Monday, November 25, 2024

“Il segreto di un buon manichino è sapere valorizzare gli abiti che indossa…” Intervista esclusiva con Andrea Bonaveri

Intervista di ANNA & MARIA  SCIACCA  

Andrea Bonaveri alla London Fashion Week

L’Idea Magazine: Quanto è importante il ruolo di un manichino e l’ambientazione scenografica in cui è inserito nel suo spazio espositivo, in una vetrina o in una mostra, per suscitare interesse nell’abito che indossa o affascinare come opera d’arte?
Andrea Bonaveri: Il manichino è una parte fondamentale di ogni allestimento, sia nel contesto di una mostra o in quello di uno spazio retail. Il segreto di un buon manichino è sapere valorizzare gli abiti che indossa, rivelandosi fuori dal tempo, interpretando generi e stili diversi senza “essere alla moda” e quindi di conseguenza senza passare di moda.

L’Idea Magazine: Negli anni cinquanta erano molto di moda le vetrine a tema o “window display” dove  manichini  realistici sembravano interagire tra loro in un’ambientazione scenografica. Oggi è una rarità vedere delle “open display”?
Andrea Bonaveri: L’open display è un tema efficace ma al tempo stesso molto costoso perché richiede una scenografia e gli elementi, le scene e i complementi che ne costruiscono la storia – i props. Un esercizio che non tutti i marchi scelgono di fare, per questioni di budget e creatività, puntando invece su vetrine a tema solo per le grandi ricorrenze, come il Natale o San Valentino.

L’Idea Magazine: I manichini vintage dai lineamenti realistici, nelle vetrine illuminate dalle luci di sera producevano un certo fascino, la gente li contemplava, sognava davanti alla vetrina, c’era come un certo feeling, mentre oggi sembra che la gente va di fretta, cosa ne pensate a proposito?
Andrea Bonaveri: Sicuramente il rapporto tra consumatore e spazio di vendita è cambiato, ed è oggi molto più rapido in molti aspetti (la produzione, la vendita, il consumo). La moda è diventata sempre più pervasiva, i comportamenti di acquisto sono cambiati, gli stilisti sono diventati sempre più designer, creando attorno agli abiti mondi interi. Il ruolo del manichino è diventato ancora più centrale nel racconto, ricercando la bellezza in tutte le sue espressioni.

L’Idea Magazine: Come argomento psicologico come spiega che il manichino abbia suscitato varie emozioni, fantasie e storie nel cinema come nell’episodio “the after hours” della serie televisiva twilight zone,  nel film “killer’s kiss” di Stanley Kubrick e nella musica con la canzone cantata da Gino Paoli “Il manichino”?
Andrea Bonaveri: Il manichino ha origine nella storia dell’arte, essendo una diretta emanazione di processi scultorei che dall’alba dei tempi rappresentano la forma del corpo umano. Nella modernità ha perso orpelli decorativi e realismo manifestandosi nella sua essenza metafisica: una natura che rende il manichino un oggetto carico di valori simbolici che stimolano l’immaginario del cinema e delle arti.

Lo showroom Bonaveri a Milano

L’Idea Magazine: I manichini Bonaveri sono stati utilizzati anche in qualche scena di films?
Andrea Bonaveri: I manichini Bonaveri sono comparsi sullo schermo in tante occasioni: nel cinema, in documentari, in racconti sul mondo della moda. I manichini Schläppi 2200 sono stati utilizzati nel film Ghostbusters del 2016. Le figure sono spesso dettagli della scenografia, situate all’interno di vetrine e negozi. Le nostre figure sono quindi riscontrabili in diversi contesti, diventando parte di racconti sempre nuovi.

L’Idea Magazine: Quanto è cambiata la moda dagli anni in cui Bonaveri ha iniziato l’attività nella produzione dei mannequins?
Andrea Bonaveri: Moltissimo. Dalla fondazione di Bonaveri, in quasi 70 anni, si sono succeduti stili e canoni estetici differenti, che rispecchiavano e rispecchiano l’epoca di riferimento.  Anche i manichini sono cambiati nel tempo, adattandosi ai nuovi ideali di bellezza, pensati per un settore in continua evoluzione. Le figure sono progettate in ogni epoca per essere contemporanee ma anche senza tempo, riflettendo la moda e il cambiamento dei canoni estetici: all’inizio prevalevano manichini iperrealistici con trucco e parrucche cotonate, nel tempo si sono affermate forme stilizzate ed essenziali.

