Intervista di Tiziano Thomas Dossena
Il 17 aprile prossimo, presso la Casa Italiana della New York University, Elena Buttero e Ferdinando Molteni presenterano lo spettacolo “Verso Nuova York, Stories and Music of Italian Migration” e ci hanno gentilmente concesso un’intervista.
L’Idea: Questo imminente spettacolo negli USA, nella prestigiosa sede della Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University non è di certo la vostra prima esperienza americana o all’estero. Come avete trovato il pubblico statunitense in passato? Avete notato delle differenze nel modo che il pubblico si manifesta nelle varie nazioni?
Elena Buttiero: La nostra prima trasferta negli Usa è avvenuta nel 2009 ed annualmente ritorniamo per qualche data. Il pubblico americano è particolarmente interessato alle nostre proposte che sempre riguardano la musica italiana.
Ferdinando Molteni: Siamo stati molte volte negli Stati Uniti a suonare. Non solo a New York, ma anche in tante altre città. Abbiamo sempre trovato un pubblico attento e rispettoso. Certo, New York da questo punto di vista è speciale. L’amore che manifesta per la cultura italiana è unico. In Europa, ancora una volta, abbiamo incontrato persone interessate e curiose. E persino in Africa, dove abbiamo suonato qualche anno fa. L’Italia è amata e apprezzata ovunque.
L’Idea: Da dove è saltata fuori l’idea per questo vostro spettacolo sulla migrazione italiana negli USA? Come si sviluppa questo vostro spettacolo bilingue? Porterete questo spettacolo anche in altri teatri?
Ferdinando Molteni: Questo progetto è nato qualche anno fa. Le nostre regioni di origine – il Piemonte e la Liguria – hanno avuto una lunga stagione di emigrazione verso le Americhe. Personalmente ho avuto un avo che ha lavorato alla ricostruzione di San Francisco dopo il terremoto del 1906. E la famiglia di mia madre è imparentata con il Generale Belgrano, eroe dell’Argentina. Elena ha avuto antenati che da Genova si sono imbarcati per il Sud America. Ma in tante famiglie delle nostre parti si possono trovare storie simili. Dunque il nostro rapporto con le Americhe è profondo.
L’Idea: Voi avete lavorato assieme anche in altri progetti musicali, in passato. Potete parlarcene?
Elena Buttiero: Nel campo della musica antica abbiamo due progetti che uniscono musica e storia: uno con la formazione Arethusa Consortium dedicato alla musica barocca italiana ed al rapporto tra la musica del nostro paese e le sue influenze sulla la musica di Scozia ed Irlanda.
Recentemente abbiamo dato vita ad un progetto legato ad un fatto storico avvenuto nel 1795 nel Mar Mediterraneo di fronte alla nostra città nel quale si sono fronteggiate in una storica battaglia navale le navi inglesi, francesi e del Regno di Napoli.
Ferdinando, che di formazione universitaria è uno storico, si occupa dell’inquadramento storico dell’evento ed io con altri musicisti mi occupo delle musiche dell’epoca. Abbiamo girato pochi giorni fa un filmato per il National Geographic sull’evento.
Ferdinando Molteni: Ci siamo dedicati in questi ultimi anni in particolare alla canzone d’autore italiana. Abbiamo lavorato sulla musica di Luigi Tenco soprattutto. Ma Elena ha suonato anche tanta musica classica.
L’Idea: Signora Buttiero, lei è musicista e insegnante. Suppongo che abbia delle grandi soddisfazioni in ambedue le attività, ma come riesce a trovare il tempo per i concerti e le altre performances?
Elena Buttiero: L’insegnamento assorbe molto temo ed energie, ma non a scapito delle esibizioni, dello studio e della ideazione di progetti musicali nuovi. Ogni anno per poter volare negli States utilizzo dei permessi che la scuola italiana consente ai docenti di materie artistiche per svolgere attività musicale dal vivo.
L’Idea: Quale è stato il progetto più difficile, dal punto di vista musicale, al quale ha partecipato?
Elena Buttiero: Negli ultimi anni ho suonato come musicista di scena in spettacoli teatrali. Per affrontare questo ruolo ho dovuto abbandonare le abitudini di palco da musicista classica. Anche se l’impegno personale all’interno della spettacolo è ridotto rispetto all’impegno in un rècital, mi sono accorta che ho affrontato la nuova esperienza con una certa apprensione.
L’Idea: Signor Molteni, lei scrive, compone musica, canta. Un vero e proprio rappresentante del concetto rinascimentale, un artista a 360 gradi. Complimenti. Vedo che ha scritto molto su Luigi Tenco. L’affascina questo personaggio della musica italiana? Ci parli un poco di questi testi.
Ferdinando Molteni: Ho dedicato a Tenco un po’ del mio lavoro. È un artista che amo e che rispetto. Forse la cosa più importante che ho fatto è un libro, intitolato “L’ultimo giorno di Luigi Tenco”, uscito qualche anno fa per l’editore Giunti.
L’Idea: Chi è l’artista con cui ha lavorato che le ha fatto più impressione?
Ferdinando Molteni: Da giovanissimo, ho avuto la fortuna di lavorare con Giorgio Albertazzi. Se devo pensare a qualcuno, penso a lui.
L’Idea: Avete un messaggio da inviare ai nostri lettori in America?
Elena Buttiero e Ferdinando Molteni: Non dimenticate l’Italia. Come l’Italia non dimentica voi.