Unico nel suo stile, la mostra dedicata a Fernando Botero nel magnifico Palazzo Pallavicini a Bologna, ha attirato tantissimi visitatori anche da altre città, questo a dimostrazione che l’arte è amatissima in Italia nonostante qualcuno asserisca il contrario.
Tornato in Colombia nel 1955 sposa Gloria Zea e comincia ad esporre le sue opere, non riceve grandi lodi al contrario molti lo criticano, Botero decide di andare in Messico dove viene influenzato dalla pittura messicana, espone in diverse città anche americane con alterne fortune.
Le sue sculture sono ammirate globalmente, in un terribile incidente muore uno dei suoi figli che lo segnerà per la vita.
Divorzia e si risposa ha problemi finanziari ma Botero cade e si rialza e la sua fama ormai è leggendaria!
La mostra bolognese conta 50 opere, tra cui disegni a tecnica mista, acquerello, sette sezioni dove lo spettatore si inebria di personaggi “ dilatati” non grassi (parole dell’autore) dove il ladro, il vescovo, la dama assumono fattezze rotonde, espanse ma mai grottesche, i colori sono tenui mai prorompenti, non c’è quasi mai ombreggiatura, gli sguardi sono persi nel vuoto, i dipinti di Botero vivono di vita propria.
Grazie Botero per averci regalato una gioiosa giornata in compagnia di personaggi reali e allo stesso tempo lontani e vicini a noi persone comuni di ogni latitudine.
Grazie alle tue nature morte senza eccessi manierismi, guardati con occhio sereno e disegnati davvero con l’occhio di un bambino … però geniale.