L’Idea Magazine: Con quali caratteristiche vengono di solito richiesti i  manichini nei vari paesi tra Europa, Asia e Americhe? Da un paese all’altro ci sono delle differenze nelle richieste di  un tipo di prodotto?
Andrea Bonaveri: Il manichino segue solitamente l’orientamento del mondo della moda, possedendo un buon livello di standardizzazione. L’altezza può però essere dettata dalle scelte estetiche, per cui ci possono essere figure più o meno alte: alle volte, per alcuni mercati, è necessario fornire anche delle versioni leggermente più basse come, per esempio, per i mercati asiatici (in particolare il Giappone) – Bonaveri ha delle collezioni di manichini donna che variano dal 1 metro 80 circa fino a 1 metro e 96 cm (inclusa l’altezza tacco di 10/12 cm).

L’Idea Magazine: Sono ancora richiesti mannequins realistici con make-up e parrucche come quelli prodotti tra gli anni quaranta e settanta? Da quali paesi?
Andrea Bonaveri: Nel 2019 Bonaveri ha acquisito Rootstein, storicamente il leader nel manichino realistico, completando la sua gamma di prodotti, rielaborando le più importanti collezioni storiche e raggiungendo un ulteriore segmento di mercato.
L’obiettivo di Bonaveri è quello di consolidarsi come global company per il settore, in modo da poter offrire alle Maison di moda una vasta gamma di prodotti, anche su misura, adatti a soddisfare le più diverse necessità.

L’Idea Magazine: Gli originali dei manichini vintage che rappresentavano personaggi negli anni cinquanta, sessanta sono collezionati in qualche museo?
Andrea Bonaveri: Le collezioni Rootstein sono oggetto di culto tra gli appassionati, che le cercano e le collezionano, e sono esposte nelle gallerie del costume della moda in tutto il mondo.

L’Idea Magazine: Sarebbe interessante in Italia un museo che racconti l’evoluzione del manichino e la storia della moda, in un grande spazio espositivo con i vari tipi di modelli che indossano gli abiti creati dagli stilisti e anche la ricostruzione di qualche window displays, qual è la vostra opinione su un museo del manichino?     
Andrea Bonaveri: Sarebbe interessante fare conoscere la storia, la produzione, la passione e l’attenzione nella progettazione del manichino, mostrandolo come modello per osservare il cambiamento e l’evoluzione dei canoni di bellezza e del corpo.

L’Idea Magazine: Ogni modello può indossare qualsiasi genere di moda, classica, sportiva, di lusso, o sono richieste particolari caratteristiche per ogni collezione di manichini che indossano da uno scintillante abito da sera a un prêt-à-porter?
Andrea Bonaveri: Un buon manichino indossa qualsiasi abito: una caratteristica virtuosa che deriva da qualità manifatturiera ed estetica. Deve saper raccontare la storia di un brand e trasmettere i suoi valori senza specifiche caratteristiche.

L’Idea Magazine: In tutta questa tecnologia, pensate che sono possibili delle sfilate con  mannequins che indossano abiti di haute couture creati dagli stilisti? 
Andrea Bonaveri: La questione non è la tecnologia, quanto la scelta narrativa di un brand: ci sono Maison che presentano abiti in versione statica. A contare quindi è solo il racconto che si vuole proporre.

Mannequin A Fan of Pucci

L’Idea Magazine: Qualcosa di simile l’avevo visto in un video con delle Barbie, che sfilavano su una passerella come un tapis roulant, indossando gli abiti creati dagli stilisti…  
Andrea Bonaveri: Una decisione originale, ma non è una tendenza del settore.

