Niccolò van Westerhout – LIRICHE
Ingiustamente negletta era rimasta finora la produzione di musica vocale da camera che pure contrassegnò tutta la carriera di Niccolò van Westerhout. Le 30 liriche che qui si pubblicano per la prima volta in edizione moderna testimoniano della continuità compositiva in questo genere per quasi quindici anni. Le più antiche risalgono all’anno 1879 (due versioni di “Canto melanconico” sui versi rispettivamente di due poeti scapigliati, Emilio Praga e Ugo Tarchetti), quando “Niccolino” aveva 22 anni e cominciava a farsi conoscere nell’ambiente napoletano anche grazie al favore di stimati intellettuali che lo avevano scoperto. La gran parte risalgono invece all’ultimo decennio di vita, in particolare gli anni 1888-1890.
A conclusione dell’antologia di romanze da camera è stata opportunamente inserita una “Salve Regina” davvero particolare: si tratta di una pagina esplicitamente tratta dall’opera Doña Flor. Le caratteristiche di scrittura delle romanze da camera di van Westerhout sono il trattamento sillabico e per moto congiunto della melodia, l’accompagnamento strumentale delicato ed esitante, ed un’atmosfera generale introversa e pervasa di dolce malinconia.
English Version
LIRICHE (Songs for voice and piano)
Unfairly neglected has been so far the production of chamber vocal music, although prominent in the whole career of Niccolò van Westerhout.
The 30 songs published here for the first time in a modern edition testify to compositional continuity in this genre for nearly fifteen years. The oldest dates back to 1879 (two versions of “Melancholic Singing” on the verses of two scapigliati poets, Emilio Praga and Ugo Tarchetti, respectively), when “Niccolino” was twenty-two and began to become acquainted in the Neapolitan setting, also thanks to the favors of esteemed intellectuals who had discovered him. Most of them date back to the last decade of his life, especially the years 1888-1890.
At the end of the anthology of romanze da camera, a special “Salve Regina” was opportunely inserted. It is a page explicitly taken from the opera Doña Flor.
The composing characteristics of van Westerhout’s arie da camera are the syllabic treatment a delicate and hesitant instrumental accompaniment, due to a combined melody motion, and a general atmosphere that is intriguing and permeated of sweet melancholy.