Caro Direttore Dossena,
secondo me è stata una madornale imprudenza eliminare l’uso della mascherina, in particolare nei luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto. La pandemia ancora circola liberamente nell’aria, si evince dagli alti e bassi dei contagi. Ricordiamoci pure della micidiale nube di gas che si è formata a seguito dell’incidente dei gasdotti Nord Stream e che sta per arrivare sull’Italia — sperando che non si sommino le radiazioni atomiche minacciate da quel gran figlio di Putin e l’adeguata risposta di Biden — e la frittata sarà completa! So bene che la mascherina non sia risolutiva, ma è pur sempre una buona protezione. Io continuo a ritenerla — insieme all’igiene delle mani, la distanza tra le persone e al divieto di assembramenti — tra le più valide difese dal contagio. Forse, poiché appartengo alla generazione del ’40 e avendo vissuto infanzia e adolescenza in uno dei periodi più difficili della nostra storia, mi sono sembrati ben poca cosa i piccoli sacrifici imposti per contenere la pandemia tanto demonizzati da molti. Piccole rinunzie da subire unicamente per il nostro bene ma che a tanti delle nuove generazioni sono sembrate eccesive, se non addirittura inutili. Invece bisogna riconoscere alla mascherina il grande merito di essere stata la nostra prima alleata per tenere a bada il diffondersi dei contagi. Io le sono molto grato e, poiché sono convinto che ancora non siamo fuori dal tunnel, continuerò a portarla con il rispetto e la riconoscenza che merita.
Raffaele Pisani