Ti capita di andare a teatro ed uscire pensando che hai fatto un sogno bellissimo … pizzicotti … e ti accorgi che non era un visione onirica ma la realtà di uno spettacolo unico al mondo, nel suo genere.
Victoria, suo marito l’attore e scrittore francese Jean Baptiste Thiérrée con i figli Auélia e Jaime , portano in giro per il mondo questo spettacolo fatto di silenzi, danza, suoni, musica, una scenografia minimale e allo stesso tempo ricca di suggestioni, magie e mimi¬-attori che sono anche funamboli e ginnasti.
Uno spettacolo che fa pensare a un ritorno alle origini di suo padre, quando il grande Charlot era un guitto insieme al fratellastro Sidney sui palcoscenici di terz’ordine di Londra e sobborghi.
Si succedono scene a volte parossistiche, dove Aurélia Thiérré, la padrona di casa si appropria di oggetti e con loro vive delle storie.
Il danzatore Jaime Martinez accompagna la sua dama in strane allegorie: un bosco fatto di attaccapanni e muri da cui spuntano sedie e cassetti, un museo che prende vita, un drago fatto di seggiole e cavalcato da una fanciulla che forse è una guerriera, le parole non rendono la magia a cui si assiste e si fa fatica a descrivere l’ arte poetica.
Fuori il mondo triste e grigio dà a tutti un brutto risveglio, venti di guerra e bollette da pagare, però per un’ora e dieci si sogna solo poesia e ti pare di camminare a dieci passi dal cielo.
Un ringraziamento doveroso al Teatro Bonci e a chi sceglie queste chicche tra mille programmazioni ed offerte teatrali.