Saturday, November 23, 2024

Viaggio nel green italiano

di Noemi Troisi

L’ ”Atlante dei boschi italiani”, di Mauro Agnoletti (Laterza), spazia dal Sud al Nord della penisola, offrendo una chiave di lettura originale che integra storia e natura

Mauro Agnoletti, professore di Storia del paesaggio e Pianificazione forestale all’Università di Firenze e titolare della Cattedra Unesco sul paesaggio, ci guida nella scoperta della grande biodiversità del panorama boschivo italiano con l’“Atlante dei boschi italiani”, in libreria per Laterza. La lettura del volume è un vero e proprio viaggio in 58 schede divise per regione, alla scoperta del nostro Paese, attraverso la storia di quelli che generalmente consideriamo come luoghi dove la natura domina incontrastata, e che scopriamo essere invece frutto dell’intervento dell’uomo, delle sue esigenze (alimentari, sociali, economiche), delle sue conoscenze, della sua evoluzione.

“Il nostro patrimonio boschivo – scrive Agnoletti nel suo libro – ha valenza culturale, sociale e storica. Da questo punto di vista, in Italia non abbiamo boschi scientificamente definibili come ‘naturali’, cioè non toccati dall’uomo, bensì formazioni arbustive e arboree che nel tempo sono state tutte utilizzate per qualche scopo e che, quindi, sono parte integrante del paesaggio culturale italiano”.

I boschi italiani hanno caratteristiche uniche al mondo; gran parte della loro biodiversità è legata alla secolare influenza di attività antropiche come il pascolo, la produzione di legname, di legna da fuoco, di carbone o di alimenti. La lunga coevoluzione tra uomo e natura ha creato un binomio inscindibile. “Fin dal periodo preromano il paesaggio è stato caratterizzato da un processo di continua trasformazione dell’ambiente naturale per rispondere ai bisogni della popolazione”.

L’Atlante, aprendolo in una pagina casuale, regala sorprese e proietta il lettore nel bel mezzo di un bosco di cui fino a poco tempo prima ignorava l’esistenza. È così che si viene a conoscenza, ad esempio, dell’importanza fondamentale che la “civiltà del castagno” ha avuto, nella relazione fra gli italiani e i boschi, nel plasmare le aree verdi della penisola; oppure si scoprono curiosità boschive come quella dei Giganti della Sila, “pini larici della Riserva naturale del Fallistro sono alberi monumentali, la cui curiosità risiede non tanto nelle loro dimensioni, ma nel fatto che si trattasse di una piantagione realizzata nel seicento dai nobili della famiglia Mollo che volevano un giardino per abbellire la zona”.

Un tema che Agnoletti affronta, sia nell’introduzione sia nelle varie schede dedicate ai boschi, è quello dell’aumento dell’estensione: “L’Italia è caratterizzata da una grande varietà di formazioni boschive, ma pochi sanno che nell’ultimo secolo l’estensione dei nostri boschi è più che raddoppiata”. I boschi italiani, in controtendenza rispetto ai dati raccolti in molti Paesi, sono raddoppiati nel corso dell’ultimo secolo. Se nel 1936 coprivano un’area di territorio di poco superiore ai 5 milioni di ettari, oggi la loro estensione arriva a ben 11 milioni. Ciò nonostante, purtroppo, a essere aumentati sono i boschi di interesse dal punto di vista naturalistico, ma non della ricchezza economica. Questo accade a causa del continuo aumento dell’abbandono, che rischia di farci perdere la ricchezza di biodiversità che ci contraddistingue. “Le foreste italiane – precisa Agnoletti – possono contribuire al valore culturale e paesaggistico nazionale, visto che valgono lo 0,20% del potenziale di assorbimento di Co2. Un patrimonio forestale poco conosciuto, pur essendo identitario, il cui aspetto economico andrebbe recuperato per non perdere la biodiversità”.

A questo si aggiunge un altro tema, tra i principali del progetto dell’Atlante di Agnoletti. Le forme di tutela che oggi vengono attuate per salvaguardare i boschi italiani vanno tutte in una direzione precisa: “Conservare e ricercare il massimo grado di naturalità”. Se però teniamo presente che nessun bosco italiano può essere considerato scientificamente naturale, poiché la sua storia è stata costantemente influenzata dall’uomo, allora è palese che restano escluse dalla tutela quelle attività e caratteristiche che hanno reso il bosco un tutt’uno con le popolazioni che l’hanno abitato, gestito, sfruttato e conservato. In questo senso l’Atlante è un vero e proprio strumento di testimonianza, dato che racconta una complessità nazionale destinata a sfibrarsi e a sparire nel corso del tempo. [Almanacco della Scienza N.7, 2023]

Titolo: Atlante dei boschi italiani
Categoria: Atlante
Autore/i: Mauro Agnoletti
Editore: Laterza
Pagine: 308
Prezzo: 22,00

redazione
redazione
Tiziano Thomas Dossena, Leonardo Campanile, LindaAnn LoSchiavo, and Dominic Campanile

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