Monday, May 12, 2025

Festa della Mamma: Maternità tra Resilienza e Diritti Negati/Mother’s Day: Maternity Between Resilience and Denied Rights

Di Cristina Di Silvio

Un appello alla comunità internazionale per una protezione concreta delle madri vulnerabili nel mondo

Ogni anno, la Festa della Mamma viene celebrata in gran parte del mondo come un’occasione di gioia e gratitudine. Tuttavia, esiste una realtà che rimane ai margini di questa narrazione, invisibile e spesso dimenticata: quella delle madri che non possono celebrare, che vivono la maternità non come espressione d’amore, ma come tragica conseguenza di violenza, guerra, coercizione e povertà. In un mondo che proclama i diritti umani come principio fondante della sua diplomazia, è fondamentale riconoscere che, per milioni di donne, il diritto a una maternità sicura e dignitosa resta un miraggio.

Spose Bambine: Una Violazione Che Si Tramanda tra Generazioni

Ogni anno, 12 milioni di bambine sono costrette al matrimonio. Questo crimine, particolarmente diffuso in contesti di governance fragile come Yemen, Nigeria settentrionale e Afghanistan, rappresenta una flagrante violazione dei diritti universali sanciti dalla Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia (CRC). In molti Paesi, la legge continua a legittimare i matrimoni precoci, in cui le bambine sono ridotte a proprietà, senza accesso all’istruzione, all’emancipazione o allo sviluppo. Il caso emblematico di Nojoud Ali, costretta a sposarsi a 10 anni nello Yemen, ha attirato l’attenzione internazionale, ma la realtà di milioni di “spose bambine” resta ignorata. Nonostante la consapevolezza della comunità internazionale sulla portata del fenomeno, troppo poco è stato fatto per contrastare questa piaga.

Madri in Tempo di Guerra: Una Doppia Condanna

Nei contesti di conflitto, le madri sono spesso le prime vittime e le ultime a ricevere protezione. Le Convenzioni di Ginevra e la Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che sanciscono il diritto alla protezione delle donne nei conflitti armati, vengono sistematicamente violate. Le recenti devastazioni a Gaza e in Sudan, con il bombardamento di ospedali ostetrici, ne sono esempi tragici. Tali attacchi non solo rappresentano violazioni dei diritti umani, ma espongono le donne incinte e le madri a rischi mortali. Nonostante le risoluzioni adottate per proteggere le donne nei conflitti, la mancanza di meccanismi vincolanti fa sì che molte di esse restino inefficaci.

Vedove e Madri Single nei Contesti Post-Bellici: Un’Altra Emarginazione

Nei periodi post-bellici, la reintegrazione delle vedove e delle madri single è spesso insufficiente o del tutto trascurata. I programmi di Disarmo, Smobilitazione e Reintegrazione (DDR), che mirano a reintegrare ex combattenti e rifugiati, raramente considerano le esigenze delle donne che non erano combattenti ma che hanno perso tutto a causa della guerra. In Paesi come il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana, le madri single, soprattutto quelle che hanno subito violenza o perso i mariti, restano senza alcun sostegno significativo. In tali situazioni, il diritto alla protezione sociale garantito da strumenti internazionali come la CEDAW resta lettera morta.

La Maternità come Trauma Permanente: Il Caso della Violenza Sessuale nei Conflitti

La violenza sessuale sistematica nei conflitti armati, quando usata come arma di guerra, porta con sé una doppia ingiustizia. Le donne che partoriscono in seguito a stupri affrontano non solo il trauma fisico e psicologico della violenza, ma anche lo stigma sociale e l’isolamento. I figli nati da questi stupri sono spesso etichettati come “figli del nemico”, con gravi conseguenze psicologiche e sociali. Nonostante la Risoluzione 1820 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU riconosca la violenza sessuale come crimine di guerra, la giustizia riparativa per queste donne e i loro figli resta un obiettivo lontano, nonostante gli appelli di esperti come Zainab Hawa Bangura, ex Rappresentante Speciale dell’ONU sulla violenza sessuale nei conflitti.

Una Diplomazia della Maternità: Protezione e Giustizia per le Madri Vulnerabili

Per garantire la protezione delle madri vulnerabili a livello globale, è urgente un cambiamento nelle priorità della diplomazia internazionale. In vista dei prossimi vertici multilaterali, tra cui il Forum Nairobi+25 e la revisione del Patto sui Rifugiati dell’UNHCR, è fondamentale integrare misure concrete per la protezione delle madri vulnerabili. Le azioni proposte includono:

  • L’introduzione di indicatori di maternità sicura nei meccanismi di monitoraggio dell’Agenda 2030;
  • La creazione di un sistema internazionale di monitoraggio dei diritti materni nelle situazioni di emergenza;
  • Il rafforzamento dell’accesso delle madri vittime di conflitto ai tribunali internazionali e ai fondi fiduciari per le riparazioni, come l’ICC Trust Fund for Victims.

