Intervista di Tiziano Thomas Dossena
L’Idea Magazine: Ciao Serena. Tu hai pubblicato un simpatico romanzo a titolo “A cavallo verso nessuno”. La sinossi del libro asserisce: “Gli eventi della nostra vita arrivano per caso o con uno scopo preciso? È ciò che cercherà di scoprire la protagonista, istruttrice di equitazione, praticante di arti marziali e donna ai ferri corti con Dio. Una storia per tutti, profonda ma anche ironica, che ci lascia con l’animo leggero e un sorriso sulle labbra.”
Tu sei istruttrice di equitazione e praticante d’arti marziali, allora, logicamente voglio chiederti quanto ci sia di te nel romanzo…
Serena Guerra: Ovviamente c’è molto di me. Molti aneddoti riportano fatti realmente accaduti, ma soprattutto mi appartiene l’atteggiamento che la protagonista assume verso i fatti della propria vita: la sua fiducia, la volontà di capire, di non sprecare le lezioni.
L’Idea Magazine: Oltre ad essere istruttore di equitazione inglese, sei anche giudice in varie competizioni di dressage. Ma all’equitazione come ci sei arrivata?
Serena Guerra: Arrivai all’equitazione per puro caso, spinta più che altro dal desiderio di provare qualcosa di nuovo. L’amore per i cavalli, in me, non è scaturito da fantastici sogni di bambina, ma si è piuttosto sviluppato e consolidato con la conoscenza, con il contatto e con i momenti vissuti assieme.
L’Idea Magazine: Sei anche presidente dell’associazione ASD “La mezza fermata”. Puoi parlarcene un po’
Serena Guerra: Fondai “La mezza fermata” con la speranza e l’intento di riuscire a trasmettere una “buona equitazione”, basata sulla capacità del cavaliere di comprendere, interpretare e convincere il proprio cavallo. Purtroppo la realtà è molto diversa, la maggior parte delle persone vorrebbe divertirsi senza impegnarsi troppo, e si finisce che il cavallo diventa uno strumento delegato a gratificare egoismo e vanità. Questo mi ha portato ad allontanarmi dal binario più commerciale del mondo dell’equitazione, l’associazione ha raggiunto numeri sempre più ridotti, e adesso mi dedico ad insegnare solo a poche persone che manifestino un reale desiderio ad imparare e siano disposte ad investire l’impegno necessario ad un vero percorso di apprendimento.
L’Idea Magazine: Pratichi anche arti marziali, in particolare il kung fu. Che cosa ti ha portato a questo? Quanto è rilevante nella tua vita questo sport?
Serena Guerra: Definirei il kung fu, più che uno sport, una disciplina. In esso, infatti, la parte fisica e mistica si intrecciano strettamente. Proprio questo aspetto mi ha attratto e mi ha portato ad abbracciare con entusiasmo questa attività. Così come l’equitazione, essa ha avuto un grande ruolo nella mia vita, e questa importanza è dovuta al fatto che entrambe queste discipline mi hanno stimolato a sforzarmi al massimo, cercando di dare il meglio di me stessa. Tutto ciò che ci porta ad impegnarci con volontà e tenacia è importante nella vita, non fa differenza di cosa si tratti. Ciò che conta è quello che scaturisce da noi.
L’Idea Magazine: Che cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Serena Guerra: Il desiderio di condividere la mia visione della vita; perché si tratta di una visione piena di fiducia, di positività, e credo che ci sia molto bisogno di queste cose. Inoltre, c’è nel libro un invito a prenderci ciascuno la responsabilità del proprio destino, anziché delegarla sempre alla fortuna e alla sfortuna, a cercare soluzioni in altre persone. La vita è la nostra, dunque è con il nostro impegno, e non con altro, che possiamo determinarne il corso.
L’Idea Magazine: Tu hai pubblicato anche il romanzo “Orso” nel 2012. Che cosa ti ha ispirato a scrivere quel libro?
Serena Guerra: “Orso” fu un libro stampato, più che pubblicato. C’era l’intento di aiutare la causa del randagismo, e speravo in una calorosa partecipazione da parte delle associazioni animaliste. Purtroppo non fu così. Tuttavia, “Orso” resta una storia che amo molto, e prima o poi ci rimetterò le mani per trasformarla in un vero romanzo.
