Quanti sono i giovani bevitori? Com’è il consumo recente? Quello corrente? Che cosa si beve? Dove? Quando? Chi è più a rischio?
Tutte le risposte in dieci anni di revisione sistematica
Giovedì 9 luglio – dalle 9,30 alle 13,30 – presso il CNR, Piazzale Aldo Moro 7 – Roma
Lo studio promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool (OPGA) e realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) è una sintesi delle principali evidenze emerse dall’analisi, allargata a dieci anni, delle principali sorveglianze epidemiologiche a carattere nazionale sul consumo di alcool tra i giovani. Le survey analizzate [ESPAD®Italia (The European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) – IFC-CNR; Aspetti della vita quotidiana – Multiscopo-ISTAT; IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs) – IFC-CNR; Gli italiani e l’alcool. Consumi, tendenze e atteggiamenti in Italia – Doxa-OPGA; HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) – Istituto Superiore di Sanità e Università degli Studi di Torino, Padova e Siena], hanno permesso di indagare: la diffusione dei consumi di bevande alcoliche nella popolazione giovanile; l’impatto dei consumi a rischio; le caratteristiche del consumo e dell’abuso giovanile.
Obiettivo del lavoro è stato quello di analizzare gli andamenti e i cambiamenti dei principali indicatori del consumo di bevande alcoliche, sia in termini di contesti che di eccessi, definire le diverse tipologie di consumatori e descrivere le caratteristiche demografiche e di contesto sociale. Le cinque rilevazioni consentono di trarre alcune indicazioni di fondo pur tenendo conto delle diversità delle fonti e della variabilità dei diversi campioni utilizzati.
Emerge una convergenza sostanziale delle dinamiche fenomenologiche che tende a favorire una lettura sociale dei comportamenti di consumo da parte dei giovani nel tempo; si mantiene la distinzione fra l’area del consumo e quella delle eccedenze; i contesti familiari e quelli ambientali, insieme al gruppo dei pari, continuano a costituire una determinante importante nello spiegare i comportamenti giovanili unitamente alla diversa vulnerabilità individuale.
Complessivamente, si è registrata una riduzione dei consumi di bevande alcoliche sia recenti (riferiti all’ultimo anno) che correnti (ultimi 3 mesi/ultimo mese/ultima settimana).
Modifiche rispetto al consumo recente: per ESPAD®Italia il consumo di alcool tra gli studenti 15-19enni, pur molto diffuso, mostra un trend decrescente tra i minorenni. Dal 2002, la riduzione annua è dello 0,7% per i maschi e dal 2004 è dell’1,3% per le femmine. Non si evidenziano variazioni significative per i maggiorenni. Per Multiscopo-ISTAT, dal 2005 si è registrata tra gli under 18 una diminuzione del 4% annuo per le femmine e del 3% annuo per i maschi. Nelle altre classi di età si osserva una lieve diminuzione solo nel genere maschile (-0,8% 18-24enni; -0,6% 25-34enni)
Modifiche rispetto al consumo corrente: anche in questo caso si osserva una complessiva diminuzione. Infatti, secondo Doxa-OPGA, dal 2005 al 2010 c’è stata una riduzione significativa tra i 25 ed i 34 anni dell’uso di alcool negli ultimi 3 mesi, secondo HBSC, dal 2006 si registra la diminuzione di maschi e femmine 15enni che hanno riferito di aver bevuto nell’ultima settimana.
Chi beve: i consumatori maschi sono più delle femmine; che tra i 15-17enni ci sono meno consumatori rispetto alle classi di età maggiori; che tra i maschi la maggioranza dei consumatori è tra i 25-34enni; che tra le femmine la maggioranza è tra i 18 e i 24 anni.
Cosa si beve: uno dei dati più rilevanti delle diverse indagini converge sulla diminuzione del consumo di birra e vino tra i minorenni. Tra i più grandi, la diminuzione del consumo di vino, birra e amari si accompagna ad un leggero aumento degli aperitivi alcolici e dei superalcolici.
Dove si beve: secondo ESPAD®Italia aumenta tra i 15-19enni la tendenza a bere in più posti nello stesso giorno e, nello specifico, in case private ed esercizi pubblici. Diminuiscono gli adolescenti che bevono solo in spazi aperti.
