In seguito alla diffusione della pandemia da Covid-19, il governo italiano ha adottato una serie di misure a sostegno delle imprese onde evitare che il drastico calo dei ricavi – a fronte di costi non comprimibili – generasse un’ondata di default e una crisi finanziaria e industriale di sistema. Quante sarebbero state le imprese in crisi alla fine del 2020 senza gli interventi governativi? Quali sono i costi per lo Stato delle varie misure di intervento? Chi ne ha beneficiato, e qual è stata l’efficacia complessiva di queste misure? E quali le possibili alternative?
Un team di ricerca dell’Università di Padova coordinato da Amedeo Pugliese, professore del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali “Marco Fanno” e del CRIEP, ha pubblicato sul “Journal of Accounting and Public Policy” lo studio Covid-19, Corporate Survival and Public Policy: The Role of Accounting Information and Regulation in the Wake of a Systemic Crisis (autori: Bruno Buchetti, Antonio Parbonetti, Amedeo Pugliese) in cui offre una stima del numero di imprese potenzialmente in default nel 2020; quantifica e analizza l’efficacia dei principali interventi governativi nel ‘salvare’ imprese altrimenti in default, e valutaa gli effetti di potenziali meccanismi alternativi di sostegno alle imprese.
I ricercatori stimano che il numero di imprese potenzialmente in crisi alla fine del 2020, in assenza di misure pubbliche di sostegno, sarebbe stato pari a 153,681 (26% dell’universo delle società di capitali). Per effetto dei principali interventi di sostegno previsti nel corso del 2020 (cassa integrazione Covid, contributi a fondo perduto, sospensione degli ammortamenti e la possibilità di rivalutare i beni d’impresa) il numero di imprese potenzialmente in default si ridurrebbe a 110.737. Nel complesso quindi gli interventi governativi ‘salvano’ 42.944 imprese (28% delle società altrimenti in crisi), a fronte di un costo complessivo per lo Stato pari a 49,2 miliardi di euro.
Infine, lo studio offre una analisi costi-benefici simulando gli effetti di interventi alternativi a quelli proposti dal governo.
In una prima ipotesi si contempla un intervento diretto dello Stato con contributi in conto capitale per ripianare le perdite patrimoniali delle imprese in default – causa Covid-19 – al termine del 2020. Il costo complessivo per le finanze pubbliche per ‘salvare’ tutte le società (153.681) altrimenti in crisi finanziaria sarebbe stato pari a 39,7 miliardi.
Una seconda ipotesi – molto più grande per dimensioni – prevede un intervento pubblico per azzerare tutte le ‘perdite’ realizzate dalle società italiane durante il periodo pandemico: il costo complessivo della misura per lo Stato sarebbe stato di circa 93 miliardi di euro. Il valore complessivo di quest’ultimo intervento, seppure doppio rispetto al costo effettivo sostenuto dallo Stato, risulterebbe comunque molto inferiore alle risorse messe a disposizione dall’Europa nel Next Generation EU plan: 210 miliardi di euro, pari a circa il 5% del PIL italiano.
“Le crisi sistemiche improvvise impongono risposte governative tempestive che non consentono uno screening dei soggetti che beneficeranno delle risorse pubbliche”, spiega Amedeo Pugliese, coordinatore della ricerca. “Il governo italiano – seguito da tutti i principali governi europei – ha inteso favorire la continuità delle imprese e la salvaguardia dell’occupazione con interventi erga omnes. Il nostro studio offre una stima dei costi connessi agli interventi pubblici attraverso un’analisi granulare a partire dai dati finanziari di circa 600,000 società. Quest’approccio consente di valutare, oltre alla dimensione dell’intervento complessivo, anche aspetti legati all’allocazione delle risorse: dalle analisi emerge che una parte cospicua dei circa 49,2 miliardi sono stati distribuiti a imprese non necessariamente in difficoltà finanziaria; al contempo una parte rilevante delle società che costituiscono il tessuto produttivo non ha ricevuto il supporto sufficiente per scongiurare la crisi. I bilanci societari del 2020 serviranno a corroborare questi risultati preliminari”.
Lo studio, in cui viene analizzata e stimata l’efficacia di alcuni degli interventi governativi messi in atto in Italia a supporto delle imprese nel periodo immediatamente post pandemia, è stato condotto grazie al finanziamento dell’Università di Padova e alla campagna di crowdfunding a sostegno della ricerca sul Covid-19. (aise)