Partoriremo l’alba
nel nostro nome di figli
perché avremo finalmente
un cuore traboccante
di pensieri liberi
Enrico Savelli
È temporaneamente esposta nel cortile della Casa Buonarroti una scultura in marmo bianco di Carrara: Pietà, di Enrico Savelli, che verrà presentata al pubblico e alla stampa martedì 21 ottobre 2014 alle ore 12.
L’opera si inserisce nella mostra “Michelangelo e il Novecento”, attualmente ospitata in Casa Buonarroti, come una testimonianza davvero interessante, a cui aggiunge significato il fatto che Savelli si appella, con umiltà, al grande Maestro per la sua personale ricerca della perfezione del marmo, vero autore in quanto materico ispiratore dell’artista.
Dalla sua mostra personale di alto livello organizzata all’interno del Complesso monumentale di Santa Croce a eloquente commento del nuovo allestimento del Museo, la Casa Buonarroti ha scelto questa ispirata e davvero religiosa Pietà (e non le pur suggestive trasparenze luminose del vetro a cui Savelli fa spesso ricorso) proprio perché riassume le qualità più profonde di un artista che trova nel marmo motivi esistenziali così vasti da dire che il marmo stesso lavora per lui.
La Casa Buonarroti, nella mostra ormai vicina alla chiusura, dedicata al rapporto di Michelangelo con i nostri tempi, si ferma a una contemporaneità ormai storicizzata. Alla quale solo in parte si adegua Savelli, personaggio in qualche misura fuori del tempo, anche per le vie nuove che sperimenta per raggiungere la presenza della luce, adoperata con mezzi semplici, ma insieme interiorizzata da un simbolismo di straordinaria originalità. Ne dà lui stesso spiegazione, quando identifica la “sua” luce con l’alba e con la libertà, come dicono alcuni dei versi che arricchiscono il piccolo catalogo monografico dedicato a questa emozionante scultura.