Firenze ospita una mostra, curata dall’Istituto italiano di preistoria e protostoria, sulle sfide ambientali al cambiamento climatico, che chiama in causa i modi con cui i nostri antenati le affrontarono molti anni fa. L’esposizione è visitabile fino al 12 gennaio 2025
Fino al 12 gennaio è visitabile a Firenze la mostra “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. I Neanderthal e la sfida del clima”, dedicata a un importante contesto paleolitico che ha restituito straordinari reperti lignei, tra i più antichi conosciuti al mondo, realizzata tra il Museo archeologico nazionale e il Museo di antropologia ed etnologia. Partendo da questo eccezionale sito preistorico nella Toscana meridionale, a Poggetti Vecchi (Gr), che sorge ai piedi di una collina da cui sgorga una sorgente termale già frequentata a quei tempi da Neanderthal ed elefanti, sono esposti per la prima volta reperti custoditi dalla terra per più di 170mila anni, resti monumentali di una fauna estinta e i più antichi strumenti in legno fabbricati dall’uomo, mai rinvenuti finora in Italia, esempio di come l’essere umano si sia adattato a un ambiente in mutamento, alle soglie della penultima glaciazione. L’esposizione giunge a coronamento di una lunga ricerca iniziata con gli scavi del 2012 da parte di un’equipe composta da studiosi della Soprintendenza, dell’Istituto italiano di preistoria e protostoria (Iipp) e di varie università, che è stata in grado di determinare non solo le condizioni climatiche dell’epoca, in un periodo in cui le temperature si stavano progressivamente irrigidendo, ma anche il paesaggio del sito, che grazie ai vapori tiepidi e alla presenza animale attrasse un gruppo umano, documentato da numerose schegge di pietra, bastoni di legno di bosso con tracce di lavorazione a fuoco, conservati quasi intatti. Strumenti da scavo che mostrano per la prima volta l’avanzare di nuova tecnologia: l’utilizzo del fuoco per la lavorazione del legno, che diverrà essenziale per l’evoluzione umana.
La proposta espositiva è organizzata in due sezioni: una a Palazzo Nonfinito, che intende valorizzare lo scavo di Poggetti Vecchi tramite ricostruzioni ambientali, tecnologie digitali e copie 3D, per consentire ai visitatori di toccare con mano le riproduzioni fedeli degli straordinari ritrovamenti lignei; l’altra al Museo archeologico nazionale di Firenze, dove sono presentati alcuni manufatti originali in legno, mai esposti finora, a testimonianza dello stile di vita dei primi abitanti toscani.
L’esposizione è promossa dall’Iipp, polo d’eccellenza per lo studio del più antico passato dell’umanità, riconosciuto dal Ministero della cultura e dal Ministero dell’università e della ricerca con 66 musei associati, 47 tra soprintendenze e parchi archeologici e 32 dipartimenti universitari. L’archeologia della preistoria e protostoria è oggi una disciplina multidisciplinare e, oltre allo studio legato ai contesti di scavo e dei manufatti prodotti dall’uomo, dispone di altri approcci scientifici, dalla geoarcheologia all’archeobotanica, dall’archeozoologia all’archeologia dei resti umani, comprendendo anche l’archeologia biomolecolare e l’archeogenetica.
L’iniziativa è a cura di Biancamaria Aranguren, Silvia Florindi, Daniele Federico Maras, Daniela Puzio e Anna Revedin, col contributo della Regione Toscana e della Fondazione CR Firenze.
Informazioni: www.iipp.it; [email protected]