L’Idea Magazine: Una breve sinossi di quel libro?
Serena Guerra: Certamente. Orso è un cane. Un cucciolo come tanti, nato per strada, che come un moderno Zanna Bianca si dibatte nella giungla della crudeltà e della miseria per assurgere, infine, alla luce dell’amore. Ma Orso è anche il simbolo di una realtà troppo spesso ignorata e trascurata: quella del randagismo. La sua storia è la storia di tutti coloro che lottano per difendere le creature più indifese ed egli, come un catalizzatore di emozioni, diviene il filo conduttore verso cui convergono le storie degli “umani” che ruotano come pianeti nel cosmo della sua vita. Un’avventura a lieto fine che sa commuovere, una fiaba con l’amaro sapore della realtà ma che ci ricorda di non perdere mai la speranza.
L’Idea Magazine: Hai dei progetti particolari in lavorazione dei quali vuoi parlare?
Serena Guerra: Sto lavorando ad un manuale di equitazione, e come ho appena detto mi piacerebbe anche rimettere le mani su “Orso”. Ma sto sempre più imparando l’importanza di vivere appieno il presente, piuttosto che distrarsi pensando ad un futuro che, alla fine, chissà se verrà, e se verrà chissà come sarà veramente. Faccio un passo alla volta, cercando di rimanere concentrata, di calarmi nel momento. Fare ogni giorno il meglio che posso è il mio vero obbiettivo. Il resto verrà da sé.
L’Idea Magazine: In che modo sta influendo sulla tua creatività e la tua vita un periodo come quello in cui viviamo, con il Covd19, la quarantena e l’isolamento?
Serena Guerra: In realtà influisce abbastanza poco, dal momento che io vivo molto all’aria aperta e non ho una vera vita sociale. Mi piace stare da sola e in mezzo alla natura. Basta che mi lascino uscire di casa per fare una passeggiata in un bosco, ed io sono a posto.
L’Idea Magazine: Se dovessi definirti con tre aggettivi, quali sarebbero?
Serena Guerra: Oddio, Credo che nessuno meriti di essere definito con tre aggettivi. Tre aggettivi non bastano neppure per definire la tastiera del computer, figuriamoci una persona. Ti dirò, invece, quali potrebbero essere tre aggettivi che, in qualche modo, mi si addicono.
Onesta: detesto la menzogna, mentire mi fa star male con me stessa.
Schietta: mi piace esprimermi in modo diretto, chiaro: meglio brusca che incomprensibile.
Creativa: mi piace escogitare soluzioni, costruire cose, praticare forme d’arte.
Ecco, questi sono tre aggettivi che mi stanno bene addosso, per quanto siano ben lungi dal definirmi.
L’Idea Magazine: Sogni nel cassetto?
Serena Guerra: Non ho sogni nel cassetto. I miei sogni sono tutti fuori dal cassetto: mi piacerebbe diventare più saggia, imparare sempre meglio a vivere questa fantastica vita, che troppo spesso trasformiamo in inferno guardandola con occhi sbagliati.
L’Idea Magazine: Se tu potessi incontrare un personaggio del passato o del presente e porre qualsiasi domanda, chi sarebbe e che cosa chiederesti?
Serena Guerra: Mi piacerebbe incontrare Joseph Conrad, e passare con lui una serata in un pub di qualche porto, ascoltando racconti di vecchi lupi di mare. Credo sarebbe un’esperienza grandiosa. Per il resto, che domande fare, e a chi? Le uniche risposte che contano, sono quelle che noi stessi sappiamo darci.
L’Idea Magazine: Come passi il tempo libero?
Serena Guerra: Come ho già detto, mi piace stare a contatto con la natura: passeggiare nei boschi, in mare, in montagna, fare giardinaggio. Mi rilassa molto dedicarmi a queste attività in silenzio, da sola. Natura, solitudine e silenzio sono i miei elementi rigeneranti.
L’Idea Magazine: Un messaggio per i nostri lettori?
Serena Guerra: Spero che leggerete il libro e che, se lo leggerete vi piacerà. Spero che, se siete tristi, riuscirà a sollevarvi, che se siete annoiati riuscirà a divertirvi; e se siete scettici, che vi faccia nascere almeno qualche dubbio.