Articolo di Tiziano Thomas Dossena
La sala del Carnegie Hall, rispettata in tutto il mondo per la qualità della musica che ospita, ha offerto al pubblico Nuovayorchese una vera e propria “chicca” italiana, un gruppo di giovani talenti vincitori (primi e secondi premi) del Concorso “Crescendo International Competitions. Assieme a loro, altri vincitori di varie categorie e sezioni di questo concorso, ma i nostri prodigi musicali italiani hanno certamente lasciato un’impronta considerevole nel corso della serata.
Il concorso internazionale “Crescendo” per giovani musicisti ha lo scopo di contribuire alla conservazione dello spazio culturale comune tra gli Stati Uniti, l’Italia e la Federazione Russa e allo sviluppo della creatività giovanile sia in Italia che in Russia. Lo scopo principale del Concorso è la ricerca di musicisti di talento, l’ampliamento dei contatti e la possibilità di scambio dei successi creativi tra la Russia, l’Italia e gli altri paesi. Il Concorso serve per contribuire allo sviluppo delle formazioni cameristiche infantili e giovanili e anche a dare ai bambini la possibilità di avere una comunicazione creativa e di conoscere gli esempi della cultura e dell’arte nazionale dei vari Paesi.
La commissione internazionale del Concorso è composta dai rappresentanti di festival e di concorsi infantili e giovanili russi, da professori, da insegnanti del Conservatorio di San Pietroburgo e da professori del Conservatorio di Padova.
Il Concorso è stato fondato dall’associazione senza scopo di lucro “Association of Crescendo Competition” nell’anno 1996. Fino all’anno 2005 il concorso si svolgeva nel territorio degli Stati Uniti. Oggi partecipano i rappresentanti di più di 20 Paesi. Il concorso è aperto alle formazioni cameristiche e ai solisti, dai 5 ai 22 anni.
1. Prima categoria infantile: 5- 8 anni
2. Seconda categoria infantile: 9-12 anni
3. Categoria junior:13-16 anni
4. Categoria giovanile:17-21 anni
Le sezioni di questo concorso sono state:
1.1. Pianoforte (solisti e duo, fino a 4 persone);
1.2. Strumenti ad arco e a pizzico, come chitarra, arpa, violino ed ecc.; (solisti e le formazioni cameristiche fino a 6 persone)
1.3. Canto da solista e in duo;
1.4. Strumenti a fiato e strumenti popolari (solisti e le formazioni cameristiche fino a 6 persone).
Direttore del Concorso in Italia è la professoressa Eugenia Nalivkina, Docente del Conservatorio di Padova. La professoressa Nalivkina, pianista russa diplomatasi al Conservatorio di San Pietroburgo, ha accompagnato i ragazzi fisicamente a New York, organizzando anche il viaggio, ma li ha accompagnati anche sul palco, al pianoforte (per le violiniste e per le esibizioni dell’ottavino, del trombone, della tromba e del flauto).
Solo i vincitori del primo e del secondo premio sono stati invitati ad esibirsi nella sala di Carnegie Hall, quindi essere qui a New York è stato un onore ed un privilegio ben guadagnato per questi giovani musicisti. Un grosso applauso, quindi, da parte della comunità italiana in America ed un invito a ritornare ancora, magari con una serie di concerti…
Breve intervista ai partecipanti al concorso.
Abbiamo posto delle domande a questi giovani musicisti riguardo la loro esperienza americana: Che sensazione ti ha dato qualificarti in un concorso di questo livello e poi addirittura fare una performance a Carnegie Hall? Come vi ha accolto il pubblico americano a Carnegie Hall? Qual è stata, a parte Carnegie Hall, l’esperienza piu` eccitante di questo viaggio a New York?
Ecco le risposte dateci da loro:
Arianna Castellani, pianista, 8 anni:
Per me questa esperienza è stata bellissima, soprattutto la possibilità che mi è stata data, quella di suonare nella sala più prestigiosa al mondo. Posso dire che l’accoglienza a New York è stata molto piacevole. A parte il concerto a Carnegie Hall, fenomenale, la cosa che m ha fatto divertire è stato il Museo di Storia Naturale!
Duo Castellano
Duo Castellano (Sara ed Eduardo Castellano), duo pianistico a quattro mani:
Per noi è stato un giorno indimenticabile, è da 10 anni che suoniamo in duo a quattro mani e dopo tantissimi concorsi vinti e concerti, andare a New York suonando alla Carnegie Hall è stato fantastico, un giorno che non dimenticheremo più. Un grazie a chi a reso possibile questa esperienza e alla nostra Maestra Lorella Ruffin.
Il pubblico ci ha accolti benissimo, abbiamo suonato per ultimi in chiusura del concerto, ed è difficile chiudere il concerto perché il pubblico si aspetta qualcosa di più. È stato un caso, ma a metà pezzo in una pausa lunga sentire l’applauso che poi si fermava perché stavamo continuando il pezzo di Debussy, ci ha dato una carica incredibile. Volevamo trasmettere la nostra gioia ed emozionare, pensiamo di esserci riusciti.
Visitare la Juilliard, bellissimo, ha rinvigorito la nostra fiamma e ci ha dato una carica pazzesca per continuare sulla strada che abbiamo intrapreso, ricca di gioie ma anche di grandi sacrifici. Chissà, un giorno… America, aspettaci!!
