Sono un semplice uomo di strada, poco meno vecchio di Alain Delon. Da tempo leggo che, succube di una crudele depressione, vuole morire e ha chiesto aiuto al figlio per farla finita con un “suicidio assistito”. Mi chiedo: io che sono un suo ammiratore da sempre, cosa posso fare per aiutarlo? Dicono i Maestri che si può aiutare chi soffre anche con il solo pensiero… Caro Alain, tu che sei stato, e resti, uno degli uomini più belli e amati, credo che ora debba cominciare ad amare un poco te stesso. Lo devi fare perché non devi permettere alla vecchiaia né alla “solitudine” di ridurti nello stato pietoso che tu descrivi. Io penso che anche quando sembra che il mondo ci crolli addosso dobbiamo trovare in noi e attorno a noi quella piccola luce che ci può venire in aiuto, dalla goccia di rugiada sul petalo di un fiore alla bellezza sempre nuova della prima luce dell’alba, dalla primavera che ritorna agli ultimi raggi di sole al tramonto. Anche io sono vecchio, oltre ad essere acciaccato e povero, però ti confesso che vivo queste briciole di tempo che mi resta, questi momenti di grande confusione, prima per il Covid ora per la guerra, affrontando questi stati d’animo surreali con uno spirito “leggero”. Questo perché cerco di apprezzare quello che la vita ancora mi regala e in più, giorno dopo giorno, cresce in me la consapevolezza dei meravigliosi doni avuti. Pure appartenendo alla generazione di quei vecchi che non sono stati mai bambini, non si poteva esserlo in quei terribili anni ’40 vissuti in una Napoli distrutta dai bombardamenti, umiliata dalla miseria, mortificata dalla fame e lacerata da migliaia di vittime, sono sopravvissuto ai tanti mali che mi hanno assalito. Nel contempo, però, mi hanno aiutato a rafforzare il sentimento della gratitudine per le piccole e poche cose che ho avuto. E di questo ringrazio la vita! Ecco, caro Alain, il mio pensiero che affido per te all’Universo: godiamoci questo poco tempo che il buon Dio ci regala e ringraziamolo per le opportunità che ancora abbiamo di ammirare la bellezza del Creato. Dobbiamo vivere così, senza rimpianti, con il sorriso sulle labbra e la gioia nel cuore per accogliere “sorella Morte” quando lei deciderà di venire. Dobbiamo morire da vivi, caro Delon, orgogliosamente da vivi perché, indipendentemente dai traguardi raggiunti, abbiamo avuto il privilegio di diventare vecchi e soprattutto di non avere vissuto invano!