Friday, December 27, 2024

Famiglie italiane: cibo, benzina e bollette assorbono oltre la metà della spesa totale / Italian households: food, gasoline and bills absorb more than half of total expenditure

Le spese “obbligate” sostenute mensilmente nel 2023 dalle famiglie italiane – vale a dire quelle che riguardano indicativamente l’acquisto di cibo, carburante e bollette – hanno raggiunto i 1.191 euro, pari al 56 per cento della spesa totale che, invece, in valore assoluto si è attestata a 2.128 euro. Un’incidenza in calo rispetto al dato del 2022 (57,1 per cento), ma decisamente superiore alle quote che registravamo prima dell’avvento della pandemia. È quanto emerge dall’analisi svolta dall’Ufficio studi della CGIA – Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre.
SPESE OBBLIGATE PIÙ ELEVATE A CAUSA DELL’INFLAZIONE
Dopo il periodo del Covid e la crisi energetica che hanno caratterizzato il triennio 2020/2022, le spese “obbligate” si sono stabilizzate su soglie più elevate. A causa, sicuramente, anche del forte aumento dell’inflazione e della conseguente erosione degli stipendi che si sono verificati in questi anni, molte famiglie sono state costrette a concentrare gli acquisti in particolare per “vivere” e per recarsi/tornare dai luoghi di lavoro/studio.
ALIMENTARI E BEVANDE LA VOCE CHE DRENA DI PIÙ
Scomponendo i 1.191 euro di spesa mensile obbligata, 526 euro sono riconducibili all’acquisto di beni alimentari e bevande analcoliche, 374 per la manutenzione della casa, bollette e spese condominiali e 291 per i trasporti, ovvero per il pieno dell’auto e per gli abbonamenti su bus/tram/metro/treni. A questi 1.191 euro vanno sommati 937 euro che, invece, sono ascrivibili alla cosiddetta spesa complementare, che fa salire la spesa complessiva media nazionale a 2.128 euro.
NEL SUD L’INCIDENZA DELLE SPESE FISSE SFIORA IL 60%
Analizzando la situazione per aree geografiche, emergono forti differenze di spesa tra il Nord e il Sud del Paese. Se a Nordovest la spesa complessiva mensile nel 2023 è stata pari a 2.337 euro, nel Mezzogiorno ha toccato i 1.758 euro (-24,7 per cento). Per quanto riguarda le spese “obbligate”, invece, è il Mezzogiorno a registrare un’incidenza di queste ultime sulla spesa totale più elevata d’Italia. Se nel Nordovest e nel Nordest la quota sul totale è del 55 per cento circa, al Sud sale al 59,4 per cento. Questo risultato è riconducibile al fatto che, in particolar modo, la spesa media per i beni alimentari del Mezzogiorno non ha eguali tra le altre ripartizioni geografiche. Se in termini monetari la spesa mensile media più importante nel 2023 per cibo, bollette e carburante è stata registrata dalle famiglie del Nord – in Trentino Alto Adige con 1.462 euro, in Lombardia con 1.334 euro e in Friuli Venezia Giulia con 1.312 euro – come detto precedentemente, l’incidenza delle spese obbligate sul totale è risultata più elevata nelle regioni meridionali – Calabria con il 63,4 per cento, Campania con il 60,8 e Basilicata con il 60,2.
QUESTO TREND PREOCCUPA ANCHE ARTIGIANI E COMMERCIANTI
Gli artigiani e i piccoli commercianti vivono prevalentemente dei consumi delle famiglie, in particolare di quelle che risiedono nelle aree in cui sono ubicate fisicamente queste piccole realtà imprenditoriali. Se gli acquisti diminuiscono e la maggior parte di essi è destinata a “coprire” le spese “obbligate”, è evidente che anche i fatturati delle piccole realtà artigianali e commerciali ne risentono negativamente. La crisi che ha interessato tantissime botteghe artigiane e altrettanti negozi di vicinato è sicuramente ascrivibile alle tasse, ai costi elevati degli affitti, alla concorrenza molto aggressiva praticata dalla grande distribuzione e alla forte espansione del commercio online, ma, soprattutto, dal calo dei consumi che, purtroppo, negli ultimi 10 anni ha riguardato le famiglie economicamente più fragili e quelle che costituiscono il cosiddetto ceto medio.
ACQUISTI DI NATALE 2024 PROBABILMENTE IN CALO DI UN MILIARDO
Non è da escludere che, con spese “obbligate” in grado ormai di “drenare” ben oltre la metà della spesa totale delle famiglie, i prossimi acquisti di Natale subiscano una frenata rispetto a quanto avvenuto nel 2023. L’anno scorso, infatti, le stime indicano che in Italia la spesa per i regali da mettere sotto l’albero è stata pari a poco più di 11 miliardi di euro. Quest’anno, invece, dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi di euro (-9 per cento). Le ragioni di questa contrazione vanno ricercate nella minore disponibilità di spesa delle famiglie, a fronte delle difficoltà economiche avvertite negli ultimi mesi, e dal fatto che sempre più persone anticipano l’acquisto dei regali di Natale a fine novembre, approfittando degli sconti offerti dal Black Friday. (aise)