Donatella Gibboni, violino:
Il pubblico è stato caloroso. Tra l’altro c’erano presenti dei miei cugini che vivono a Baltimora e due miei amici musicisti che si sono trasferiti lì a N.Y. avvertivo sia la responsabilità sia la felicità per la loro presenza.
Tutto il viaggio è stato eccitante, soprattutto la visita e la lezione alla Julliard School, tempio della musica…
Ilaria Marvilly, violino:
Quando ho saputo che ero stata selezionata per il concorso ricordo ancora di aver telefonato quasi in lacrime a tutti i miei amici che mi hanno sempre supportato nella mia carriera. Il duro lavoro era stato ripagato e solo l’idea di poter suonare in una delle sale più belle del mondo mi ha dato una emozione indicibile.
Il pubblico americano è stato incredibile e calorosissimo. Nonostante la competizione si respirava in tutta la sala concerto e tra il pubblico la gioia e la positività che solo la musica può dare.
New York è un sogno e alla Juilliard School of music ho lasciato davvero un pezzo di cuore. Poter camminare tra i corridoi e respirare la stessa aria dei più talentuosi musicisti al mondo mi ha riempito di speranze e nuovi obiettivi. New York è la città dove i sogni davvero si realizzano e credo veramente che chi riesce a farcela li può solo avere il mondo ai suoi piedi.
Carolina Peserico, flauto:
Non mi sarei mai aspettata di poter avere l’opportunità e l’onore di suonare in un teatro così rinomato e ambito come Carnegie Hall. Esibirsi in un ambiente tanto internazionale, multiculturale e al “centro del mondo” è stata un’emozione unica e indimenticabile.
Il pubblico americano è stato senza dubbio molto amichevole e affettuoso. Abbiamo dato il meglio di noi stessi e siamo riusciti a distinguerci tanto che alla fine del concerto abbiamo ricevuto da diverse persone americane molti complimenti. Questo ci ha resi ancora più felici.
Un’altra esperienza molto emozionante è stata la visita alla scuola di musica “Juilliard”. Abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino le attenzioni che l’America riserva a questo tema, visitando una delle scuole più famose, prestigiose e ambite al mondo.
Davide Scarabottolo, pianista:
Per me aver avuto l’opportunità di qualificarmi tra i vincitori e di suonare in una sala così prestigiosa è stato magnifico. Non ero mai stato a New York prima e sicuramente andare fino a lì per fare musica è un’esperienza che mi ha cambiato e che rimarrà per sempre nella mia vita.
Il pubblico che era presente in sala è stato molto accogliente, molto più di quello che mi aspettavo! Potevo sentire anche durante la mia esecuzione che gli uditori erano attenti e partecipi sulla musica che ascoltavano. Questo è fondamentale poiché durante una performance deve crearsi una sorta di empatia tra artista e pubblico, che permette alla musica di raggiungere nel profondo l’ascoltatore.
A conferma di questo legame che si è stabilito ci sono stati i fragorosi applausi al termine dell’esecuzione.
Un’esperienza molto gradita che ho avuto modo di vivere nella Grande Mela è stata la visita alla Juilliard School e alla Manhattan School of Music. Poter visitare scuole di questo calibro mi ha permesso di conoscere più a fondo come sono organizzate e come studiano i musicisti lì.
Elisa Scudeller, violino:
[Elisa, dopo il Master Class, è stata invitata, unica tra tutti, a sostenere gli esami per entrare alla Jiulliard. Elisa, che si è esibita da sola ed ha vinto il primo premio, ha suonato anche con la sorella (Duo Scudeller), vincendo con lei un altro primo premio.]
È stata un’esperienza toccante e molto significativa, che mi ha dato un’immensa gioia appena ho messo piede sul palco. È stato un onore suonare in un posto così prestigioso e ricco di storia musicale!Ho sentito il pubblico molto coinvolto e concentrato nell’ascolto e ciò mi ha dato molta fiducia e coraggio.
Ho visitato parecchie attrazioni della metropoli, tutte quante mi hanno trasmesso sensazioni differenti: dalla potenza dell’Empire State Building alla magnificenza della Statua della Libertà, ma ciò che mi ha emozionata più di tutto è stato il quartiere di Greenwich Village, la magia di quel posto mi ha trasportata in un altro mondo!
Giulia Scudeller (sorella maggiore di Elisa), violino:
È stata un’esperienza indimenticabile che porterò sempre con me ed una soddisfazione unica poter suonare nello stesso palco dove si sono esibiti i più grandi musicisti al mondo.
Il pubblico ci ha accolto molto positivamente; abbiamo ricevuto molti complimenti per il nostro affiatamento e la nostra sincronia, e la giuria è stata concorde, riconfermandoci il primo premio come duo.
Sicuramente l’esperienza più emozionante avuta a New York è stato vedere dal vivo una messa Gospel: l’energia, la forza che i fedeli trasmettevano era reale, tangibile e mi ha toccato nel profondo.
Chiara Volpato Redi, violino:
È sempre emozionante partecipare a concorsi prestigiosi, ma questa volta lo scenario americano ha reso tutto più magico ed incredibile.
Credo che il pubblico americano sia stato entusiasta di poter apprezzare la musicalità ed espressività di noi italiani.
La parte più emozionante del viaggio è stato il tragitto in pullman dall’aeroporto all’hotel: ero scioccata dai milioni di luci e colori di New York.
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