Saturday, December 21, 2024

Cavalleria Rusticana e Pagliacci aprono all’Arena di Verona una nuova era digitale del teatro

di Federico Scatamburlo [da OperaAmorMio magazine]

Nei momenti di difficoltà l’essere umano si ingegna, ed in particolare quando the show must go on. Infatti l’emergenza sanitaria planetaria che ha fermato per oltre un anno i teatri, ha fatto si che il direttivo della Fondazione Arena di Verona, capitanati dal celebre soprano Cecilia Gasdia, trovasse una strada alternativa per rimettere in scena gli spettacoli al Teatro dell’Arena, tanto amato e invidiatoci da tutto il mondo. L’occasione e lo spunto sono stati anche e soprattutto il profondo cambiamento sociale ed economico legato alle innovazioni tecnologiche che rapidissime hanno ormai coinvolto qualsiasi aspetto della nostra vita quotidiana: e chi non si adegua è perduto.

Agostina Smimmero e Sonia Ganassi (Cavalleria Rusticana)

L’effetto, come era prevedibile, è sorprendente e oltremodo spettacolare. Quattrocento metri quadrati di led video-wall ora proiettano i desideri anche della più sfrenata mente registica, e naturalmente l’effetto “wow” è assicurato. L’idea non è tuttavia nuovissima: in Italia la bravissima scenografa Monica Manganelli aveva “arredato” una Aida a Genova interamente in digitale, con un risultato a dir poco sbalorditivo.

Nel palco Areniano troviamo però una soluzione mista: pochi ma essenziali e funzionali arredi si mescolano perfettamente con le enormi proiezioni digitali, e dobbiamo ammettere che non si rimpiangono assolutamente le scenografie tradizionali, anzi, la fantasia e le emozioni sono trascinate ancora più lontano.

L’unica “pecca” del nuovo adeguamento alle norme sanitarie è che gli artisti del coro sono relegati nelle gradinate del lato sinistro rispetto al palco e si è percepito talvolta un disallineamento tra orchestra coro stesso. Sono inoltre presenti plexiglass che isolano fiati e percussioni: ne consegue che il suono è piuttosto diverso da quello tradizionale dell’Arena, ma non per questo meno bello, e, convinti che le attuali imperfezione saranno presto superate, ci faremo presto l’abitudine.

In questo caldo sabato che inaugura definitivamente la stagione estiva, troviamo le prime opere già previste in cartellone nel 2020 e non andate in scena per ovvi motivi: Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, nei nuovi bellissimi allestimenti tutti della Fondazione Arena di Verona, con la collaborazione video design e scenografie digitali D-WOK, e i contributi dei Musei VaticaniBiblioteca Apostolica Vaticana  ed il Parco valle dei dei Templi di Agrigento,

Marco Amiliato (Cavalleria Rusticana)

Sempre belle da vedere queste due opere, che si differenziano dal classico repertorio cui siamo di solito avvezzi, perché, ammettiamolo, celebrano quello che spesso l’essere umano è veramente. Viene infatti posta in evidenza una dinamica e un modus vivendi che giustamente è condannato dalla nostra società, ma tristemente presente. Da un lato uomini che hanno sempre complicati rapporti genitoriali, specie con la madre, e diventano brutali nella loro incapacità di costruire un rapporto con le donne se non con la violenza, e dall’altro lato donne succubi e vittime di aguzzini difesi e idolatrati da loro stesse.

Cavalleria Rusticana è messa in scena all’Arena come deve essere, con colori cupi ed elementi tipicamente siciliani: la storia si svolge infatti a Vizzini, un piccolo comune della Sicilia orientale.  Questa terra baciata dal sole e la sua profonda cultura religiosa siciliana sono protagonisti in tutta l’opera, e vengono enfatizzati dalle proiezioni tridimensionali di meravigliose immagini della Valle dei Templi e di alcune processioni religiose d’epoca.

Nel corso degli anni abbiamo constatato però che sono poche le orchestrazioni che “rendono” perfettamente il calore e l’impeto della solare terra nella quale si svolge il dramma. Il Maestro Marco Armiliato, pur con una buona conduzione perfettamente seguita da un’ottima Orchestra dell’Arena, ha conferito infatti a tutta l’esecuzione una allure un po’ troppo romantica, e non ha fatto emergere invece la verve tipicamente siciliana.

