Di Diletta Maria cecilia Loragno
La quattordicesima edizione della fiera italiana dedicata alla fotografia ha ospitato, dal 20 al 23 marzo, negli spazi di Superstudio Più a Milano, 77 gallerie di cui 56 italiane e 21 internazionali.
Con la presenza di gallerie di rilievo e artisti affermati ed emergenti, la fiera, con la direzione artistica di Francesca Malgara, ha proposto un percorso celebrativo del potere trasformativo della fotografia.
Un momento significativo per esplorare connessioni inaspettate intrecciando passato e presente, tecniche antiche e moderne, culture e linguaggi differenti.
Il filo conduttore di questa edizione sono stati i Dialoghi, declinati nelle diverse sezioni della fiera per evidenziare il valore della fotografia come linguaggio universale: si esplora il rapporto tra immagine e memoria, tra fotografia documentaria e ricerca artistica, tra identità individuali e collettive.
Quattro le sezioni presenti: Main Section, Beyond Photography – Dialogue, Reportage Beyond Reportage, FOCUS.
Tra i progetti speciali, la mostra di Tanio Secchiaroli, maestro della fotografia, testimone dell’epoca d’oro del cinema, che ha saputo raccontare il lavoro dietro le quinte e le energie dei set cinematografici: un percorso visivo tra icone del cinema con una fotografia che diventa racconto.
Tra i progetti speciali, da segnalare Interno pompeiano di Luigi Spina; Dream Role a cura di Beatrice Audrito, un viaggio nella carriera del regista cinematografico inglese Peter Chelsom; Photo Grant di Deloitte con la direzione artistica di Denis Curti e il team di BlackCamera; la mostra 24OpeRE presentata da Eberhard & Co.: ventiquattro opere fotografiche (di Antonio Biasiucci, Carla Cerati, Daniele De Lonti, Mario Dondero, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Arno Hammacher, Davide Mosconi, Tancredi Mangano, Giuseppe Pino, Francesco Radino, Aldo Tagliaferro, Natale Zoppis) hanno dato vita ad una narrazione visiva volta a esplorare il paradosso tra il tempo misurabile e il tempo vissuto. Il fil rouge della mostra, la relazione che ciascuna opera instaura con la propria cornice, ognuna delle quali è un manufatto artistico firmato da Cecé Casile.
Nel corso della fiera, è stato presentato in anteprima nazionale da Liquid Art System, il progetto artistico “PACANOWSKA / PACANOWSKI – Due epoche, un dialogo” di Andrea Pacanowski , una ricerca artistica che supera i confini tra fotografia e pittura, tra passato e presente, tra memoria e reinterpretazione.

Curato da Ilaria Caravaglio, il lavoro di Andrea Pacanowski si configura come una fusione alchemica tra due linguaggi artistici e due epoche storiche, legate da un sottile e profondo filo rosso: il sangue e l’arte. Il fotografo rende omaggio all’opera di Felicia Pacanowska (Łódź 1907 – Roma 2002), pittrice dell’École de Paris e sua parente stretta, reinterpretandone il lavoro attraverso un dialogo visivo che si fa ponte tra le generazioni.
Artista poliedrica Felicia Pacanowska ha attraversato il Novecento con un’arte che spazia dall’espressionismo al cubismo fino all’astrazione, mentre Andrea Pacanowski reinterpreta oggi il suo lavoro attraverso la fotografia, grazie anche alla collaborazione del graphic designer Stefano Zingaro. Il risultato è una fusione di forme, colori ed emozioni, in cui le opere della pittrice prendono nuova vita attraverso un innovativo processo di metamorfosi visiva.
Niluka Laura Telli ha presentato in anteprima, nella sezione Artisti internazionali, al Mia Photo Fair 2025 il progetto ‘Motherwood Dreams and Couture’, selezionato da una galleria di Beverly Hills, LA.

Laureata in Tecnologie della comunicazione e in arti visive, italiana di adozione, Niluka Laura Telli è fondatrice, insieme agli autori Giorgio Barrera e Filippo Romano, del progetto educativo e sociale ‘Oltrehinterland’ sulla fotografia di paesaggio e ha collaborato con Giovanni Chiaramonte, Studio Mario Govino, Filippo Romano, Giorgio Barrera, Maurizio Montagna e Still Gallery Denis Curti.

Telli esplora il legame profondo tra donne, terra e tradizione, combinando simbolismi che riflettono identità e cambiamento e affronta tematiche artistiche e sociali, ispirandosi ai suoi viaggi in Oriente e Sri Lanka ma anche alla sua esperienza di vita nella provincia di Cremona, un territorio che favorisce l’introspezione e la riflessione.
Motherwood è l’evoluzione di Tales of Laura: un progetto in divenire che si sviluppa in due filoni, uno che riscopre la notte e il mistero dei sogni, l’altro che, ispirato all’alta moda, fonde materialità e tessuti intrecciati alle emozioni.
‘Motherwood Dreams and Couture’ emerge da un dialogo tra radici, emozione e trasformazione. Ogni opera è traccia di un flusso emotivo in continua evoluzione. I tessuti esplorano il legame invisibile tra donna, terra e tradizione.