Come si può dimenticare uno dei compositori che hanno fatto la storia della musica di tutti i tempi?
Nel 175° anniversario della nascita, tracciamo un breve profilo del compositore per onorare la sua memoria e le sue opere più importanti che hanno fatto, e fanno ancora oggi, la Storia della Musica.
Petr Il’ic Čajkovskij, scritto anche Chaikovsky, Chaikovskii o Tschaikowsky ( nome e cognome anglicizzato come Peter Ilich Tchaikovsky) nato il 25 aprile 1840 a Votkinsk ( Russia) , morto il 25 ottobre del 1893 a San Pietroburgo, è il più popolare compositore russo di tutti i tempi. La sua musica ha sempre avuto grande richiamo per il grande pubblico in virtù delle sue melodie cantabili a cuore aperto, armonie impressionanti e colorate, pittoresca orchestrazione, i quali evocano una profonda risposta emotiva.
La sua opera comprende: 7 sinfonie, 11 opere, 3 balletti , 5 suite, 3 concerti per pianoforte, un concerto per violino, 11 aperture (in senso stretto, 3 aperture e 8 opere orchestrali programmatiche in un movimento), 4 cantate, 20 opere corali, 3 quartetti d’archi , un sestetto d’archi, e più di 100 canzoni e pezzi per pianoforte, tra cui la famosissima “Mignon”.
Petr Il’ic Čajkovskij (1840-1893) è uno dei più fecondi compositori russi del secondo Ottocento e anche uno dei più noti a livello internazionale.
Čajkovskij fu il diretto antagonista del “dilettantismo” e quindi del “Gruppo dei Cinque”; fu subito molto legato alle istituzioni, studiando al Conservatorio di San Pietroburgo, per poi salire in cattedra come professore di Armonia e Contrappunto al Conservatorio di Mosca, che all’epoca era di tendenza filo occidentale; in alcuni dei suoi lavori, nonostante fosse molto influenzato da quella tendenza, si riscontrano anche i caratteri del linguaggio tipicamente russo.
Compose per ogni genere, dal profano al sacro, allo strumentale sinfonico e da camera. Compone anche sinfonie e poemi sinfonici, tra i quali spiccano Francesca da Rimini del 1876 e Romeo e Giulietta del 1880. Scrisse inoltre, tre concerti per pianoforte e un concerto per violino e orchestra.
Čajkovskij subisce molto le influenze di Beethoven e Liszt, e soprattutto di quest’ultimo, per la trasformazione costante dei temi all’interno del movimento, per esempio dallo staccato al legato e viceversa, riproponendoli poi con caratteri diversi di tempo.
Nel primo movimento in forma sonata della Quarta sinfonia in fa min. op.36 del 1878, e precisamente il primo tema Moderato con anima, è un chiaro esempio di ciò.
Ma il genio di Čajkovskij ha lasciato il segno specialmente nei tre celebri balletti sinfonici: Il lago dei Cigni del 1877, La bella addormentata nel bosco del 1890 e Lo Schiaccianoci del 1892.
Con questi lavori, Čajkovskij ha riabilitato la musica del balletto d’arte, dove la musica non diviene un semplice accompagnamento alla danza, ma bensì un elemento attivo e integrante della coreografia.
In precedenza, soltanto il francese Léo Delibes (1836-1891) si era addentrato nell’impegno artistico compositivo musicale di un certo livello per i balletti.
Il balletto entra dunque nelle corti, ed in particolar modo in quelle degli zar, dei granduchi e, di conseguenza, nel secondo Ottocento la capitale del balletto divenne proprio San Pietroburgo. A contribuire a questo successo fu anche il grande coreografo Marius Petipa (1819-1910), il quale collaborò con Čajkovskij per Lo Schiaccianoci e per La bella addormentata nel bosco.
Le musiche per questi balletti si distinguono per il lirismo dei temi ed anche per l’eleganza del disegno ritmico. Čajkovskij fu un orchestratore immaginoso, inserendo la celesta nella Danza della Fata Confetto; in nessun altro paese d’Europa, il nazionalismo musicale assunse un livello maggiore di intensità quanto in Russia.
Il periodo successivo alla partenza di Čajkovskij da Mosca si dimostrò creativamente molto produttivo. All’inizio del 1878 termina alcune delle sue più famose composizioni: l’opera Evgenij Onegin, la Sinfonia n ° 4 in fa minore e il Concerto per violino in re maggiore. Dal dicembre del 1878 all’agosto 1879 lavora per il teatro lirico La Pulzella d’Orleans, nel quale non è particolarmente ben accolto. Nel corso dei successivi 10 anni, Čajkovskij porta a termine le sue opere Mazepa (1883, sulla base di Poltava di Aleksandr Pushkin) e The Enchantress (1887), così come le sinfonie magistrali Manfred (1885) e la Sinfonia n ° 5 in mi minore (1888). I suoi altri grandi successi di questo periodo comprendono la Serenata per archi in do maggiore, Op.48 (1880), Capriccio Italien (1880) e l’Ouverture 1812 (1880).
Čajkovskij ha saputo esprimere l’anima della Russia romantica nelle sue composizioni che, ancora oggi, suscitano nel pubblico irripetibili ed uniche emozioni.