In questo giorno dedicato alla maternità, è essenziale ricordare che la maternità, nelle sue forme più vulnerabili, non può essere ridotta a fenomeno privato, ma è un indicatore di giustizia globale e di pace duratura. Riconoscere le sfide affrontate dalle madri vulnerabili e, soprattutto, agire per proteggere il loro diritto alla sicurezza, alla dignità e alla giustizia, è un imperativo non più rimandabile.


By Cristina Di Silvio

An appeal to the international community for concrete protection of vulnerable mothers worldwide

Every year, Mother’s Day is celebrated in much of the world as an occasion for joy and gratitude. However, there is a reality that remains on the margins of this narrative, invisible and often forgotten: that of mothers who cannot celebrate, who live motherhood not as an expression of love, but as a tragic consequence of violence, war, coercion, and poverty. In a world that proclaims human rights as a foundational principle of its diplomacy, it is crucial to recognize that, for millions of women, the right to a safe and dignified motherhood remains a mirage.

Child Brides: A Violation That Spans Generations

Every year, 12 million girls are forced into marriage. This crime, particularly prevalent in fragile governance contexts such as Yemen, northern Nigeria, and Afghanistan, represents a blatant violation of universal rights enshrined in the Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women (CEDAW) and the UN Convention on the Rights of the Child (CRC). In many countries, the law still legitimizes early marriages, where girls are reduced to property, with no access to education, emancipation, or development. The emblematic case of Nojoud Ali, who was forced to marry at the age of 10 in Yemen, gained international attention, but the reality of millions of “child brides” remains ignored. Although the international community is aware of the scale of this phenomenon, far too little has been done to combat this scourge.

Mothers in Times of War: A Double Condemnation

In conflict scenarios, mothers are often the first victims and the last to receive protection. The Geneva Conventions and UN Security Council Resolution 1325, which uphold the right to the protection of women in armed conflicts, are systematically violated. Recent devastations in Gaza and Sudan, with the bombing of obstetric hospitals, serve as tragic examples. Such attacks not only represent human rights violations but also expose pregnant women and mothers to mortal risks. Despite the international community adopting resolutions for the protection of women in conflicts, the lack of binding mechanisms has meant that many of these resolutions remain ineffective.

Widows and Single Mothers in Post-War Contexts: Further Marginalization

In post-war periods, the reintegration of widows and single mothers is often insufficient or completely neglected. Disarmament, Demobilization, and Reintegration (DDR) programs, which aim to reintegrate former combatants and refugees, rarely consider the needs of women who were not combatants but who lost everything due to war. In countries like South Sudan and the Central African Republic, single mothers, especially those who have suffered violence or lost their husbands, remain without any significant support. In such situations, the right to social protection guaranteed by international instruments like CEDAW remains a dead letter.

Motherhood as a Permanent Trauma: The Case of Sexual Violence in Conflict

Systematic sexual violence in armed conflicts, when used as a weapon of war, brings with it a double injustice. Women who give birth to children as a result of rape face not only the physical and psychological trauma of violence but also social stigma and isolation. The children of these rapes are often stigmatized as “children of the enemy,” with severe psychological and social consequences. Despite UN Security Council Resolution 1820 recognizing sexual violence as a war crime, restorative justice for these women and their children remains a distant goal, despite calls from experts like Zainab Hawa Bangura, former UN Special Representative on sexual violence in conflict.

A Diplomacy of Motherhood: Protection and Justice for Vulnerable Mothers

To ensure the protection of vulnerable mothers globally, a shift in the priorities of international diplomacy is urgently needed. In light of upcoming multilateral summits, including the Nairobi+25 Forum and the review of the UNHCR Refugee Pact, it is crucial to incorporate concrete measures for the protection of vulnerable mothers. Proposed actions include:

  • The introduction of safe motherhood indicators within the monitoring mechanisms of the 2030 Agenda;
  • The creation of an international monitoring system for maternal rights in emergency situations;
  • Strengthening access for mothers who are victims of conflict to international courts and trust funds for victim reparations, such as the ICC Trust Fund for Victims.

On this day that celebrates motherhood, it is vital to remember that motherhood, in its most vulnerable forms, cannot be reduced to a private phenomenon but is an indicator of global justice and lasting peace. Recognizing the challenges faced by vulnerable mothers, and above all, acting to protect their right to safety, dignity, and justice, is an imperative that can no longer be postponed.

Cristina Di Silvio
Cristina Di Silvio
Legal Advisor of the INTERNATIONAL INSTITUTE FOR DIPLOMATIC RELATIONS COMMISSION FOR HUMAN RIGHTS, Reg. Dep. Economic and Social Affairs of the UNITED NATIONS (Equivalent to the rank of Vice Consul) UNITED STATES FOREIGN TRADE INSTITUTE - Director of International Relations for the European Community - General Director in the Capital of Valletta, Republic of Malta - Regional Director for the Capital City of Rome, Italy

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