyrannosaurus (“Re lucertola tiranna”) alias T-rex. Protagonista di videogames, pellicole cinematografiche, documentari, a dispetto della sua figura mastodontica (2,6 tonnellate di peso) era davvero agile, dal cranio abnorme, e lo erano ancora di più le sue mascelle. Alto più di 6 metri per 10-13 metri di lunghezza, carnivoro, possedeva una potenza di morso di ben quattro volte superiore a quella di un leone, i suoi denti lunghi e affilati potevano raggiungere i 20 centimetri di lunghezza.

Triceratops

Erbivoro era invece il Triceratops; dal nome si può evincere la sua peculiarità: aveva tre corna, la più piccola al centro della fronte, le più grandi vicino agli occhi, erano affilate e lunghe anche fino a 1 metro. L’utilizzo delle corna era duplice, sia come strumento di difesa che di attacco durante i combattimenti tra maschi. Il suo più accanito predatore e acerrimo nemico era il T-Rex.

Diplodocus

Tra i dinosauri più veloci figuravano gli Ornithomimidae, dagli arti posteriori lunghi e potenti, dal collo lungo e sottile, grandi occhi, fauci prive dei denti ma con il becco. Uno dei dinosauri con la coda più lunga, ben 15 metri, era il Diplodocus, alto 6 metri, lungo 50 metri, con un peso di 30 tonnellate. Le altre caratteristiche di questa enorme creatura erano il cranio di forma anomala e le vertebre della coda provviste di un doppio fascio osseo.

Trodoon

Lillipuziano a confronto del Diplodocus era il Trodoon (“dente che ferisce”, per i denti aguzzi, seghettati e ricurvi), alto quasi 1 metro e di appena 50 chili. Il Trodoon era un predatore bipede, veloce e molto agile, con zampe munite di un artiglio a forma di falce e mani artigliate anch’esse con il primo dito opponibile agli altri due. Un essere molto interessante per le sue doti psicofisiche tra cui grandi occhi e vista acuta per la caccia notturna e, soprattutto, il cervello molto grande e sviluppato. Se non fosse avvenuta la sua estinzione si sarebbe potuto evolvere in un animale molto intelligente: le sue abilità e la sua intelligenza sono state paragonate a quelle di un delfino da alcuni scienziati.

Brachiosaurus

Di aspetto effettivamente particolare e appariscente, era il Brachiosaurus (“rettile con le braccia”), alto 13 metri, lungo 26 metri per un peso di 35-45 tonnellate, dal collo teso e rivolto verso l’alto simile a quello di una giraffa, e con le zampe anteriori più lunghe di quelle posteriori. Molto ingordo e famelico poteva mangiare fino a 182 Kg di cibo al dì.

Pterosaurus

Il Pterosaurus (“lucertola alata”), altro protagonista di movies, libri, cartoni animati, fu il primo vertebrato a sviluppare la capacità e l’abilità del volo. Scoperto, nel 1784, dallo scienziato, filosofo e naturalista fiorentino Cosimo Alessandro Collini, venne identificato erroneamente come animale marino che usava le ali come pinne. La parte principale delle ali era costituita da una membrana di pelle e muscoli estesa dalle quattro dita fino agli arti posteriori.

Carnotaurus

Massiccio “toro mangiatore di carne” è il significato del nome di un predatore sui generis ovvero il Carnotaurus. La singolarità che lo contraddistingueva e differenziava dagli altri “fratelli” carnivori erano le due protuberanze sul cranio e sporgenti sugli occhi davvero somiglianti alle corna del toro.

Spinosaurus e Velociraptor

Dalla Terra ai fondali marini, il primo dinosauro in grado di nuotare potrebbe essere stato lo Spinosaurus, lungo 12 metri e alto 4 metri, il più grande e spettacolare dei suoi “omologhi” carnivori, simili ai coccodrilli per le mascelle, il cranio allungato e stretto, e le narici vicino agli occhi che consentivano di respirare nel muoversi a fior d’acqua. Spine dorsali alte e lunghe costituivano la cosiddetta “vela”, atta alla termoregolazione regolazione della temperatura corporea.

Allosaurus

La “lucertola diversa”, Allosaurus, comparabile alle attuali tigri per la tecnica di caccia all’agguato, era in grado di ferire la preda a più riprese, per mezzo dei suoi denti come coltelli da carne.

Baryonyx

A distinguersi dalla maggior parte dei teropodi era il Baryonyx walkeri (“artiglio pesante”) per i denti seghettati, il collo lungo quasi dritto, e le zampe molto forti. I primi fossili di questi straordinari animali furono scoperti in Cina nel IV secolo, descritti però come resti fossili di draghi. Soltanto nel 1824 si verificò la svolta risolutiva, quando il paleontologo, geologo inglese William Buckland seppe individuare una lucertola grandissima e carnivora, il Megolosaurus, il primo e imponente (900 chili di peso) “sauro”, bipede carnivoro, descritto ufficialmente, vissuto circa 155-170 milioni di anni fa, divenuto una vera e propria icona della paleontologia. Fu da allora che i dinosauri cominciarono a essere studiati come un gruppo estinto di rettili giganti. Tra le 5 grandi estinzioni che hanno interessato la biosfera negli ultimi 700 milioni di anni, 3 sono state importantissime per la comparsa, l’esistenza, e la scomparsa dei dinosauri: estinzione al passaggio tra il Paleozoico (25 milioni di anni fa) e il Mesozoico; estinzione alla fine del Triassico (201 milioni di anni fa); estinzione alla fine del Cretaceo (65-66 milioni di anni fa).