L’Idea Magazine: Da cosa dipende il prezzo di vendita di un manichino? Quali sono quelli più costosi?
Andrea Bonaveri: Il prezzo è dato dalla qualità manifatturiera del prodotto, determinata dai sistemi Paese (in Italia ci sono prodotti di alto artigianato). Il prezzo incorpora la tutela dei diritti dei lavoratori e la parte immateriale, estetica e simbolica che rende i manichini prodotti emblematici. Il prezzo è determinato dalla materia, dalle finiture, dai rivestimenti, dai colori.

L’Idea Magazine: Nella produzione di manichini come prodotto artigianale e tecnologico, è possibile una combinazione di entrambi?
Andrea Bonaveri: Alcuni processi e tecniche all’avanguardia sono già attivi: la stampa 3D e la scannerizzazione di corpi avvengono già come progresso dell’industria e della manifattura.

ANDREA & GUIDO BONAVERI. A destra, un manichino della collezione Chameleon Visual

L’Idea Magazine: Da dove trovate ispirazione nell’ideare e personalizzare un viso e delle pose per i vostri mannequins? 
Andrea Bonaveri: Seguiamo un percorso di ricerca puramente artistica all’interno dell’atelier di scultura Bonaveri, in un rapporto tra manipolazione e sensibilità.

L’Idea Magazine: Qual è il concetto di made in Italy nella realizzazione dei manichini Bonaveri?
Andrea Bonaveri: Siamo nati nel 1950 in provincia di Ferrara e da allora pensiamo, produciamo e lavoriamo in Italia per offrire prodotti di qualità e la nostra esperienza.

L’Idea Magazine: I manichini Bonaveri mostrano purezza ed eleganza, con quali materiali sono realizzati?
Andrea Bonaveri: I manichini possono essere in vetroresina o polistirene, ma Bonaveri ha introdotto il Bplast (materiale plastico naturale biodegradabile generato da fonti rinnovabili, fatto per il 72% di derivati della canna da zucchero) per portare sostenibilità nella filiera. I rivestimenti in tessuto di ogni genere e le finiture cromatiche personalizzano il manichino, impreziosendolo. Abbiamo sviluppato inoltre la Bpaint, prima vernice con solventi di origine vegetale, derivati dalla scorza di arancia per garantire sostenibilità.

L’Idea Magazine: Per le loro forme armoniose c’è anche un ideale di classicità?
Andrea Bonaveri: Ogni manichino deriva dalla scultura classica: ogni figura è sempre un’interpretazione artistica.

L’Idea Magazine: Richiede più lavoro la realizzazione di manichini uomini o donne?
Andrea Bonaveri: Indifferente.

L’Idea Magazine: Tra le varie collezioni avete realizzato anche dei bellissimi manichini con le ciglia nella presentazione della installazione Zara collezione Schläppi  2200 primavera/estate 2012, con questa loro caratteristica volevano esprimere qualcosa?
Andrea Bonaveri: Il make up consente di ampliare le capacità espressive dei manichini conferendo loro nuovi e molteplici livelli di personalità.

L’Idea Magazine: Bonaveri ha acquistato il brand Rootstein, presentando il restyling della serie dei modelli Twiggy, quale è stata la sua esperienza di lavoro?  E’ stato come riscoprire la spensieratezza e la libertà che caratterizzavano la moda della swinging London?
Andrea Bonaveri: Con Rootstein abbiamo affrontato il tema del manichino realistico per la prima volta. Abbiamo raccolto in quelle forme e attributi estetici lo spirito di un’epoca riportandola al presente, interpretandola con la nostra sensibilità contemporanea.

I manichini Twiggy History della collezione Rootstein-Bonaveri

L’Idea Magazine: Ogni collezione di manichini Bonaveri si riferisce ad un soggetto o tema?
Andrea Bonaveri: No.

L’Idea Magazine: C’è qualche episodio divertente nel lavoro con i manichini?
Andrea Bonaveri: Più che di episodi divertenti, possiamo parlare di progetti che ci hanno coinvolto di più e che abbiamo amato realizzare. Come per esempio la mostra “Bonaveri, a fan of Pucci” nel giugno del 2018. Si è trattata di una mostra realizzata insieme alla maison Emilio Pucci a Palazzo Pucci, a Firenze, per raccontare attraverso il manichino e allestimenti il racconto di due aziende,  Bonaveri e Emilio Pucci, con un heritage comune. E’ stato un progetto meraviglioso, una sfida che ci ha visto chiamati a realizzare manichini alla stregua di opere d’arte. Un successo che ha ripagato i nostri sforzi.

