Tuesday, December 24, 2024

La Traviata: La Fenice di Venezia ripropone la sua produzione moderna

di Salvatore Margarone e Federico Scatamburlo

Nessuna particolare novità ci si aspettava da La Traviata andata in scena venerdì 8 aprile 2016 al Gran Teatro La Fenice di Venezia: più o meno consapevoli dello spettacolo a cui avremmo assistito, ci siamo recati in Teatro per ascoltare le nuove voci proposte nel cast di questa stagione.
Giovani gli interpreti dei due ruoli principali, Francesca Dotto, Violetta, e Ismael Jordi, Alfredo, più rodato invece Germont interpretato da Luca Grassi.

Luca Grassi
Luca Grassi

Avevamo già conosciuto la voce di Francesca Dotto al suo esordio, qualche anno fa, al Concorso Lirico Iris Adami Corradetti, e già allora eravamo sicuri che le doti di questa giovane interprete sarebbero state apprezzate da un pubblico più ampio da lì a breve. Infatti, già l’anno successivo al Concorso Corradetti, la Dotto calcava i palcoscenici dei teatri italiani debuttando proprio in Traviata.

Lidea_Violetta 1
Franceca Dotto (Violetta)

In questa serata d’aprile si è rivelata capace di sostenere un ruolo molto complesso sia per vocalità che per drammaticità, in quanto per cantare Violetta non basta avere “una voce” ma bensì “quattro” insieme: sono necessarie infatti agilità, estensione, voce di petto ed una calda voce lirica, il tutto accompagnato, come in questo caso,  da un ottima presenza fisica e scenica.
Sicura sul palcoscenico, Francesca Dotto affronta il ruolo con sicurezza e disinvoltura, senza mai avere incertezze né sceniche né vocali: la sua voce è pronta, risponde a qualsiasi sollecitazione richiesta, con omogeneità di registro e senza mai risultare sgraziata o urlata sugli acuti.
Bellissimi i filati di questa “prima donna”, sempre ben poggiati e che risolve con i giusti portamenti di voce, senza mai uno striscio.

Ismael Jordi (Alfredo) e Luca Grassi (Germont)
Ismael Jordi (Alfredo) e Luca Grassi (Germont)

Un po’ deludente invece l’Alfredo di Ismael Jordi, che è ben dotato di prestanza fisica e di voce, ma quest’ultima risulta un po’ nasale sugli acuti per tutta l’intera opera. A parer nostro non è un ruolo che gli si addice, in quanto vocalmente non riesce a rendere la liricità di Alfredo: per la sua vocalità lo riteniamo molto più adatto a Donizetti. Discutibili anche alcune scelte vocali nell’utilizzare il falsetto anziché le mezze voci, peggiorando il tutto. All’ascolto ci è sembrato che spingesse sempre la voce, tanto che questa risultava più aspra che morbida. Peccato, lo avevamo ascoltato in altre opere, come appunto in Donizetti, dove ci aveva lasciato una buona impressione, ma evidentemente la scelta del repertorio deve essere sempre ben ponderata (o consigliata).
Buona la performance di Luca Grassi che regala uno Germont maturo e sicuro, che il pubblico gradisce  rispondendo con calorosi applausi a questo artista.

Ismael Jordi e Francesca Dotto
Ismael Jordi e Francesca Dotto

Forse un po’ freddo all’inizio, si è poi riscattato sfoggiando una vocalità calda e profonda che ben identifica il ruolo del “padre”, e raggiungendo il suo apice nell’aria “Di Provenza, il mar, il suol…”.
Il resto del cast non ci ha entusiasmato in particolar modo, da Gastone con la voce di Iorio Zennaro, Flora e Annina interpretate rispettivamente da Elisabetta Martorana e Sabrina Vianello, al barone Douphol, che inizialmente doveva essere interpretato da Armando Gabba, ma per indisposizione dello stesso è stato sostituito da William Corrò. Forse solo Il Dottor Grenvill, nelle poche frasi che canta nell’opera, ha lasciato un segno con la sua bellissima voce di basso, rotonda e ben puntata, appartenente al giovane Francesco Milanese.