Quando si beve: DOXA-OPGA rileva che fra il 2005 e il 2010 diminuisce il consumo di bevande alcoliche durante i pasti (casa, mensa, ristorante, pizzeria…), in particolare il consumo di birra ai pasti diminuisce tra i 15-34enni, quello del vino per i 25-34enni.
Un aspetto di particolare interesse negli studi sull’uso di alcool tra i giovani è il bere eccessivo (con e senza ubriacatura), l’intossicazione alcolica ed il binge drinking. Secondo Doxa-OPGA, ubriachezza ed ebrezza aumentano tra i 25-34 anni, ma la fascia più coinvolta rimane quella tra i 18 ed i 24 anni, aspetto quest’ultimo che richiede particolare attenzione. Lo studio HBSC mostra una lieve diminuzione tra il 2006 e il 2010 dei 15enni che hanno avuto esperienza di ubriachezza almeno due volte nella vita, sia tra i maschi che tra le femmine. Diminuisce anche la prevalenza di giovani che dichiarano episodi di binge drinking. Secondo i dati Multiscopo-ISTAT, i giovani che hanno riferito almeno un episodio nell’anno hanno registrato, nel periodo 2005-2012, una significativa riduzione percentuale annua del 9,8% tra le 15-17enni e dell’1,9% tra i maschi 18-24enni. Infine, secondo i dati ESPAD®Italia, per le minorenni ad un aumento fino al 2007 del 3,3% medio annuo è seguita una diminuzione annua del 2,6% fino al 2013. In lieve diminuzione dal 2002 anche la prevalenza di questi episodi tra i maschi maggiorenni, dello 0,8% medio annuo.
In termini di atteggiamenti e di opinioni, secondo Doxa-OPGA, risulta stabile l’atteggiamento tollerante verso il singolo episodio di ubriachezza purché non abituale mentre, fra i maggiorenni, si osserva un incremento di coloro che dichiarano di trovarsi in difficoltà nel non bere bevande alcoliche quando tutti ne bevono; aumenta invece la consapevolezza del rischio da parte di coloro che ritengono pericoloso guidare dopo aver assunto bevande alcoliche, sia pure un solo bicchiere di vino o birra. Per ESPAD®Italia gli incidenti alla guida di scooter/auto a causa dell’alcool consumato è diminuito del 4,2% medio annuo per i ragazzi sotto i 18 anni e del 6,1% tra quelli più grandi, mentre tra le femmine del 9,9% per le minorenni e del 7,9% tra le maggiorenni. Riguardo ai bevitori correnti (ultimo mese o ultimi 3 mesi, a seconda dell’indagine), in generale, le indagini fanno rilevare una diminuzione del consumo abituale a favore di consumi più sporadici (occasionali o settimanali) e del “non consumo”. I dati IPSAD® evidenziano che, a fronte dell’aumento del “non consumo” diminuiscono i bevitori abituali e settimanali ed aumentano quelli occasionali. Sostanzialmente stabile il consumo con almeno un episodio di ubriachezza. La diminuzione dei bevitori abituali è confermata dall’indagine DOXA-OPGA che rileva anche un aumento dei non consumatori. Allo stesso tempo si registra un lieve aumento di giovani che riferiscono di essersi ubriacati almeno una volta negli ultimi tre mesi. Per ESPAD®Italia, il consumo occasionale si distribuisce in modo simile tra minorenni e maggiorenni, mentre quello settimanale, quello abituale, così come le ubriacature sono leggermente più elevati tra i maggiorenni. Nel complesso, in leggero aumento il “non consumo” tra i 15-17enni e in diminuzione tra i 18-19enni.
Emerge un profilo di maggiore esposizione: dall’indagine sulla popolazione generale si rileva che gli studenti e coloro che utilizzano altre sostanze psicotrope hanno una maggiore probabilità di riferire episodi di ubriacature. Dai dati ESPAD®Italia si rileva che gli studenti che hanno una bassa performance scolastica e cattive relazioni familiari hanno una maggiore probabilità di ubriacarsi, così come quelli che hanno genitori con un elevato livello di scolarità e coloro che percepiscono bassa la condizione economica familiare.
“Questi risultati – commenta il prof. Enrico Tempesta, Presidente dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol – se da una parte sono indicativi di una progressiva presa di coscienza della necessità di un bere responsabile, dall’altra impongono ai policy makers di adottare un approccio bio-psico-sociale piuttosto che tradizionalmente sanitario non solo sul piano interpretativo dei fenomeni alcoolrelati ma soprattutto sul piano delle implicazioni di policy e di prevenzione. Infatti, oltre alla necessità di implementare una educazione al bere responsabile, diviene urgente adottare quelle misure di intervento precoce nel disagio giovanile dove la vulnerabilità individuale psico-biologica e sociale rappresenta l’apripista non solo a comportamenti a rischio alcool, ma anche a quelli collegati alla droga e al gioco d’azzardo”.
