“Un’operazione unica ed innovativa necessaria per il mare del Giglio e per i gigliesi”. Legambiente dalla sua Festa Nazionale rilancia la proposta di istituire subito l’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano prevista da 32 anni, un ritardo vero e proprio scandalo ambientale italiano
“Tutto dovrà tornare come era prima del naufragio. Liberare i fondali, ripulire tutto, ripristinare tutto: ci sono piattaforme metalliche da 1.000 tonnellate infisse nel fondale di granito, 1.400 sacchi contenenti 13 mila metri cubi di malta cementizia. Ora inizia l’altra grande sfida per il completo ripristino ambientale dei fondali. Inconcepibile che un disastro possa diventare un monumento da osservare e di fatto buttare al mare il principio ‘chi inquina paga’. Ringraziamo il Ministero dell’Ambiente, la Protezione Civile, la Regione Toscana, l’Osservatorio, Comune, Provincia, Parco Nazionale dell’Arcipelago e tutti coloro che hanno collaborato alla perfetta riuscita del rigalleggiamento del relitto della Costa Concordia e il suo trasporto a Genova, un’operazione ingegneristica unica che ha ridato all’Italia dignità, decoro, sicurezza agli occhi di tutto il mondo. Ora la stessa attenzione, la stessa scrupolosità, la stessa professionalità, grande competenza scientifica e tecnologica siano messe in campo per un’operazione altrettanto unica e innovativa per il ripristino ambientale dei fondali del Giglio”.
E’ appello lanciato da Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente nella giornata conclusiva di Festambiente, festival nazionale di Legambiente che si svolge a Grosseto.
“Quello che è stato cancellato dall’ ”inchino” della Costa Concordia era un’ambiente integro che ospitava una prateria di posidonia, una popolazione di pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo, coralligeno ed una ricca fauna ittica a pochi metri da Giglio Porto. Attendiamo in tempi brevi – prosegue Ciafani – la presentazione da parte di Costa Crociere del piano di ripristino vero e proprio per rimuovere con un intervento ambientale di altissimo livello tecnico e scientifico tutti i possibili residui di cantiere e di lavorazione presenti sul fondo del mare, dalle undici torri del cantiere a gli oltre 1.300 sacchi di malta cementizia serviti, dopo il raddrizzamento dello scorso settembre, a creare quel ‘materasso’ su cui è stata adagiata la chiglia e la pancia della nave. Un cantiere in progress, visitabile dai diving centers, anche come occasione turistica, per capire come sia possibile ricostruire un ambiente di eccezionale qualità. Tutto questo- conclude Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale Legambiente– è assolutamente necessario per il mare del Giglio e per i gigliesi, affinché il ricordo indelebile di questa sciagura abbia meno ripercussioni possibili sul futuro dell’isola”.
Legambiente dalla sua Festa Nazionale rilancia la proposta di istituire subito quell’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano prevista da una legge del 1982, dalla legge quadro sui parchi del 1991 e dalle sue successive modifiche, ma anche da accordi europei ed internazionali che il nostro Paese ha sottoscritto. «Si potrebbe partire dai luoghi del disastro – ha commentato Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente e segreteria nazionale Legambiente – le Scole, dove lo sciagurato inchino di Schettino ha fatto schiantare la Costa Concordia, e la Gabbianara, dove il transatlantico è naufragato e dove verrà realizzata un’eccezionale ricostruzione di un habitat ricchissimo di biodiversità, per costituire il nucleo di un’Area marina protetta che di fatto già esiste a Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri, ma che i localismi hanno impedito di realizzare anche all’Elba e al Giglio, lasciando al Parco Nazionale il compito di gestire solo i vincoli, che non potranno essere trasformati in vere opportunità fino a che non verrà istituita quella vera area marina protetta prevista da 32 anni, un ritardo vero e proprio scandalo ambientale italiano».
Legambiente invita a guardare in maniera unitaria all’istituzione dell’Area marina protetta all’interno del Santuario internazionale di mammiferi marini “Pelagos” che rimane ancora sulla carta. «Al Giglio – conclude Gentili – si faccia un’area marina protetta che garantisca i gigliesi, i pescatori ed i diving locali e che favorisca un diporto sostenibile, il grande cantiere ambientale della Gabbianara e le Scole potrebbero diventare aree “entry e no touch” aperte a visite guidate subacquee, nelle quali il ricordo del dramma della Costa Concordia ed il ricordo delle vittime conviva con la magnifica vita sottomarina dell’Isola del Giglio»