Il Calice che Guccio di Mannaia produsse per Papa Niccolò IV, esempio di preziosa oreficeria gotica, ritornera` ai primi di ottobre nel Tesoro della Basilica di San Francesco d’Assisi. L’opera è stata restaurata nei laboratori metalli dei Musei vaticani. Una interessante monografia sulle varie fasi di tale restauro e` stata pubblicata dalle Edizioni dei Musei Vaticani (Il calice di Guccio di Mannaia nel Tesoro della basilica di San Francesco ad Assisi a cura di Flavia Callori di Vignale e Ulderico Santamaria) . Riguardo il capolavoro in merito, il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, ha dichiarato sull’Osservatore Romano: Il calice “si data negli anni del pontificato del Papa francescano Nicolò IV (1288-1292), probabilmente più vicino alla prima che alla seconda data del suo regno, allora quel capolavoro della oreficeria d’Occidente si colloca negli anni della grande mutazione avvenuta proprio ad Assisi, quando l’arte sterza dal “greco al latino” (Cennino Cennini) e Giotto guadagna sopra Cimabue “il grido” (Dante). Guccio era consapevole di aver prodotto un capolavoro e per questo ha voluto firmarlo. È commovente leggere l’iscrizione in elegante maiuscola gotica di elevata qualità grafica che dà insieme sintetica memoria del sovrano committente e dell’artefice: Nicolaus papa Guccius Mannaiae fecit. Questa firma orgogliosamente esibita è il segno dei tempi nuovi. Tempi che, nel riconoscimento del nome e quindi della individualità intellettuale ed espressiva del singolo artista, aprono alla sensibilità e alla cultura che un giorno i manuali chiameranno dell’Umanesimo”.