Saturday, December 21, 2024

Giovanni Pascoli

Quest’anno si celebra il centenario della morte del grande poeta Giovanni Pascoli. Molti dei nostri lettori ricorderanno di avere studiato una o più poesie del Poeta e magari anche di averle imparate a memoria. Pascoli, Carducci, Leopardi e D’Annunzio, difatti, sono i capisaldi delle fondamenta della letteratura alla quale noi fummo introdotti nella nostra gioventù. Pascoli, in particolare, è ricordato per la sua esposizione poetica dell’interiorità della vita familiare ed agreste e della sua tendenza a riprendere la tematica della morte. Egli considerava, difatti, la poesia come l’unico trionfo reale contro la morte: “L’uomo alla morte deve disputare, contrastare, ritogliere quanto può… E dite voi, se il sogno più bello non è quello in cui rivive ciò che è morto”? Le sue poesie sono spesso pregnanti di malinconia e di meraviglia verso le cose del mondo, la natura che lo circonda e che l’assorbe.
La lingua pascoliana è intensamente modernizzante e rinfrescante per i suoi tempi, operando con simboli ed immagini racchiusi in frasi concise, melodiche e coinvolgenti. La sua poesia si stacca da quella di Carducci, Leopardi ed anche di D’Annunzio proprio per questo suo stile, che evita la solennità e retorica che molto spesso contraddistingue questi grandi poeti. Il suo lessico usa frequentemente termini onomatopeici e da gergo, allegorie, allitterazioni ed anafore, il tutto in uno stile sobrio, musicale e stimolante che riesce ad evocare sentimenti profondi nel lettore.
Altro aspetto interessante della sua visione della poesia è la rinuncia a parlare di sé stesso e della propria vita, caratteristica alla quale egli si attenne religiosamente, tranne nella sua poesia forse più conosciuta, “Cavallina Storna”, nella quale parla dell’assassinio del padre. Ciò non vuol dire però che manchi nelle sue poesie “l’io” poetico, tutt’altro: in esse si trova spesso una comunicazione tra il poeta, con tutte le sue emozioni più profonde, i suoi sgomenti ed i suoi entusiasmi fanciulleschi, e la natura che lo circonda, con tutte le sue piccole “cose” che la rendono importante. Come egli stesso dichiarò, “la poesia è nelle cose”.
Giovanni Pascoli fu anche autore di liriche in lingua latina, vincendo ben tredici volte il prestigioso concorso “Certamen Hoeufftianum”.
La “Fondazione Giovanni Pascoli” ha coordinato una serie di eventi culturali in tutta Italia per celebrare il Centenario Pascoliano: mostre di pittura e scultura, letture di poesie, concerti, sagre con ricostruzioni storiche e tante altre attività encomiabili mirate a ricordare al mondo l’importanza di questo grande vate della poesia italiana. Tra queste spicca la “Serata Omaggio a Pascoli”, tenuta il 10 agosto scorso presso Casa Pascoli, con la lettura straordinaria di Giancarlo Giannini e la partecipazione di soprano e tenore, accompagnati da violino e pianoforte in varie arie operistiche.
A parte questa sua funzione coordinatrice, la Fondazione ha promosso la creazione del manifesto del Centenario, realizzato da Swietlan Kraczyna, ed è diventata il polo conduttore per l’informazione di tutto quello che è stato proposto o condotto a termine in concomitanza con il Centenario.
Visitando il loro sito (www.fondazionepascoli.it), si può scoprire che la Soprintendenza Archivistica per la Toscana sta attuando la digitalizzazione e catalogazione degli oltre centomila documenti conservati nell’archivio di Giovanni e Maria Pascoli: carteggi con intellettuali del tempo, famigliari e amici, autografi della produzione letteraria e poetica del Poeta, e numerose fotografie realizzate dal Poeta, che “amava ritrarre momenti di vita e di lavoro nei campi a Castelvecchio… e in particolare gli scatti realizzati durante le visite di Giacomo Puccini”.
Con un finanziamento richiesto dal Comune di Barga per un importo di 500 mila euro, si è provveduto a un primo intervento di restauro di Casa Pascoli, con il consolidamento della parte sud dell’edificio museale e con il miglioramento dei vari locali adibiti a servizi del museo. Sempre con le stesse modalità di finanziamento è previsto un secondo intervento per un importo di 700 mila euro con il quale si realizzerà il consolidamento del lato nord dell’edificio e il restauro conservativo degli interni.
La Flying Dutchman Produzioni ha realizzato un documentario sugli ultimi anni del Poeta, che mostra la sua vita anche attraverso il rapporto con la sorella Maria: “Pascoli a Barga” racconta i diciassette anni della vita di Giovanni Pascoli a Barga, che lui definì “la patria di quasi tutta l’opera mia”. La sottosegretaria all’Istruzione Elena Ugolini ha asserito che il film “riesce ad avvicinare il poeta attraverso l’uomo e lo rende veramente contemporaneo ai ragazzi che lo stanno studiando. Non uno come loro, non uno di loro; ma un uomo che ha le stesse domande”. Il film sarà distribuito, a partire dal prossimo anno scolastico, in tutte le scuole superiori italiane.
È nato, inoltre, su iniziativa del Comune di Barga, il club delle città di Giovanni Pascoli. La rete riunirà i luoghi nei quali il Poeta ha vissuto e lavorato: San Mauro di Romagna, Urbino, Firenze, Bologna, Matera, Massa, Livorno, Messina e Pisa. Il club si “impegnerà nei prossimi anni ad organizzare incontri e convegni su Pascoli, a valorizzare con apposita segnaletica scuole e case che il poeta ha frequentato, ad utilizzare e diffondere l’ingente archivio che sarà disponibile on line alla fine del 2012”.
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha emesso 15 milioni di monete con l’effige di Pascoli. Inoltre, le Poste Italiane hanno emesso l’annullo filatelico di un francobollo autoadesivo dedicato al Poeta, che riproduce, in primo piano a destra, un ritratto di Giovanni Pascoli sul quale si sovrappongono alcuni versi della poesia “La cavalla storna”, tratti dalla bozza originale del poeta romagnolo. Completano il francobollo la leggenda “GIOVANNI PASCOLI 1855 – 1912”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,60”.