Chameleon Visual A Fan of Pucci Bonaveri Mannequin

L’Idea Magazine: In un video su youtube troviamo molto affascinante l’ambientazione dello showroom di Milano, con i manichini  posizionati in varie zone su gradinate da palcoscenico e giochi di luci e riflettori, c’è ne può parlare? 
Andrea Bonaveri: BonaveriMilano è stato pensato per essere la casa dei manichini ed esprimere in un luogo i valori e le caratteristiche del nostro modo di lavorare. Gli allestimenti sono il desiderio di esprimere esperienza per dialogare con i nostri clienti sulla base di messaggi estetici.

L’Idea Magazine: Quale è la personalità dei manichini Bonaveri, che tipo di donna rappresentano? 
Andrea Bonaveri: Il manichino non rappresenta un tipo di donna ma la sua sublimazione: si stacca dal reale per interpretare le caratteristiche, le aspirazioni, le posture e i gesti di un archetipo femminile.

L’Idea Magazine: A suo parere quale è il paese dove sono molto richiesti i  Bonaveri  mannequins e dove la moda italiana è molto apprezzata?
Andrea Bonaveri: Dove c’è moda di qualità lì si trovano i manichini Bonaveri.

La Bonavery Company a Renazzo di Cento

L’Idea Magazine: Molto bello il libro “Mannequins a history of creativity, fashion & art” Bonaveri  pubblicherà altri libri sull’argomento?
Andrea Bonaveri: La pubblicistica racconta la storia degli attributi, dei significati delle nostre collezioni, dando esperienza tangibile a messaggi immateriali. Questo libro è stato pubblicato in occasione dei 60 anni dell’azienda ed è per noi un fiore all’occhiello. Chissà, magari ci sarà un seguito, più improntato sui numerosi progetti creativi che abbiamo sviluppato successivamente alla pubblicazione. Ce ne sono stati veramente tanti e tutti di grande valore.

L’Idea Magazine: In Italia i manichini Bonaveri saranno presenti in qualche mostra in città come Milano, Torino, Firenze, Roma…
Andrea Bonaveri: Continuamente. I manichini sono esposti e accompagnano le mostre in musei del costume, della moda, in mostre temporanee.

L’Idea Magazine: Quali sono i vostri prossimi progetti ed eventi nella moda? Potete anticiparci qualche notizia?
Andrea Bonaveri: BonaveriMilano, showroom dell’azienda nella città meneghina, ospiterà dal mese di giugno “La Gentilezza della Carta. La sostenibilità è bellezza”, esposizione che raccoglie 18 abiti di carta di Caterina Crepax. Gli abiti scultura sono caratterizzati da motivi che riproducono i pattern dei tessuti provenienti dall’archivio di textile design di Fondazione Fashion Research Italy (F.FRI), nata nel 2015 per volontà del Cavalier Alberto Masotti – Presidente del marchio La Perla – per supportare i settori della moda e del design Made in Italy attraverso attività di consulenza e formazione.  I capi sono esposti sui manichini rinnovabili e biodegradabili firmati Bonaveri.

Grazie per questa intervista e per la preziosa collaborazione anche di Marzia Ricchieri, Business Development Manager e Francesca Grillo, PR Assistant ufficio stampa Bonaveri.

 

 

 

Anna & Maria Sciacca
Anna & Maria Sciacca
Iscritte all’Albo dei Giornalisti-Pubblicisti, hanno pubblicato interviste, recensioni musicali e cinematografiche e diversi articoli di cultura. Collaborano per il giornale “Amazzonia” e per il settimanale “La Bisalta” di Cuneo. Iscritte alla S.I.A.E., hanno scritto alcune canzoni raccolte nei cd “Night City Lights”, ” Melodia Italiana”, “Freedom”.

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