Intervista di ANNA & MARIA SCIACCA
Il regista, sceneggiatore e scrittore David Grieco inizia a lavorare nel cinema come attore in alcuni film: “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli, “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, e “Partner” di Bernardo Bertolucci; è anche autore e conduttore di trasmissioni cinematografiche come “Hollywood Party”, “Radio City Café”, “Il giornale del cinema”. Produttore di alcuni film: “Borgata America”, “Valdagno, Arizona” e dai suoi libri è regista dei film “Evilenko” e “La macchinazione”. David Grieco è anche autore del romanzo “Miracolo a New York”.
L’Idea Magazine: Come hai iniziato la carriera di sceneggiatore e regista prima di essere giornalista?
David Grieco: Allora, prima di essere giornalista facevo l’attore, da ragazzino, e facevo l’assistente alla regia e ho fatto anche il cinema sperimentale. Come attore ho lavorato in “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli, “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, sono stato suo assistente per “Medea” e per “Partner” di Bernardo Bertolucci. Ho cominciato a scrivere di cinema per il giornale “La Nazione” e poi sono entrato al giornale “L’Unità” dove sono diventato critico cinematografico e inviato culturale. Ho fatto molte pubblicità, ho scritto diverse sceneggiature e ho fatto anche il produttore. Tutte queste mie attività vanno insieme.
L’Idea Magazine: Nei film moderni che si vedono al cinema, non c’è il fascino come nella prospettiva di una via, di un lampione, la bellezza della fotografia o una storia incentrata su un personaggio con le sue emozioni, le sue vicende, cosa ne pensi?
David Grieco: L’interiorità oggi al cinema è bandita dalla velocità e anche dalla esplicitazione, là dove invece il cinema è suggestione e quindi deve esplicitare il meno possibile.
L’Idea Magazine: Scrivere una sceneggiatura e scrivere un romanzo cambia qualcosa?
David Grieco: Completamente o meglio ho scritto un romanzo nel caso del film “Evilenko”, quando ho scoperto la storia di questo cannibale Andrej Romanovic, sono andato in Russia, in realtà per fare un film, ho seguito alcune fasi del processo e l’ho conosciuto.
L’Idea Magazine: Il processo come si è risolto?
David Grieco: Questo processo si è concluso in un modo molto strano, c’è stata una prima fase dove non hanno accettato perizie psichiatriche per non dargli l’infermità mentale, però lui aveva un avvocato d’ufficio che ha trovato il coraggio per fare una richiesta d’appello. Questo personaggio viveva ai confini tra la Russia e l’Ucraina, ha ucciso e mangiato delle persone prevalentemente bambini, però possono essere anche di più perché a un certo punto ha smesso di confessare. “Evilenko” è il titolo del film, questo dà il titolo al film dal romanzo che ho scritto e che si chiama “Il comunista che mangiava i bambini” pubblicato dalla Bompiani.
L’Idea Magazine: Nel film “Evilenko” hai dato un rilievo psicologico al personaggio
David Grieco: È assolutamente questo, nel senso che appena ho saputo di questa storia, ma dai grandi giornali arrivavano notizie contradditorie, in realtà quando sono andato lì per fare un film, ho saputo che questo personaggio rappresentava meglio di chiunque altro la metafora della caduta del comunismo e quindi sono tornato indietro e non ho scritto una sceneggiatura perché ho pensato, se scrivo una sceneggiatura, prevarrà l’aspetto macelleria della storia, invece a me interessa molto di più questa seconda lettura che passa più facilmente con un romanzo che con un film per i motivi di cui parlavamo e cioè per come viene bandita una certa interiorità al cinema e invece viene accettata in letteratura. Allora ho detto, se faccio un lavoro letterario riesco a fare passare il messaggio e dopo faccio un film che è si un film sul serial killer ma è fondamentalmente un film sulla caduta del comunismo.
L’Idea Magazine: Qual è la tua opinione su questo genere di cose, nei confronti di queste persone?
David Grieco: Lui è uno schizofrenico da manuale ma è anche un personaggio di una semplicità esemplare. Da ragazzino, lui è un figlio del nemico del popolo, i nemici del popolo erano quei russi che erano stati catturati dai tedeschi e che erano stati poi dopo la presa di Berlino, liberati e mandati a casa. Molti bambini non avendo genitori, sono stati messi negli orfanotrofi, qui è cresciuto in uno di questi orfanotrofi. Da allievo è diventato capo degli insegnanti di un altro orfanotrofio, tutto questo l’ha completamente dissociato.
L’Idea Magazine: Nel cinema quali sono le storie che ti interessano, che vuoi raccontare nei tuoi film?
David Grieco: Mi attraggono i disagi psichici, mi interessa molto la malattia mentale. Ma oggi le malattie mentali sono massificate, non c’è ne accorgiamo perché comunque conduciamo una vita talmente innaturale, soltanto il fatto di avere un telefonino, pensa questo come ha cambiato il nostro modo di vivere, nel senso che attraverso il telefonino puoi avere rapporti con molte persone in una giornata e questo provoca un allargamento mentale di cui i risultati sono incalcolabili.
L’Idea Magazine: Il titolo “Evilenko” ha un significato specifico?
David Grieco: È chiaro, evil è il male in inglese e dovendo comunque inventare un nome perché la sua storia l’ho anche molto romanzata, enko è la desinenza ucraina. Considera che quasi tutti i nomi ucraini sono in enko quindi è un nome di fantasia costruito.
L’Idea Magazine: Nel film, il protagonista è l’attore Malcolm McDowell
David Grieco: Si, l’attore principale è Malcolm McDowell, anche mio amico. Grazie per questa interessante intervista.