Il maestro Nello Santi
Il maestro Nello Santi

La bacchetta è in mano a Nello Santi, che dirige l’intera opera a memoria rispettando fedelmente la partitura originale, ma, com’é nel suo stile, con tempi un po’ troppo dilatati, risultando così un po’ frammentata nell’insieme e mancante di quel “nerbo” e “tensione” che invece deve esserci in Traviata, rendendo più difficile anche la parte vocale che ha necessitato di qualche respiro in più del dovuto.
Scene e costumi di Patrick Kinmonth e regia di Robert Carsen completano questa produzione, non nuova per Venezia, che potrebbe funzionare nel suo insieme, anche se sinceramente non siamo riusciti a identificare un periodo storico ben preciso dello svolgimento dell’opera.
Traviata è forse una delle poche opere che si presta, per il contenuto, ad essere spostata temporalmente, ma in questo caso, forse, manca proprio una precisa idea, o volontà, di inquadramento storico e di immagine. Di sicuro sono più credibili i classici costumi ottocenteschi, che rivelino lo sfarzo in cui è ambientata la maggior parte dell’opera, e quadri d’insieme che facciano meglio intuire le varie scene e gli ambienti previsti dal libretto.

Ismael Jordi (Alfredo)
Ismael Jordi (Alfredo)

Assai improbabile (e anche un po’ di cattivo gusto) la scena del coro “Noi siamo zingarelle” alla festa di Flora (II atto), durante la quale Violetta suo malgrado rinuncerà al suo amore per Alfredo, e dove ballerini seminudi stile moulin rouge allietano gli astanti.
E poi nel finale al III atto una discinta Violetta ormai agonizzante, distesa a terra in un palco vuoto dove troneggia solo un’impalcatura industriale e un televisore in bianco e nero, che possono essere una vaga rappresentazione rispettivamente della protagonista caduta in disgrazia che ha venduto tutti i propri beni e della malattia che a breve la consumerà del tutto; scena che sinceramente risulterebbe vuota e di poco effetto se non fosse ben riempita dalle doti canore di Francesca Dotto.

Festa Flora
Festa Flora

Direttore: Nello Santi
Regia: Robert Carsen
Scene e Costumi: Patrick Kinmonth
Coreografia: Philippe Giradeau

Lidea_Saluti

Cast

Violetta Valéry Francesca Dotto (8,10,12,17,22,24/4) Jessica Nuccio (9/4)
Alfredo Germont Ismael Jordi (8, 10/4) Leonardo Cortellazzi (9,12,17,22,24/4)
Giorgio Germont
Luca Grassi (8,10,12,17,22,24/4) Elia Fabbian (9/4)
Flora Bervoix Elisabetta Martorana
Annina Sabrina Vianello
Gastone Iorio Zennaro
Il barone Douphol William Corrò (8,9,10,12/4) Armando Gabba (17,22,24/4)
Il marchese d’Obigny  Matteo Ferrara
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro  Claudio Marino Moretti
allestimento Fondazione Teatro La Fenice

Salvatore Margarone
Salvatore Margarone
Vincitore di oltre 30 Concorsi Nazionali e Internazionali in duo liederistico con il soprano Stefania Pistone, pubblicano insieme tre Saggi Critici: Il Lied e Franz Schubert, Il Lied e L.v.Beethoven e La Romana da Salotto Italiana, tutti con CD allegato editi dalla Casa Musicale Eco di Monza. Negli ultimi anni è stato direttore artistico del Circolo della Lirica di Padova, dove vive tutt’ora, proseguendo l’attività pianistica. Nel 2014, in occasione del 150° anniversario della nascita di Richard Strauss, pubblica il volume “Richard Strauss, Uomo e musicista del suo tempo”.

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