Ma davvero a tavola non si invecchia? Molti alimenti vengono presentati come preziosi per garantirsi una vita lunga e in salute, altrettanti sono demonizzati come nocivi. Marika Dello Russo, nutrizionista dell’Istituto di scienze dell’alimentazione, evidenzia però che “nessun cibo di per sé funge da rimedio per ogni male”. E sottolinea, invece, l’importanza dello stile alimentare nel suo complesso.
Capita di continuo di imbattersi sui media in notizie che propongono cibi miracolosi o, al contrario, nocivi per la nostra salute. Di volta in volta, alimenti o loro ingredienti vengono demonizzati quasi fossero letali, oppure esaltati come fondamentali per garantire una vita in salute e lunga. Apprendiamo ad esempio da uno studio dell’Università di Barcellona che mangiare ogni giorno una manciata di noci regola il colesterolo e protegge il cuore; secondo i ricercatori degli atenei di Southempton e di Edimburgo, invece, il consumo di caffè, a lungo considerato cancerogeno, fa bene al fegato. Per combattere le neuro-infiammazioni l’Università S. Raffaele suggerisce di assumere mirtilli, frutti preziosi anche per il cuore e per i vasi sanguigni, secondo uno studio inglese pubblicato su Food & Function. Altre ricerche rivelano poi che l’olio extravergine di oliva mantiene giovane il cervello, mentre la University of Southern California “Leonard Davis School of Gerontology” consiglia il digiuno intermittente, ogni 3-4 mesi, come estremamente salutare. Sconsigliato è invece, quasi sempre, il consumo di carni rosse e lavorate, cereali e zuccheri raffinati, sale, grassi saturi.
Inevitabile varietà delle ricerche che si appuntano su aspetti specifici di un alimento, componente o dieta. E “colpa” soprattutto delle rappresentazioni mediatiche, che tendono a tagliare con l’accetta i risultati sfumati degli studi, che andrebbero inseriti nel giusto e più articolato contesto. Questo flusso di informazioni, però, crea inevitabilmente confusione nelle persone, oltre ad alimentare aspettative o diffidenze a volte esagerate nei confronti di determinati cibi. Per comprendere quale sia l’atteggiamento corretto da assumere e se davvero esistano cibi “panacea”, abbiamo chiesto di aiutarci a fare chiarezza a Marika Dello Russo, nutrizionista dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr.
“Sono tante le affermazioni estremistiche, prive di opportuni presupposti scientifici e oggetto di campagne mediatiche. Un esempio è l’olio di palma, che negli ultimi anni è stato inserito nella lista nera degli ingredienti nocivi e cancerogeni, tanto che molti brand lo hanno eliminato dai loro prodotti e hanno evidenziato sulle etichette la dicitura ‘senza olio di palma’. Le autorità scientifiche, chiamate a pronunciarsi a riguardo, lo hanno invece assolto per assenza di evidenze scientifiche di un suo effetto diretto sulla salute. Altro esempio è il glutine, demonizzato perché responsabile di causare gonfiore addominale, di provocare infiammazione o aumento di peso. E così la dieta senza glutine, indubbiamente fondamentale per le persone affette da celiachia o da sensibilità a questa proteina, ha spopolato tra milioni di italiani che, pur non avendo diagnosi di intolleranza, sono convinti che sia più salutare e che faccia dimagrire. Anche in questo caso nessuno studio scientifico ha dimostrato benefici derivanti dall’esclusione del glutine per chi non è celiaco, anzi queste diete seguite per moda rischiano di essere inutili se non addirittura dannose”.
Se è vero che alcuni cibi sono considerati “insani” e per questo eliminati dalla tavola ce ne sono anche di sopravvalutati e considerati esageratamente come “superfood”. “Lo zenzero, le bacche di Goji, i mirtilli, la quinoa sono alcuni degli alimenti presentati come preziosi alleati della salute. Malgrado la loro fama come panacea per tutti i mali, però, le loro supposte proprietà salutistiche non sono supportate dalla letteratura scientifica”, chiarisce la ricercatrice del Cnr-Isa. “Questi cibi, pur avendo una comprovata azione benefica, non proteggono certo da eventuali rischi derivanti da una dieta squilibrata o da uno scarso consumo di frutta e verdura”.
Qual è allora il segreto per alimentarsi in modo sano? “Sebbene alcuni alimenti siano particolarmente protettivi per il nostro organismo, nessun cibo di per sé funge da rimedio per ogni male: gli effetti sulla salute dipendono dalla quantità e frequenza del loro consumo e dallo stile di vita di ciascun individuo. È la dieta nel suo complesso – intesa come stile alimentare – a essere buona o cattiva, non il singolo alimento”, aggiunge Dello Russo. “La Dieta mediterranea a tale proposito viene considerata un buon esempio di modello alimentare, in quanto prevede un’ottimale combinazione tra gli alimenti funzionali tanto pubblicizzati come ‘superfood’ e il consumo sporadico o in piccole quantità di quegli alimenti demonizzati quasi fossero veleno. La sinergia tra i vari elementi rende questo regime capace di preservare lo stato di salute e migliorare la longevità, come dichiarato anche dall’Unesco nel 2010. Frutta e verdura di stagione, cereali integrali, legumi sono i protagonisti della tavola mediterranea e, in quanto naturalmente ricchi in molecole bioattive, aiutano a mantenere in salute il nostro organismo. Essenzialmente pesce, alternato a un consumo settimanale più ridotto di carne, uova e formaggi, tutti categoricamente conditi con olio extravergine d’oliva, sono un altro elemento cardine della Dieta mediterranea. Latte e yogurt, fonte di calcio, oltre che di proteine di buona qualità, sono ottimali se consumati a colazione o come spuntini”.
Ma una dieta sana ed equilibrata non deve, per rimanere tale, rinunciare completamente agli alimenti “voluttuari”, non essenziali per l’organismo ma importanti per il palato e il benessere psichico e sociale. “Snack dolci e salati, fritture, insaccati, bevande zuccherate e alcoliche, sebbene siano da evitare nella quotidianità, possono essere contemplati in eventi di convivialità. Per essi la raccomandazione è di prevederne un consumo occasionale e in quantità limitate, non certo di eliminarli totalmente”, conclude la ricercatrice. “Mangiare in modo equilibrato e sano significa prendersi cura del proprio benessere fisico, psichico e sociale, scegliendo con flessibilità quegli alimenti che permettano di costruire una dieta nutrizionalmente bilanciata, senza rinunciare al gusto e al piacere dei sapori”.
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