L’appello per un atto di clemenza nei confronti dei carcerati che Papa Francesco ha rivolto alle autorità competenti è da condividere in toto. Sono convinto che umanità e solidarietà restino sempre i sentimenti migliori per aiutare le persone che soffrono. Però sono anche convinto che il solo indulto non sia sufficiente a migliorare in modo esauriente le quotidiane difficoltà dei detenuti. Secondo me sarebbe ancora più urgente affrontare e risolvere sia il problema del sovraffollamento delle carceri, sia la ristrutturazione degli edifici. Dovrebbero essere questi gli impegni primari di uno Stato civile che mira davvero al recupero dei detenuti. Comprendo che non sono problemi da poco, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. Ma sono problemi che bisogna affrontare con determinazione. Non si possono ignorare infatti le condizioni di estremo disagio a cui sono costretti esseri umani che hanno sbagliato, certo, ma che stanno pagando e hanno diritto di vivere la detenzione con dignità per sperare un giorno di essere restituiti alla società cittadini migliori, per il bene di tutti. L’aspetto economico, ribadisco, è da non sottovalutare. Ma una fonte di “approvvigionamento” potrebbe venire dalle entrate del superenalotto: quando il jackpot supera i cento milioni di euro e non viene centrato dai giocatori, si riduce della metà che verrà destinata appunto alla modernizzazione delle strutture penitenziarie.
C’è un altro grosso problema da non sottovalutare e che sicuramente rende ancora più gravosa la detenzione: l’impossibilità di fare sesso regolare e secondo natura. Anche questo pesante disagio si potrebbe alleviare dando la giusta importanza agli incontri “privati” dei detenuti con le rispettive mogli o compagne. Questo – rifletteteci bene – sicuramente allenterebbe di molto le tensioni e contribuirebbe, non poco, a migliorare il tutto.