“Dalì Experiences” è il titolo di una mostra che percorre le opere e l’anima del Maestro del Surrealismo, corrente pittorica e non solo che presenta al visitatore un percorso sensoriale ricco di emozioni.
Le opere sono esposte anche in punti strategici di Bologna dall’aeroporto Marconi ai Giardini Margherita, cinque posti strategici per avvicinare sempre di più l’Arte alla “gente comune”.
Precursore di un design che ha ispirato futuri pittori, scultori, deigner, francamente riesce difficile pensare che le sue opere siano datate … sembrano create ieri, si, Dalì il genio, un maestro eterno e sempre attualissimo.
La mostra contiene circa 200 opere provenienti dalla collezione di Beniamino Levi, grafica, illustrazioni, sculture, design, installazioni, gioielli, un meraviglioso iter che lascia sempre a bocca aperta, 10 opere in vetro,12 oggetti in oro,139 illustrazioni tratte da opere famose come Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol, La Divina Commedia di Dante Alighieri, Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.
Pittore, scultore, cineasta, designer, fotografo,disegnatore, sceneggiatore, in ogni forma d’arte in cui Dalì si è cimentato è stato un successo.
Si è parlato spesso della sua “paranoia” e nella mostra esiste un percorso “paranoico” forse deriva dal fatto che i suoi genitori erano convinti che fosse la reincarnazione di suo fratello Salvador, morto di meningite nove mesi prima, Dalì ne fu così colpito che pregava per ore sulla sua tomba.
Suo padre Salvador Dalì i Cusi era un avvocato e notaio dal carattere rigido, fu sua madre Felipa a incoraggiare il giovane a frequentare una scuola d’arte, la morte di sua madre di tumore fu per Dalì devastante e suo padre sposò la cognata ma questo non avvilì il ragazzo poiché adorava sua zia.
Durante la resistenza divenne molto amico di Luis Buñuel che aiutò nella scenografia del famoso film “ Un chien andalou” e del poeta Garcia Lorca, nel 1926 incontrò Picasso e Mirò che ammirava moltissimo e da cui fu influenzato, ma adorava anche Vermeer, Raffaello, Bronzino e Velázquez, in omaggio a quest’ultimo si fece crescere i baffi che sono tutt’oggi un suo “marchio di fabbrica”.
Nell’agosto del 1929 nella sua vita appare Gala (pseudonimo datole da Éluard), il suo vero nome era Elena Dimitrevna Diakonova, espatriata russa, gallerista e moglie del poeta surrealista Paul Éluard, di undici anni più vecchia di Dalì fu sua moglie per tutta la vita, grande musa, modella ed ispiratrice che sposò civilmente nel 1934.
Il Surrealismo era un movimento di cui Dalì era il grande visionario e che lentamente prendeva le distanze dal fascismo e dal nazismo, Dalì fu sempre ambiguo in proposito e alla fine fu espulso dal movimento, il maestro rispose : “ Il surrealismo sono io”.
È il periodo forse più “fortunato” di Dalì, il ricchissimo mecenate Edward James comprò moltissime sue opere come il divano che rappresentano le labbra rosse dell’attrice Mae West e il “Telefono aragosta”.
Andrè Breton e tutti i surrealisti criticarono tantissimo Dalì coniando per lui l’anagramma “ Avida Dollars ” quindi avido di dollari!
Durante la seconda guerra mondiale i coniugi Dalì vissero per otto anni in America.
Nel 1951 si trasferirono in Spagna allora governata dal Generale Franco, si avvicinò al cattolicesimo, si interessò alle scienze e alla matematica, un giovanissimo artista Andy Warhol lo considerò il primo ispiratore della sua pop art.
È affascinato dalla spirale del DNA e dopo la tragedia di Hiroshima è ammaliato dal nucleare, negli anni a venire partecipò a due pubblicità: Lanvin cioccolatini, e crea la famosa cartina dei lecca lecca Chupa Chups, precursore quindi del Food Design.
Nel 1982, Re Juan Carlos I, suo grande ammiratore, gli concede il titolo di Marchese di Púbol.
Alieno, si, Dalì sembra e dipinge un altro mondo, il suo simbolismo però è fortemente umano: gli orologi molli sono ispirati alla teoria della relatività di Einstein, l’elefante è ispirato da una scultura del Bernini che si trova a Roma , un elefante che trasporta un obelisco e che lui reinterpreta con zampe lunghissime, le zampe del desiderio … forse un desiderio di ascesa verso mete lontane, senza gravità.
L’uovo è il simbolo del prenatale, le formiche rappresentano la morte, la decadenza, la chiocciola rappresenta la mente e la locusta distruzione e paura!
Due installazioni di Visual Art a cura del gruppo creativo Loop ci mostrano un corridoio da cui scendono orologi molli, un rinoceronte, un occhio che ci scruta, l’altra invece ci propone con l’aiuto di occhialini 3D oggetti geometrici tridimensionali.
Alieno, geniale, imperscrutabile, Maestro, grazie, perché ci ha portati nel suo mondo e ci ha donato delle domande, delle sensazioni, ci ha fatto partecipi delle sue visioni!