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Enrico Fermi a Firenze

Nel 1926, quando era professore dell’Università, lo scienziato pubblicò il celebre articolo sulla ‘quantizzazione del gas perfetto monoatomico’, in cui descrisse per la prima volta il comportamento delle particelle che furono poi chiamate fermioni. A distanza di 90 anni se ne celebrano il genio e il suo legame con la città ricordando come quelle scoperte abbiano consentito di sviluppare tecnologie rivoluzionarie

Il 24 marzo 1926, quando era professore dell’Università di Firenze, Enrico Fermi inviò alla rivista tedesca Zeitschrift für Physik il suo celebre articolo sulla ‘quantizzazione del gas perfetto monoatomico’, in cui descrisse per la prima volta il comportamento delle particelle che, dopo di lui, furono chiamate ‘fermioni’. Il genio dello scienziato e il suo legame con la città sono stati celebrati oggi con l’evento ‘Enrico Fermi a Firenze. A 90 anni dal suo fondamentale contributo alla Fisica moderna’. L’incontro, organizzato presso il Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio da Università degli studi di Firenze, Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr), Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (Lens) e Pianeta Galileo, con il patrocinio del Comune di Firenze e in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, ha visto un’ampia partecipazione di pubblico, tra cui circa 300 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. I lavori si sono aperti con un minuto di silenzio in memoria delle studentesse vittime dell’incidente avvenuto in Spagna.

“Molto rimane ancora dell’insegnamento di Enrico Fermi – ha sottolineato la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi – e ancora influisce sul futuro della scienza in Italia. Nel nostro Paese esiste ‘la materia prima’, uomini e donne impegnati nei campi più avanzati della ricerca. Si tratta di dare l’attenzione opportuna alle strutture, università, laboratori, istituti di ricerca, alla luce dell’importanza sempre crescente che scienza e tecnologia assumono ogni giorno. Scienza e tecnologia sono indissolubilmente correlate. Senza conoscenza, senza ricerca di base, senza una forte struttura universitaria che ci permetta di formare scienziati e ricercatori, oltre che cittadini colti e consapevoli, e di insegnare e di propagare la conoscenza, non vedo come si possa far crescere un Paese che sia tecnologicamente attrezzato a vivere il futuro che si sta preparando dinanzi a noi”.

“Enrico Fermi ha insegnato all’Università di Firenze per due anni, dal 1924 al 1926”, ha dichiarato il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei: “Negli anni successivi, anche grazie ai suoi studi, si assiste forse alla più grande rivoluzione concettuale, dopo quelle di Galileo e Newton, al trionfo della meccanica quantistica, la meccanica del mondo atomico-molecolare, e alla penetrazione dei misteri del nocciolo più profondo della materia, il nucleo. Le intuizioni di Fermi, la sua eleganza nel disegnare formule apparentemente astratte e invece ricche di assoluta concretezza lo elevano a genio del Novecento. E l’universo digitale-informatico di oggi, che mette il mondo a portata di un clic, nasce qui a Firenze 90 anni fa, grazie agli straordinari risultati della sua ricerca, sulle ali di una formula matematica che la fisica impiega per spiegare i misteri della materia”.

“Il lavoro di Fermi a Firenze più importante è quello di una statistica quantistica di un gas di atomi che ha permesso di comprendere il comportamento di vari costituenti della materia, quali elettroni, protoni, neutroni, quarks”, ha affermato Massimo Inguscio, presidente del Cnr. “Non a caso questi mattoni fondamentali dell’Universo appartengono alla grande famiglia che chiamiamo dei ‘fermioni’. La statistica di Fermi assume un ruolo fondamentale in svariati campi, dai solidi ai superfluidi, dagli atomi alla Fisica nucleare, dalle particelle elementari all’astrofisica. E ha una ricaduta importantissima nella vita quotidiana, permettendo ad esempio di capire il comportamento dei semiconduttori che hanno permesso lo sviluppo dell’elettronica moderna. Nei laboratori sulla collina di Arcetri dove è avvenuta una delle prime realizzazioni del ‘mare di Fermi’ atomico sono tutt’ora in corso gli esperimenti del Lens, là dove ‘nuvole’ di fermioni raffreddate a pochi miliardesimi di grado sopra lo zero assoluto ci permettono di osservare le leggi fondamentali della Natura e sviluppare tecnologie rivoluzionarie. Molte ricerche condotte oggi al Cnr hanno derivazione dalle intuizioni di Fermi: la tradizione continua, arrivando alle ultime frontiere della ricerca”.

L’evento s’inserisce nel programma di un convegno internazionale dedicato proprio ai gas di fermioni ultrafreddi, in corso presso il dipartimento di Fisica e astronomia ad Arcetri.

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