La dott.ssa Sabrina Molinaro ha coordinato il gruppo di ricerca della Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR che ha realizzato lo studio Consumi di bevande alcoliche nei giovani in Italia dal 2000 ad oggi, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool. “I maggiori studi sull’alcol, condotti a livello nazionale negli ultimi decenni, in estrema sintesi concordano sul fatto che tra i giovani italiani di 15-34 anni sta diminuendo il consumo di alcolici, specialmente tra i minorenni” afferma Molinaro. “Sia tra i minorenni che tra i maggiorenni sono diminuiti i consumatori di vino e di birra, mentre tra i maggiorenni risultano leggermente aumentati quelli di aperitivi alcolici e superalcolici. Rimane il fatto che sono più i maschi a consumare alcolici, in particolare i 25-34enni, mentre tra le femmine sono le 18-24enni.”
La dott.ssa Molinaro prosegue: “Rispetto ai consumi eccessivi, è importante sottolineare che, per l’indagine condotta da Doxa-OPGA, gli episodi di ebbrezza e di ubriachezza, pur interessando in particolar modo i 18-24enni, mostrano un aumento tra i 25-34enni, mentre risultano diminuiti i giovani 15enni che si sono ubriacati 2 o più volte nella vita, così come rilevato dall’indagine HBSC. Altro risultato di rilievo è il decremento del binge drinking, del bere cioè 5 o 6 bicchieri di alcol in breve tempo, in una stessa occasione: i giovani che lo hanno fatto nell’ultimo anno, in particolar modo le femmine minorenni ed i maschi maggiorenni, sono diminuiti”.
Le analisi hanno evidenziato delle tipologie di giovani bevitori. “Lo studio ha messo in luce 4 tipologie principali di bevitori correnti: occasionali: coloro che hanno bevuto 1 volta al mese o meno e mai ubriacati; settimanali: coloro che hanno bevuto 1 volta a settimana e mai ubriacati; abituali: coloro che hanno bevuto 2 o più volte a settimana e mai ubriacati; coloro che hanno avuto almeno un episodio di ubriachezza negli ultimi 30 giorni o negli ultimi 3 mesi.
È importante sottolineare l’aumento dei non consumatori, soprattutto tra i minorenni, a fronte della diminuzione dei consumatori abituali, ma anche il leggero aumento di coloro che si sono ubriacati”, prosegue la ricercatrice IFC-CNR: “Sono i maschi ed i maggiorenni ad avere maggiori probabilità di bere e di ubriacarsi, così come coloro che nell’anno hanno fumato tabacco e/o hanno usato cannabis. Ma hanno maggiori probabilità anche le persone celibi/nubili, così come le persone diplomate e laureate, piuttosto che con un titolo di studio inferiore, e le persone occupate o studenti, piuttosto che le persone disoccupate o casalinghe. Abbiamo inoltre rilevato anche che sono gli studenti con genitori con un diploma superiore o che sono laureati ad avere più probabilità di bere, mentre coloro che sono soddisfatti del proprio rapporto con i genitori o che riferiscono di essere monitorati dai genitori hanno meno probabilità di bere. Dall’altra parte gli studenti soddisfatti del rapporto con i propri amici e/o che riferiscono di avere una performance scolastica nella media hanno maggiori probabilità di bere, mentre quelli che riferiscono una bassa performance scolastica (piuttosto che alta) hanno più probabilità di bere abitualmente e di ubriacarsi, così come quelli che escono spesso la sera e/o che giocano d’azzardo”.
La dott.ssa Molinaro conclude: “Un ultimo risultato importante riguarda il consumo a rischio e problematico. Lo studio ha evidenziato che sono i 18-24enni, rispetto ai 25-34enni, e le persone disoccupate o casalinghe ad avere maggiori probabilità di essere bevitori a rischio, così come sono i maschi e le persone non coniugate ad avere maggiori probabilità di essere bevitori problematici. Infine i consumatori di tabacco, di cannabis e/o di cocaina hanno maggiori probabilità di essere bevitori a rischio e ancor più problematici”.