COME E’ POSSIBILE CHE UN GRANDE UOMO DI CULTURA POSSA DIVENTARE PIU’ PICCOLO DI UNO SCUGNIZZO CON POCHI STUDI!
E’ successo, purtroppo, con un giudizio di pessimo gusto con cui Vittorio Feltri, giornalista, saggista e opinionista di chiara fama, ha definito i campani e i meridionali “inferiori” ai settentrionali. Peccato, non avrei mai pensato che un personaggio che mi era sembrato durante una puntata di Tagadà (La7), vero uomo di cultura, leale, simpaticone, e come riferii a Tiziana Panella “nu grande figlio ‘e ntrocchia”, abbia potuto prendere un così miserabile scivolone. Mi auguro che sia stato solo vittima di un momento davvero infelice, una boutade per strappare qualche sorriso in più… comunque è una brutta cosa tutta da dimenticare. Il primo che cercherà di dimenticarla sono proprio io, scugnizzo nato ottant’anni fa in un vicolo di Napoli, con pochi studi e scarsa cultura, ma con una grande virtù: l’amore per la bellezza, soprattutto quella bellezza che si trova nell’educazione, nelle buone maniere, nel saper discernere il bene dal male, nella riconoscenza. Per questa ragione il giudizio di Feltri mi ha sorpreso e fatto molto male, anche perché arriva dopo appena un paio di settimane che la città di Milano e la Regione Lombardia hanno ricevuto e reso noto un messaggio d’amore e di compartecipazione mio e di mia moglie, due vecchi del Sud, al dolore per i lutti provocati dal Coronavirus. Un messaggio di speranza, di augurio, di fratellanza e di riconoscenza anche per quanto seppero trasmetterci, in quelle quattro giornate di visita all’Expo, tutti quei giovani responsabili dell’accoglienza e dell’ingresso ai vari padiglioni. Leggevamo nei loro sguardi lucidi di orgoglio uno straordinario attaccamento alla loro terra e al loro lavoro e un profondo desiderio di amicizia e di fraterna convivenza tra tutti i popoli. Sensazioni che io e mia moglie conserviamo strette nel cuore e le ricordiamo con riconoscenza!
Raffaele