Sempre d’impatto la danza contemporanea, anche all’XI Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra, dove è andato in scena l’1 agosto u.s. al teatro Persio Flacco, lo spettacolo di Paola Scoppettuolo “Assenza”.
Il movimento si è fatto guardare, il suono ascoltare, con interesse paritario. I danzatori di eccellente caratura che hanno dato vita allo spettacolo hanno anche, a volte, usato voci e suoni da essi stessi emessi per esprimersi appieno.
Movimento e suoni, uniti, hanno dato vita ad un mix estremamente interessante, ispirato alle arti figurative, ma anche incentrato su temi e modi della vita di oggi, sviscerati e trasformati in un insieme di grande suggestione.
In particolare, la tematica dello specchio e delle sue innumerevoli riflessioni, ha avuto una parte fondamentale nell’espressività dello spettacolo, liberamente ispirato ad alcune poesie di Borges e, insieme, all’arte figurativa, con incursioni nella poetica di Caravaggio, De Chirico, Magritte, Bacon, nonché nella Filosofia contemporanea, non solo europea. Il frantumarsi dello specchio, in particolare, rientra in quest’ultimo, variegato e colto ambito di studio.
“Assenza” è l’assenza di verità, nei movimenti del corpo, così come nella vita, quando, secondo i versi di S. Plath, i movimenti della danza e le forme della vita stessa finiscono per apparire come “parole senza cavaliere”.
Ecco, dunque, i suoni polifonici in contrattempo, le parole, i racconti, mescolati a movimenti che volutamente, a tratti, richiamavano quelli dei manichini, in omaggio ed ispirazione alla poetica di De Chirico; movimenti e suoni studiati e sviscerati per cercare di riannodare con la danza i fili della trama della vita, ascoltando il dettato dell’eros, e cogliere e far cogliere allo spettatore ciò che si riesca a leggere negli occhi inesistenti proprio di quei muti protagonisti dell’arte del grande pittore di origine greca.