The “obligatory” expenses incurred monthly in 2023 by Italian households – i.e. those that indicatively concern the purchase of food, fuel and bills – reached 1,191 euros, equal to 56 percent of total expenditure which, on the other hand, in absolute value stood at 2,128 euros. An incidence down compared to the 2022 figure (57.1 percent), but significantly higher than the shares we recorded before the advent of the pandemic. This is what emerges from the analysis carried out by the Studies Office of the CGIA – Association of Artisans and Small Businesses of Mestre.

HIGHER COMPULSORY EXPENSES DUE TO INFLATION

After the Covid period and the energy crisis that characterized the three-year period 2020/2022, “obligatory” expenses have stabilized at higher thresholds. Due, of course, also to the sharp increase in inflation and the consequent erosion of salaries that have occurred in recent years, many families have been forced to concentrate on purchases, in particular, to “live” and to go / return from the places of work / study.

FOOD AND BEVERAGES THE ITEM THAT DRAINS THE MOST

The 1,191 euros of compulsory monthly expenditure breaks down the €526 are attributable to the purchase of food and non-alcoholic beverages, €374 for home maintenance, bills and condominium expenses, and €291 for transport, i.e. for filling up the car and for bus/tram/metro/train passes. To these 1,191 euros must be added 937 euros which, on the other hand, are attributable to the so-called complementary expenditure, which raises the total national average expenditure to 2,128 euros.

IN THE SOUTH, THE INCIDENCE OF FIXED EXPENSES IS CLOSE TO 60%

Analyzing the situation by geographical area, there are strong differences in expenditure between the North and the South of the country. If in the Northwest the total monthly expenditure in 2023 was 2,337 euros, in the South it reached 1,758 euros (-24.7 percent). As far as “compulsory” expenditure is concerned, however, it is the South that records the highest incidence of the latter on total expenditure in Italy. If in the Northwest and Northeast the share of the total is about 55 percent, in the South it rises to 59.4 percent. This result is attributable to the fact that the average expenditure on food in the South is unparalleled among other geographical divisions. If in monetary terms the most important average monthly expenditure in 2023 for food, bills, and fuel was recorded by households in the North – in Trentino Alto Adige with 1,462 euros, in Lombardy with 1,334 euros, and in Friuli Venezia Giulia with 1,312 euros – as mentioned above, the incidence of compulsory expenses on the total was higher in the southern regions – Calabria with 63.4 percent,  Campania with 60.8 and Basilicata with 60.2.

THIS TREND ALSO WORRIES ARTISANS AND TRADERS

Artisans and small traders live mainly on the consumption of families, in particular those who reside in the areas where these small businesses are physically located. If purchases decrease and most of them are destined to “cover” the “obligatory” expenses, it is evident that the turnover of small craft and commercial realities is also negatively affected. The crisis that has affected many artisan shops and as many neighborhood shops is certainly attributable to taxes, high rental costs, the very aggressive competition practiced by large-scale distribution and the strong expansion of online commerce, but, above all, by the decline in consumption which, unfortunately, in the last 10 years has affected the most economically fragile families and those who make up the so-called middle class.

CHRISTMAS 2024 PURCHASES PROBABLY DOWN BY A BILLION

It cannot be ruled out that, with “obligatory” spending now able to “drain” well over half of total household spending, the next Christmas purchases will slow down compared to what happened in 2023. Last year’s estimates indicate that in Italy the expenditure on gifts to put under the tree was just over 11 billion euros. This year, however, it is expected to be around 10 billion euros (-9 percent). The reasons for this contraction are to be found in the lower availability of spending by families, in the face of the economic difficulties felt in recent months, and by the fact that more and more people anticipate the purchase of Christmas gifts at the end of November, taking advantage of the discounts offered by Black Friday. (aise)

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Tiziano Thomas Dossena, Direttore Editoriale della rivista.

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