Da quel piccolo borgo immerso nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, qual è appunto Pietralunga, il più pregiato dei prodotti della terra, il tartufo, giunge ogni giorno in oltre novanta Paesi in tutto il mondo. Questo grazie all’azienda Giuliano Tartufi, realtà tra le principali in Italia a operare nel settore della trasformazione e commercializzazione del tartufo e che proprio a Pietralunga ha la sua sede. L’impresa, guidata da Giuliano Martinelli, infatti, ha molto investito nel campo dell’internazionalizzazione, non solo con la vendita online, ma soprattutto approcciando in maniera diretta i mercati esteri, partecipando alle più grandi fiere internazionali del settore e intessendo relazioni commerciali direttamente sul posto. “Quest’anno – ha spiegato lo stesso Martinelli – andremo a Milano, poi a Dubai, Singapore e in Germania, solo per citare alcune delle città e dei Paesi in cui si svolgono le fiere più importanti a livello mondiale per il mercato enogastronomico. Il tartufo è oggi un ingrediente sempre più importante e se prima era conosciuto solo in Italia e in Francia ormai tutto il mondo lo sta apprezzando. Quindi ci recheremo a questi eventi, non solo a presentare i nostri prodotti, ma più in generale a proporre di persona la tradizione culinaria italiana, tanta ammirata all’estero”. Proprio in quest’ottica, l’azienda umbra quest’anno è già stata presente al Sigep di Rimini e al Pitti Taste di Firenze e, dal 17 al 21 febbraio, sarà al Gulfood di Dubai, la più importante fiera mondiale per l’innovazione alimentare, evento a cui la Giuliano Tartufi ha già partecipato nelle precedenti edizioni vincendo il premio per il ‘Condimento più innovativo’ con il prodotto Spolverata al tartufo. “L’Italia e la Francia, ma l’Europa in generale – ha aggiunto poi il titolare della Giuliano Tartufi –, rimangono ancora i mercati principali. A crescere però in maniera esponenziale è attualmente il mercato asiatico, sia per quanto riguarda i quantitativi che per la conoscenza dei nostri prodotti enogastronomici. In crescita anche il mercato statunitense: dove ci sono forti comunità di italiani, infatti, si diffonde anche la ristorazione italiana che, di solito, prevede in menù almeno un piatto a base di tartufo”. Grazie a questo complesso lavoro di approccio ai mercati esteri, l’export della Giuliano Tartufi è quindi riuscito a superare in percentuale la quantità di prodotto venduto in Italia. “Se parliamo di prodotto fresco – ha infatti reso noto Martinelli – attualmente saremo intorno al 50 per cento di export e 50 per cento di vendite dentro i confini nazionali, anche perché in Italia ci sono tante aziende che lavorano e commercializzano il tartufo e il mercato è quindi più inflazionato. Se ci riferiamo al prodotto conservato, invece, è leggermente maggiore la quantità venduta all’estero che quella venduta in Italia. Andare nei mercati esteri, infatti, non è una passeggiata e non tutti ci riescono perché servono importanti investimenti in uomini, strutture e servizi per assistere sul posto i clienti finali. Rimango dell’idea che recarsi personalmente nelle fiere internazionali sia il mondo migliore per approcciare quei mercati e farli innamorare dei nostri prodotti e della nostra cultura culinaria”.