Wednesday, January 15, 2025

17 GENNAIO 2025 – GIORNATA DEL DIALETTO

Caro “Dialetto”,

il 17 gennaio è la giornata dedicata a te ed io ti scrivo per dirti che da ottantaquattro anni ti voglio bene! Ti voglio bene perché sei stato ”la prima lingua” che ho parlato, che ho imparato nei vicoli e nelle strade di Napoli dove sono nato e perché sei stato tu che mi hai avvicinato alla poesia aiutandomi a vedere nel creato il grande Poema scritto da Dio. Sei stato tu, caro “Dialetto”, il primo compagno dell’infanzia che mi è stata rubata dall’infame guerra voluta da alcuni esaltati, quell’infanzia non vissuta perché non la potevi vivere in una Napoli distrutta dai bombardamenti, umiliata dalla miseria e dalla fame e mortificata nel corpo e nell’anima per le migliaia di vittime dilaniate dalle bombe. Sei stato tu, primo e caro compagno che, più di ogni altra cosa, mi faceva sentire il calore e la gioia di appartenere alla grande famiglia del mio meraviglioso popolo. Ecco, di questo ancora ti ringrazio perché sei la ricchezza delle nostre radici, il cuore delle nostre famiglie, l’anima della nostra terra. E ti scrivo anche per dirti che non ho mai condiviso ciò che prevedevano funeste voci affermando che tu, linguaggio e vanto della nostra incantevole terra, ti saresti estinto entro la fine di questo secolo. Così come non condivido ciò che ha ipotizzato l’Istat in un recente studio e cioè che tutti i dialetti sono destinati ad estinguersi perché, mentre sono abbastanza diffusi su siti e blog, si usano sempre di meno in ambito famigliare. Per l’esperienza che ho dissento del tutto da tale nefasta previsione, così come ritengo esagerata la promulgazione di leggi che prevedano l’introduzione dello studio dei dialetti nelle scuole. Secondo me per salvaguardarli è sufficiente – come già in parte avviene – arricchire il programma di “lettere” con poesie di poeti dialettali scelti tra i migliori, e delle varie epoche. Ciò facendo si salverebbero non solo le parlate popolari e i termini che inevitabilmente si vanno perdendo per la naturale evoluzione di ogni lingua, ma anche le nostre splendide tradizioni culturali. Sono le poesie (in particolare) e le canzoni ”lo scrigno” dove ritroviamo vocaboli e detti della nostra storia. E poi mettiamo la parola ”fine” alle balzane proposte di qualcuno che addirittura vorrebbe sostituire i ”dialetti” alla lingua italiana. Teniamocelo ben caro il nostro italiano sia per la sua bellezza e per non vanificare il sacrificio di tanti nostri giovani che morirono per vederci tutti affratellati sotto una sola bandiera e una sola lingua che ci accomuna e ci fa sentire non campanile ma NAZIONE. Tu, dialetto mio amatissimo, devi continuare ad essere ”il gioiello di famiglia” da amare, da custodire, da difendere, da mostrare, da lasciare in eredità ai nostri figli sollecitandoli a rispettarti e amarti come ho fatto io e tanti altri che ti vogliono bene.

Felice anniversario a tutti i dialetti d’Italia!

 

A TTE,  VOCE  ‘E  ‘STA  TERRA

Voce d’’a terra mia, voce sincera,
ca saie purta’ tutte ’e penziere mieie
p’’e strade d’’a poesia,
a tte, stanotte,                                                                                                                                   io voglio dedica’ vierze d’ammore.
Pe’ tte,  parlata antica, santa, eterna,
ca tuorne ogni mumento
a nascere e a canta’
ncopp’’e vvucchelle d’’e ccriature, voce
allera e malinconica ’e stu popolo
c’ha scritto dint’’e ppagine d’’a vita
parole ’e fede, ’e libertà, ’e speranza,
pe’ tte,
cumpagna ’a cchiù carnale,
ca daie calore a tutte ’e sentimente
ca m’ardono e me scorrono int’’e vvene,
stanotte io scrivo, appassiunatamente:

te voglio bene!

Raffaele Pisani

Raffaele Pisani
Raffaele Pisanihttp://www.raffaelepisani.it/
Poeta in dialetto napoletano e saggista, Pisani ha pubblicato ben 29 libri.

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