Sonia Ganassi nel suo debutto areniano ha interpretato Santuzza. Abbiamo apprezzato molto le doti canore di Sonia in diverse occasioni, e alte erano le nostre aspettative. Soddisfatte a metà però. Se da un lato a livello drammaturgico è stata una perfetta attrice e ci ha commosso più volte, dal punto di vista vocale forse una certa emozione l’ha portata ad una esecuzione non omogenea, anche se i colori e i fraseggi nella linea di canto sono degni di plauso. Bellissima l’interpretazione di “Inneggiamo, il Signor non è morto”. Brava.

Una scena della Cavalleria Rusticana

Santuzza è promessa sposa di Turiddu, che però ama Lola, a sua volta impegnata ufficialmente con Compare Alfio. Un simile intreccio si sa, è complicato e può anche diventare estremamente pericoloso, e infatti per questo Turiddu verrà ucciso da Compare Alfio.

Murat Karahan veste i panni di Turiddu, utilizzando tutta la sua bravura per dipingere un personaggio che inizialmente è spavaldo e sicuro di sé ma poi si pente ed affronta consapevolmente il proprio destino. Il tenore turco però commette a nostro avviso un errore di intenzioni nell’Addio alla madre dove si spoglia completamente della sua sicilianità e diventa quasi un bravo ragazzo impaurito. Sono comunque piccole sfumature, in quanto tutta l’interpretazione è sostenuta da memorabili fraseggi che hanno portato ad una generale esecuzione di grande caratura.

Murat Karahan

Alfio è stato interpretato da Amartuvshin Enkhbat. Stiamo seguendo con molto interesse da qualche tempo questo baritono originario della Mongolia, e dobbiamo ammettere che sta diventando sempre più bravo. Voce scura ma brillante, drammaturgia e fraseggi impeccabili hanno contraddistinto la drammatica parte del marito tradito. Lodevole anche la perfetta pronuncia italiana, che denota un grande lavoro.

Agostina Smimmero è la rivelazione della serata: inscenare una “mamma” del Sud non è certo cosa facile, ma lei ci è riuscita in maniera sorprendente. Con il bel timbro scuro e un atteggiamento tipicamente meridionale ci ha regalato una mamma Lucia come mai avevamo visto.

Murat Karahan e Clarissa Leonardi
Una scena della Cavalleria Rusticana

Clarissa Leonardi, non perfettamente in voce, ha comunque trasmesso una corretta ed energica Lola.

A seguire Pagliacci: ricordiamo che è un fatto realmente accaduto nel 1865 a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, dove il padre dell’autore era magistrato e aprì l’istruttoria per l’efferato uxoricidio ed omicidio. Essendo la narrazione ambientata in una compagnia di girovaghi impegnati in uno spettacolo, tutti i personaggi assumono una doppia connotazione.

Quest’opera era anche molto amata da Federico Fellini: la fondazione approfitta del nuovo impianto scenico per fargli omaggio, proiettando delle belle e azzeccate immagini di pellicole in bianco e nero con il “pagliaccio” Giulietta Masina, facendo quasi immaginare che quanto avviene sul palco siano le riprese di un film. Bellissimo.

Marina Rebeka (I Pagliacci)

Nel prologo, durante il quale Tonio (Taddeo lo scemo), il pagliaccio gobbo, spiega agli spettatori l’argomento del dramma, Amartuvshin Enkhbat dà il meglio di sé e strappa al pubblico un applauso calorosissimo, al termine di una interpretazione stupefacente, che ci ha trasportati per qualche minuto in un altro mondo.

Marina Rebeka e Maio Cassi (I pagliacci)

Canio (Pagliaccio), geloso a tal punto da diventare violento è stato interpretato dall’ormai più che famoso Yusif Eyazov. Anche per lui la carriera sta proseguendo con notevoli miglioramenti. Il canto è ormai sicuro e tranquillo, quasi indulgente all’abbandono interpretativo. Ne consegue un personaggio credibilissimo, ricco di sfumature e assolutamente coinvolgente e lo studio e la dedizione alla parte sono talmente evidenti che gli si possono perdonare alcuni piccoli inciampi esecutivi. Bellissimo il celeberrimo “Vesti la Giubba”.

Canio ha il sospetto, fondato, di essere tradito con Tonio dalla moglie, Nedda. Quest’ultima è Marina Rebeka che, con voce trasparente e raffinata contrapposta a momenti passionali ed ammiccanti ha interpretato la moglie fedifraga in modo coinvolgente fino alla fine.

Yusif Eyazov (I Pagliacci)

In realtà Nedda ha una tresca con Silvio, ricco possidente della zona, che è stato interpretato da Mario Cassi. Per lui non c’è molto da dire: interpretazione egregia, bellissimi fraseggi, dizione perfetta. Bravo.

