Friday, November 22, 2024

La voce del romanticismo vista da Salvatore Margarone e Mara Paci

Di Federico Scatamburlo

Un recital elegante quello di domenica 7 gennaio 2018,  presso l’Oratorio di S. Cecilia per il S. Giacomo Festival di Bologna.

Il duo Mara Paci (soprano) e Salvatore Margarone (pianoforte), ha eseguito un programma complesso, esaltando il Romanticismo musicale iniziando con dei Lieder di F. Liszt, R. Wagner, P. I. Čajkovskij e R. Strauss, per proseguire, nella seconda parte del recital, con un repertorio tutto italiano che partiva con due liriche da camera di  G. Verdi e tre di F.P. Tosti, proseguendo con altrettanti compositori dell’opera lirica per eccellenza: A. Ponchielli e F.  Cilea, concludendo con l’ Aida di G. Verdi.

Salvatore Margarone, che ricordiamo è anche scrittore, musicologo e giornalista, ha introdotto con una breve ma efficace presentazione, molto gradita dal pubblico, i brani della prima parte del recital, dove gli artisti si sono impegnati in un repertorio liederistico, oggi ormai raro, specie in Italia, che ha riportato alla luce delle pagine musicali di straordinaria bellezza.

Un viaggio che ha portato gli uditori dalla Germania all’Ungheria, dalla Russia all’Italia, attraversando così l’Ottocento europeo, legato da quel sentimentalismo di cui sono imperniate le musiche che abbiamo ascoltato.

Il soprano ferrarese Mara Paci era a suo agio nella vocalità dei brani: bello il colore vocale e potente la voce, ricca di armonici che hanno inondato l’intera sala. Molto interessante l’interpretazione di Pace mio dio, dalla “Forza del Destino” di G. Verdi, in cui ha sfoggiato l’estensione notevole della sua voce e regalato al pubblico emozioni sfociate in un lungo e fragoroso applauso finale.

Molto elegante il pianista, Salvatore Margarone, con un tocco squillante e profondo, sicuro in tutte le sfumature necessarie, che si è distinto per la passione che metteva in ogni singolo suono che produceva al pianoforte. Non è stato il solito pianista accompagnatore, che si limita a suonare una riduzione per pianoforte dall’orchestra, ma ha ricreato invece le sonorità insite della partitura con variegate sfumature timbriche, rievocando così gli strumenti orchestrali, seguendo perfettamente il canto e  i fiati necessari, senza lasciare nulla al caso e respirando con la cantante.

Ulteriore sorpresa la sua esecuzione da solista della Polacca op. 26 n.1, dove ha sfoggiato padronanza tecnica e passione in uno Chopin personale ma non scontato.

Per ascoltare il brano, cliccate sull’immagine.

Per ascoltare il brano, cliccate sull’immagine.

 

 

 

 

 

Abbiamo incontrato gli artisti dopo il recital ed abbiamo fatto loro alcune domande a cui hanno volentieri risposto. Le proponiamo di seguito:

Mara, le sue impressioni a concerto appena terminato?
Serata magica! Si, ero molto rilassata e mi sentivo a mio agio. Questo è molto importante quando si canta in pubblico; il canto non è cosa semplice, è un’alchimia che nasce dentro di noi, uno strumento che non possiamo vedere né toccare, quindi è complesso spiegare in poche parole quello che proviamo. Poi con un pianista come Salvatore Margarone, non si può non stare tranquilli! (ride).
Studio con lui da un paio di anni, e devo dire che la mia voce sta cambiando: è più pulita, faccio meno fatica in alcune cose ed affronto meglio i vari repertori che mi propone. Mi fa studiare molta liederistica, cosa che prima di conoscerlo guardavo solo a distanza, invece con lui mi è tutto semplice, ed oggi in ogni recital che proponiamo mettiamo sempre qualche Lied.

Salvatore, stasera ci hai sorpreso con una esecuzione fuori programma; ci racconti un pò?
Beh, in genere non suono da solista, ma questa volta ho voluto suonare un brano per il pubblico, e a questa Polacca di Chopin sono molto affezionato, mi ricorda gli anni di studio, i concorsi, ecc…Certo, inserita in un programma come quello di questa sera ha trovato la sua giusta collocazione, un excursus dell’ottocento, il Romanticismo, quindi ho pensato, quale miglior compositore romantico, se non Chopin, si poteva proporre?

I tuoi prossimi impegni?
Sono diversi, adesso un periodo pausa, poi riprendo lo studio per un incisione dei Lieder di R. Strauss per la Da Vinci Classic di Osaka (Giappone); nei prossimi mesi dei concerti, e poi non voglio svelare altro… (ride) sarà una sorpresa!

Grazie per il tempo che ci avete regalato ed ancora complimenti per la splendida serata.

Federico Scatamburlo
Federico Scatamburlo
Nato in provincia di Venezia nel 1965, fin da giovane coltiva intimamente la passione per la musica classica, accostandosi al mondo dei teatri e delle rappresentazioni liriche. Da allora scopre un particolare gusto per i virtuosismi vocali, per il bel canto in generale, rendendosi conto suo malgrado di avere un “orecchio” particolarmente attento per questo tipo di esibizioni. Il suo ambito artistico spazia, oltre che alla lirica, anche nell’arte e nella fotografia.

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