 

ALLORA.
Allora… in un tempo assai lunge
felice fui molto; non ora:
ma quanta dolcezza mi giunge
da tanta dolcezza d’allora!

Quell’anno! per anni che poi
fuggirono, che fuggiranno,
non puoi, mio pensiero, non puoi,
portare con te, che quell’anno!

Un giorno fu quello, ch’è senza
compagno ch’è senza ritorno;
la vita fu vana parvenza
sì prima sì dopo quel giorno!

Un punto!… così passeggero,
che in vero passò non raggiunto,
ma bello così, che molto ero
felice, felice, in quel punto!

 

Giovanni Agostino Placido Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855 e morì a Bologna il 6 aprile 1912. Considerato uno dei poeti più rappresentativi della letteratura italiana, Pascoli ebbe un’infanzia difficile, legata alla morte del padre Ruggero, avvenuta quando Giovanni aveva solo dodici anni, e della madre Caterina Vincenzi Allocatelli l’anno successivo. Seguirono a breve la morte della sorella Margherita e dei fratelli Luigi e Giacomo. Questi drammi non solo gli resero la vita difficile, sia materialmente sia emotivamente, ma segnarono in certo qual modo tutta la sua produzione poetica, dando loro quella sensazione di malinconia della quale le sue poesie sono famose.
Uno dei suoi professori fu Giosuè Carducci, dal quale fu raccomandato e protetto. Non assorbì, però, il suo positivismo, pur mostrando a volte l’influenza del maestro. Non partecipò ufficialmente ad alcun movimento letterario, e ciononostante la sua opera è soffusa di tematiche decadenti, rendendolo uno dei rappresentanti più importanti di questo stile letterario.
Negli anni universitari ebbe problemi finanziari che, sommati al suo avvilimento causato dalle ingiustizie della società contemporanea, lo convinsero a diventare socialista. Nel 1879 fu arrestato e ritenuto ben tre mesi in carcere prima di essere assolto e rilasciato. Questo avvenimento fu determinante e lo convinse ad evitare qualsiasi posizione politica negli anni futuri.
Completati gli studi si dedicò all’insegnamento liceale, prima a Matera, poi a Massa e quindi a Livorno. Diventato docente universitario, Pascoli fu forzato a lavorare nelle grandi città, quali Bologna, Messina e Pisa, senza mai, però, trovare un legame con esse; il suo attaccamento alla vita agreste lo rese restio ad esse, al punto da cercare sempre rifugio nella campagna.
L’instabilità della situazione politica di fine ottocento, abbinata ad una sua incapacità di creare quel “nido famigliare” che lui riteneva ottimale, lo rese ancor più pessimista e poco a poco il Poeta si lasciò andare e cadde nel vizio del bere, diventando alcolizzato. Indebolito ulteriormente dalla cirrosi epatica, causata dall’abuso di alcool, si spense a Bologna a causa di un cancro allo stomaco all’età di cinquantasei anni.

Tiziano Thomas Dossena
Tiziano Thomas Dossenahttp://tizianodossena.info
Tiziano Thomas Dossena is the Editorial Director of L’Idea Magazine. He is the author of “Caro Fantozzi” (2008), “Dona Flor, An Opera by van Westerhout” (2010), "Sunny Days and Sleepless Nights" (2016), "The World as an Impression: The Landscapes of Emilio Giuseppe Dossena" (2020), "Federico Tosti, Poeta Antiregime" (2021), and "La Danza del Colore" (2023). Dossena is the editor of A Feast of Narrative anthology series and co-editor of Rediscovered Operas Series books on librettos.

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