Intervista di Federico Scatamburlo
Come già citato nella recensione del Roberto Devereux al Teatro Carlo Felice di Genova, una nuova voce tenorile si sta affermando nel panorama mondiale, voce che, almeno in Italia, non si sente quasi mai, e che fa apprezzare l’opera nella sua interezza. Il timbro e la potenza vocale ricordano da vicino L. Pavarotti, il tenore che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica lirica (e non solo). Ringraziamo quindi caldamente Stefan Pop per averci concesso una simpatica chiacchierata, che con vero piacere riportiamo di seguito per i nostri lettori:
Secondo te, cosa ha decretato il grande successo di questa produzione del Roberto Devereux di Donizetti?
Direi un po’ tutto e tutti quelli che hanno lavorato a questa produzione: cantanti, regista, scenografa, direttore d’orchestra, che hanno fatto in modo di lasciarci liberi di esprimerci al meglio, questo è stato importante per la buona riuscita dello spettacolo. Però, per quel che mi riguarda, aver lavorato con la grandissima ed unica Mariella Devia, mi ha aiutato tantissimo a crescere artisticamente. Penso che questa cosa abbia portato un beneficio a tutto lo spettacolo, forse perché conoscendoci già, avevamo lavorato insieme quattro anni fa a Trieste per Traviata e poi a Palermo, poi non ci siamo più incontrati per circa due anni e invece quest’anno in Gennaio abbiamo nuovamente lavorato insieme per la Norma. Questo ha fatto si che il rapporto esclusivamente lavorativo si sia trasformato in un rapporto di amicizia, facilitando così, soprattutto da parte mia, un rapporto più confidenziale. In questo modo sei avvantaggiato sul palcoscenico, più rilassato e a tuo agio, e si crea un buon affiatamento. Lei mi apprezza tantissimo, e la cosa mi rende felice, spingendomi a dare sempre di più e a non risparmiare le forze.
La mia prima esperienza con una grande artista l’ho avuta a 24 anni, quando ho fatto una produzione di Traviata con Edita Gruberova, ma a distanza di 7 anni anche io ho migliorato la mia professionalità, riesco a entrare meglio nella psicologia del personaggio che devo interpretare, rimanendo comunque molto umile perché hai solo da imparare da queste esperienze.
Devo ringraziare anche il maestro Nello Santi, con cui ho lavorato a novembre per Traviata e poi per Norma, perché grazie a lui ho imparato a vedere la musica sotto altri aspetti: studio dallo scorso anno con Bonaldo Giaiotti, con il quale curo molto l’emissione della voce sulla parola, cosa questa molto importante, è molto importante “come” cantare sulla “parola”, e adesso per me questo è più importante di tutto il resto. La musica va dritta al cuore quindi devi cantare con tutto il cuore.
L’esperienza quindi è cosa fondamentale in questo mondo?
Sicuramente si, ho cantato almeno 200 recite in Traviata in giro per il mondo, ma dipende sempre da con chi stai cantando. Ad esempio ho cantato con Angela Gheorghiu e Placido Domingo… con interpreti di questo calibro impari certamente qualcosa e sono esperienze indimenticabili, li osservo molto e cerco di carpire il meglio da tutti loro.
Io non mi accontento mai di quello che faccio, voglio sempre migliorare, quindi studio sempre di più per arrivare un po’ più in la, in questo lavorare con Mariella Devia è il top, perché tecnicamente è incredibile.
Parlando degli insegnanti di canto, che rapporto hai con questi e cosa devono trasmettere agli allievi?
Il migliore insegnante secondo me è quello che ti capisce, che capisca come pensi tu e ti fa capire come lo devi fare al meglio: portare i suoni in avanti, girare il fiato, ecc… .
Ho studiato con diversi insegnanti in Italia, ma quelli che mi hanno aiutato di più sono il tenore rumeno Ion Buzea, che è stato il mio primo maestro dall’età di 23 anni, poi con Bonaldo Giaiotti, persona di esperienza, da cui ho imparato a mettere i suoni in maschera, diciamo all’italiana, poi come ho già detto il maestro Nello Santi, che non parla mai di lui ma solo dello spartito. La musica prima di tutto.
Una carriera veloce… che sensazione provi essendo così giovane?
Tutto è partito con la vincita del Concorso Operalia con Placido Domingo, da lì è partito tutto, ma la soddisfazione maggiore è stata vincere il premio del pubblico del Teatro alla Scala, cosa importantissima per me, perché significa che avevo trasmesso qualcosa nelle mie esibizioni.
Ci sono dei ruoli preferiti che hai già fatto o che ti piacerebbe debuttare?
Io sono un musicista ed amo la musica tutta, però da alcuni punti di vista amo molto Rigoletto, da altri Elisir d’amore perché puoi esprimerti anche molto come attore, naturalmente se parliamo di romanticismo sicuramente Rodolfo, ma uno dei miei sogni nel cassetto è Otello: io ho un temperamento molto forte, quindi mi vedo molto bene in quest’opera. Non la farò presto, è chiaro, ma sarebbe molto bello se un giorno riuscissi. Sto studiando Lucia di Lammermoor, mi piacerebbe farla, mi sento bene quando canto Donizetti.
Una giornata di prove in teatro, come la vive Stefan?
In questa esperienza del Roberto Devereux, abbiamo avuto pochissimi giorni per le prove, l’ho studiata in pochi giorni perché ero impegnato in Norma, però quando mi è stato proposto, sapendo che Mariella Devia era d’accordo che fossi io ad interpretare Roberto, l’ho affrontato con tutto me stesso. I primi tre giorni ero molto confuso, non mi rendevo conto di quello che stava accadendo, ma all’arrivo di Mariella Devia alle prove lei mi ha aiutato tantissimo, mi conosce molto bene, aveva tanta pazienza con me perché sapeva che avrei potuto far bene. Ho staccato cellulari, pc, internet, per tutto il periodo delle prove per restare concentrato. Usavo il cellulare solo per registrarmi e risentirmi.
Sei superstizioso?
No, affatto, sono molto credente, mi affido a Dio.
Il rapporto con l’Orchestra e i direttori?
In questa produzione devo ringraziare il Direttore d’orchestra Francesco Lanzillotta che ha saputo seguirci in tutto ed in qualsiasi momento, questo è stato importante. In genere comunque ho un buon rapporto, devi sapere giostrare le situazioni che possono capitare.
Cosa fai quando non canti?
Io sono cresciuto in una famiglia umile, la mia famiglia vive in una fattoria, ed io vado sempre li con loro quando posso. Quando ho iniziato a guadagnare qualcosa il primo pensiero è stato comprare un nuovo trattore al mio papà.
In genere vivo li per adesso, chissà, mi piacerebbe comunque prendere una casa in Italia tra il mare e la montagna.
Preferisci l’opera tradizionale o moderna?
Il mio sogno è quello di fare delle opere tradizionali; il pubblico viene a teatro anche per vedere costumi e scene adeguate al periodo in cui è ambientata l’opera stessa. Ho fatto delle opere con ambientazioni moderne, belle produzioni certo, se hanno però un senso logico.
Abbiamo bisogno di normalità in questo mondo, almeno quando andiamo all’opera ci distraiamo un attimo.
Prossimi Impegni?
A Maggio farò Elisir a Bucarest, a Luglio in Francia con Traviata e Rigoletto, poi a Oviedo Faust, altri Rigoletto fino a Gennaio prossimo con tappe a Napoli.
Grazie ancora Stefan, in bocca al lupo e a presto!
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