Monday, November 18, 2024

Anita Garibaldi – La donna accanto all’eroe

Nello scrivere quest’articolo su Anita Garibaldi, mi sono prontamente resa conto che questa biografia non le rendeva giustizia. A causa della quasi totale assenza di documenti sulla sua vita, Anita Garibaldi sembra essere diventata sia una leggenda della guerra e delle rivoluzioni sia una classica protagonista di una storia d’amore. Queste due versioni della sua immagine non sono necessariamente in contrasto, però credo sinceramente che ciascuna fornisce una lezione per noi nella società contemporanea. Non sarebbe accurato chiamare Anita Garibaldi una forza silenziosa del Risorgimento né solo l’amante e la moglie di Giuseppe Garibaldi. Con un po’ d’analisi diventa chiaro che lei è stata molto di più. Era una donna che possiamo apprezzare oggi per la sua forza e determinazione. Nata a Laguna, Brasile, in una povera famiglia di pescatori, Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva fu educata da sua madre Aninha do Bentião. Forse fu proprio durante questo periodo, senza un padre, che Anita imparò l’abilità ed i valori che le sarebbero stati necessari per diventare quella fortissima donna che noi tutti conosciamo. Alla giovane età di tredici anni, Anita si sposò con Manuel Duarte Aguiar. Fu il suo primo matrimonio, però certamente non il suo ultimo amore. Durante gli anni passati con Manuel, Anita continua ad imparare la cultura dei gaucho, della popolazione rurale delle pampas. L’economia era basata sull’agricoltura e, quindi, lei imparò tutto sulla terra. Questa cultura del Brasile del sud ebbe un ruolo simbolico ma significativo nello sviluppo dei sentimenti nazionalistici nella regione e in tutta l’America del Sud ed anche nella formazione degli ideali politici di Anita. Quando Anita incontrò Giuseppe, la loro storia d’amore cominciò. Tutte e due compresero che erano destinati ad essere insieme. La leggenda detta che Giuseppe la vide e la chiamò al balcone dicendole, “Tu devi essere mia.”. Le scelte che Anita fece dopo questo primo incontro rappresentano quanto lei fosse davvero una donna forte e moderna sia nei pensieri sia nelle azioni. Lasciò difatti il suo primo marito, cambiando il nome in Anita Garibaldi, e seguendo Giuseppe in una vita dedicata alla lotta per la libertà e la giustizia. Anita e Giuseppe cominciarono le loro vite insieme in Brasile, lottando per l’indipendenza e la giustizia. Poiché aveva imparato la cultura gaucha, Anita insegnò a Giuseppe gli usi dell’America del Sud. Come un cavaliere, Anita era pronta ad andare a lottare in guerra ancor prima di avere incontrato il prode condottiero. I due vissero insieme per anni, prima del loro matrimonio a Montevideo, ed in questo periodo lavorarono per la formazione di una legione italiana per l’Uruguay. Dopo il loro matrimonio ebbero quattro figli. La famiglia si traslocò in Italia, perchè Anita e Giuseppe speravano di unire tutti i moti rivoluzionari che erano già attivi nella penisola. Dopo che Roma cedette ad un assedio francese, la legione di Garibaldi fuggì dalla città, inseguita dalle truppe nemiche. Durante la ritirata, vicino a Ravenna, Anita, incinta, morì nelle braccia di suo marito. Il modo in cui Anita morì, lottando per la giustizia e la libertà, esemplifica la sua dedizione a Giuseppe e alle cause in cui credettero. In questa storia d’amore e di leggenda guerresca possiamo vedere che se si crede veramente in una causa si può cambiare il mondo. Con la guerra e il terrorismo del mondo odierno, è incoraggiante trovare la speranza in questa donna. Fu una donna progressista e femminista, prima che il mondo sapesse il significato di questa parola. Comunque, oggi mancano pazienza e dedizione, virtù fondamentali che dobbiamo sviluppare. Quando qualcosa diventa difficile, l’abbandoniamo perché vogliamo essere immediatamente soddisfatti. Soprattutto noi donne, non dobbiamo dimenticare quello che Anita Garibaldi fece e quello che è possibile per raggiungere con molta determinazione. Inoltre, il rapporto fra Anita e Giuseppe rappresenta la forza dell’amore, ed io sono una romantica inguaribile, che si meraviglia delle storie d’amore che durano, soprattutto durante la guerra. Anche se le loro vite non furono perfette, poiché esistevano molti conflitti e avversità, Anita rimase accanto a Giuseppe, lottando al suo fianco per i loro ideali. È evidente che anche dopo la morte di Anita, lei rimase una parte importantissima della vita e del cuore di Giuseppe, dato che nel 1860, quando Garibaldi proclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia, egli indossava la sciarpa d’Anita ed il suo pancho dell’America del Sud. Nella società contemporanea, in cui niente sembra rimanere, niente è sacro, né i credi, né i matrimoni, neanche l’amore, possiamo apprezzare questo profondo amore tra Anita e Giuseppe Garibaldi. Se più persone, oggi, potessero applicare questi principi nelle loro vite, forse noi insieme potremo cambiare la situazione del mondo. Inoltre, oggi, l’indipendenza è un modo di vivere. Anche l’Italia lotta per proteggere l’idea della famiglia, mentre gli interessi personali diventano sempre più importanti. È una sfortuna che Anita non abbia avuto l’opportunità di scrivere la sua storia di donna progressista. È nostra responsabilità conservare la storia d’Anita Garibaldi come noi la capiamo, e usarla come esempio nel nostro vivere quotidiano.

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