Alla fine Canio, accecato dalla gelosia, accoltellerà la moglie che, in punto di morte, gli rivelerà il vero nome dell’amante, Silvio, il quale morirà a sua volta sempre per mano di Canio.

Max René Cosotti (un contadino) e Dario Giorgelè (un altro contadino) completano degnamente il cast di questa serata.

Amartuvshin Enkhbat e il resto del cast (I Pagliacci)

Il Maestro Marco Armiliato, ha decisamente risolto i problemi di tempi e di quel leggero scollamento tra buca, palco e comparto corale della rappresentazione precedente, con una direzione precisa, con bei volumi, ampi respiri e coinvolgenti fraseggi.

Repliche per Cavalleria rusticana e Pagliacci: 2,22,31/07 e 14/08.

Gli spettacoli di Cavalleria, Pagliacci e Aida del 26 giugno sono anche stati ripresi da RAI3, e andranno in onda ogni martedì a partire dal 27 luglio, in tre serate, illustrate e accompagnate da Pippo Baudo e Antonio di Bella.

Lo svago e il divertimento culturale muovono dunque i primi passi dopo l’interruzione forzata. Sappiamo che niente sarà come prima, ma è stato bello, rassicurante e rasserenante risedersi nelle poltrone di un teatro e godere nuovamente della bravura di artisti e maestri di tutto il mondo.

©photoennevi

La recensione si riferisce allo spettacolo del 25 giugno 2021

25 giugno ore 21.00

2, 22, 31 luglio ore 21.00

14 agosto ore 20.45

Cavalleria rusticana e Pagliacci

Direttore Marco Armiliato

Maestro del Coro Vito Lombardi

nuoVo allestimento della fondazione arena di verona

Video design e scenografie digitali D-WOK

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Cavalleria rusticana

Melodramma in un atto

Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci

Musica di Pietro Mascagni

Personaggi e interpreti

Santuzza                        Sonia Ganassi (25/6)

                                          Maria José Siri (2, 22/7)

                                          Aleksandra Kurzak (31/7)

                                          Ekaterina Semenchuk (14/8)

Lola                                  Clarissa Leonardi

Turiddu                           Murat Karahan (25/6 – 22/7)

                                          Yusif Eyvazov (2/7)

                                          Roberto Alagna (31/7)

                                          Piero Pretti (14/8)

Alfio                                 Amartuvshin Enkhbat (25/6)

                                          Sebastian Catana (2, 22/7)

                                          Ambrogio Maestri (31/7 – 14/8)

Lucia                               Agostina Smimmero (25/6 – 22/7 – 14/8)

                                         Elena Zilio (31/7)              

Orchestra, Coro e tecnici dell’Arena di Verona

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Pagliacci

Dramma in un prologo e due atti

Parole e musica di Ruggero Leoncavallo

Personaggi e interpreti

Nedda (nella commedia Colombina)              Marina Rebeka (25/6 – 14/8)

Valeria Sepe (2/7)

                                                                                       María José Siri (22/7)

                                                                                       Aleksandra Kurzak (31/7)

Canio (nella commedia Pagliaccio)                 Yusif Eyvazov (25/6 – 2/7)

                                                                                       Fabio Sartori (22/7)

                                                                                       Roberto Alagna (31/7)

Tonio (nella commedia Taddeo lo scemo)    Amartuvshin Enkhbat (25/6)

                                                                                       Sebastian Catana (2, 22/7)

                                                                                       Ambrogio Maestri (31/7 – 14/8)

Peppe (nella commedia Arlecchino)                Riccardo Rados (25/6 – 2, 22/7)

                                                                                       Matteo Mezzaro (31/7 – 14/8)

Silvio                                                                            Mario Cassi (25/6 – 22/7 – 14/8)

                                                                                       Davide Luciano (2, 31/7)

Un contadino                                                           Max René Cosotti

Altro contadino                                                                       Dario Giorgelè

Orchestra, Coro, Ballo e tecnici dell’Arena di Verona

Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani

GALLERIA

Federico Scatamburlo
Federico Scatamburlo
Nato in provincia di Venezia nel 1965, fin da giovane coltiva intimamente la passione per la musica classica, accostandosi al mondo dei teatri e delle rappresentazioni liriche. Da allora scopre un particolare gusto per i virtuosismi vocali, per il bel canto in generale, rendendosi conto suo malgrado di avere un “orecchio” particolarmente attento per questo tipo di esibizioni. Il suo ambito artistico spazia, oltre che alla lirica, anche nell’arte e nella fotografia.

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