La sparizione dei “Rettili giganti” probabilmente è stata causata dall’impatto di un asteroide di 10 km di diametro, al largo degli Oceani, in America centrale per l’esattezza. Terribili le conseguenze di tale calamità naturale e tragico evento: una violenta onda di energia ex abrupto, nei territori nel raggio di 150 Km dal punto di impatto; un immane tsunami sulle coste; oscuramento del cielo e diminuzione dell’irradiamento solare; aumento di polvere nell’atmosfera, e svariati cambiamenti climatici su scala planetaria ai quali non ci si poté adattare. Corsi e ricorsi storici” affermerebbe il filosofo e storico Giambattista Vico per ammonire soprattutto i governanti mondiali (ma anche ogni singolo cittadino). Il cambiamento e la crisi climatica, il riscaldamento globale, l’effetto serra, sono problematiche attuali e importantissime, da affrontare in maniera seria ed efficace, quanto prima. Eventi estremi, terremoti, alluvioni, incendi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Tutto ciò ci dovrebbe fare riflettere, e correre ai ripari, agire, per non rischiare che l’umanità si estingua come i nostri predecessori dinosauri, nel loro caso, a differenza dell’uomo, incolpevoli e non responsabili di quanto accaduto.

Ciro

Tra le vittime di accadimenti tragici figura anche Scipionyx samniticus, uno dei più giovani teropodi (deceduto solo pochi giorni dopo essere uscito dal guscio, con la fontanella aperta, ancora visibile nel cranio), e più piccoli al mondo (poco più di 50 centimetri di lunghezza, e 200 grammi di peso). Scipionyx samniticus, noto con il soprannome giornalistico di “Ciro”, vissuto in Italia, circa 110 milioni di anni fa, nel Cretaceo inferiore. Ciro: il dinosauro meglio conservato al mondo. Perfino i suoi organi interni, con parti di trachea, di fegato, esofago, muscoli, vasi sanguigni, e anche a livello sia cellulare che subcellulare, sono fossilizzati in maniera straordinaria. Ciro è stato il primo teropode scoperto in Italia dal compianto veronese Giovanni Todesco. Il piccolo dinosauro fu rinvenuto in Campania, a Petraroja (Benevento). Deceduto pochi giorni dopo la sua nascita, probabilmente perse la vita intrappolato e seppellito dai fanghi calcarei, sul fondo del mare di Petraroja. Nel 1998 fu riconosciuto come uno dei fossili più significativi e importanti nella storia della paleontologia. “Nature”, tra le più antiche (1869) e pregevoli riviste scientifiche, gli dedicò la copertina per il suo eccellente stato di conservazione. Il fossile di Ciro fu esposto, nella mostra Dino Expo 2023, in Giappone, nel Museo nazionale della natura e delle scienze di Tokyo.

Sabbia per giovani palentologi

A scavare nella sabbia, alla ricerca di fossili, in un’area gioco della mostra “Dinosaur Invasion”, bambini di ogni età, “provetti paleontologi”, che imparano e sperimentano, divertendosi, negli spazi a loro riservati e dedicati all’apprendimento pratico. Il touchwall interattivo offre attività divertenti e originali di gioco e intrattenimento per bimbi e adolescenti (ma anche adulti forever young inside).  Il percorso, della durata di circa un’ora (ma ci si intrattiene volentieri più a lungo), è organizzato in una serie di postazioni, “isole” che ricreano l’habitat naturale dei dinosauri, con schede tecniche, e pannelli espositivi di approfondimento, sulla biologia e il comportamento, sulle ere geologiche, sulle caratteristiche di erbivori e carnivori. Per l’apprendimento e il divertimento anche degli adulti, sono disponibili postazioni di realtà virtuale, guide audio/video (il progetto è prodotto da Cube Comunicazione e Time4fun, specializzati in eventi di endutainment, mostre interattive e innovative) per un’esperienza memorabile, una mostra dai contenuti immersivi e interattivi.

GALLERIA

“Dinosaur invasion” è così ben fatta ed entusiasmante che fa desiderare, e merita, una seconda visita. L’esposizione può e dovrebbe servire anche da monito nell’ abbandonare l’egocentrica e arrogante opinione/presunzione di superiorità dell’uomo sulla specie animale, e la smania di predominio sulla Natura e Pacha Mama. Il ritrovamento di Megalosauro, nel 1824, fu uno shock, una “rivoluzione” nella comunità scientifica di quell’epoca, fu la nascita del “Tempo profondo”, l’immensa lunghezza temporale delle trasformazioni naturali, delle evoluzioni (ed estinzioni come nel caso dei dinosauri) la rivelazione sbalorditiva della storia della vita sulla meravigliosa Terra, la sua potenza e superiorità, il suo inestimabile valore.

Patrizia Di Franco
Patrizia Di Franco
Patrizia Di Franco, è nata a Torino, e lavorato a Roma. Giornalista iscritta all'Albo Professionale Nazionale (dal 1992) , con certificati dei trienni FPC. Moltissime Testate per cui ha scritto: regionali, nazionali, scientifiche, bilingui, quotidiani, periodici. A Roma: giornalista a "Italia Radio" nazionale; Direttrice di"Zeus" per anni, formatrice, docente di giornalismo e comunicazione di base. Docente di Comunicazione efficace, PNL, linguistica carismatica, psicologia, empowerment for women. Poetessa, saggio, poesie, racconti, pubblicati, premi nazionali e internazionali. Certificata Addetta Stampa Agenzia"Brizzi", Roma. Photoreporter. Poliglotta. Stilista ("Accademia di Roma"; "Accademia Internazionale di Alta Moda e del Costume "Koefia" Roma). Certificazione in:"Biologico, alimentazione naturale, fitoterapia". Pittrice. Ambientalista, ecologista, animalista, vegetariana, sportiva. Attivista:diritti umani;libertà di stampa;contro violenze di genere.

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