Mi è caro – e voglio ringraziare la RAI – l’appuntamento che ho tutte le sere di luglio e agosto, dopo il Tg1, con “Techetecheté”, la serie di brevi filmati tratti dallo storico archivio della Rai che da vari anni, quasi fosse la fantasiosa “macchina del tempo” della saga cinematografica di “Ritorno al futuro”, mi delizia.
Questa trasmissione ha il potere, molte volte, di farmi rivivere quei momenti belli della meglio gioventù di noi ragazzi degli anni ‘50/’60. Avevamo ben poco, diciamo quasi niente, in confronto a ciò che hanno i ragazzi di oggi e, da quello che vedo, sicuramente eravamo più felici di loro e capaci di affrontare le varie difficoltà quotidiane aiutati e confortati da quella speranza, unica àncora di salvezza, che ci faceva credere e sognare in un domani migliore. Erano davvero rari alcolici e birre, ma noi ragazzi di Napoli, avevamo le gazzose e l’acqua “zuffregna”, acqua sulfurea dal sapore acidulo che sgorgava da una fonte nei pressi del Molo Beverello, detta anche “acqua delle mummare”, dal nome delle anfore di creta utilizzate per trasportarla. Non c’erano discoteche ma i più fortunati potevano riunirsi in casa di un amico dove la stanza da pranzo, svuotata di tavolo e sedie, si trasformava in una vera e propria sala da ballo.
Non c’erano band musicali ma soltanto i “78 giri” suonati da un grammofono a valigetta portatile. Non c’erano balere dove danzare al chiaro di luna ma avevamo la spiaggetta del “Lido mappatella”, così detto per il piccolo fagotto contenente qualcosa da mangiare che i bagnanti si portavano per rifocillarsi. È uno striminzito pezzetto di spiaggia che si trova davanti alla Rotonda Diaz di via Caracciolo, dove allora potevamo tenere i piedi a mollo, sentire il profumo del mare e guardare la luna piena mano nella mano della fidanzatina di turno, aspettando, con cristiana pazienza, che si facesse perlomeno sfiorare le labbra con un timido bacio. Insomma, detto con parole chiare, c’era tanta miseria, ma eravamo ricchi di quegli ardori giovanili e di tanti sogni che volevamo a tutti i costi realizzare. Come vorrei che i giovani di oggi potessero provare simili sensazioni!… Come vorrei che non si facessero annebbiare dalla sfrenata corsa al consumismo e schiavizzare da alcool e droga!… Grazie, “Techetecheté”!