Site icon L'Idea Magazine

L’oscar dei tormentoni

2016: il mitico The winner is …ha colpito ancora.

I due tormentoni che hanno preceduto e accompagnato la consegna dell’Oscar sono stati: la vittoria o meno di Leonardo di Caprio e la richiesta di boicottaggio lanciata soprattutto dal regista Spike Lee riguardo la mancata presenza di “neri”, coloured, o afroamericani che dir si voglia all’ambita statuetta.

Il presentatore di colore Chris Rock ha iniziato e rotto il ghiaccio proprio con una ironia dosata e intelligente sul caso; durante la trasmissione ancora qualche accenno polemico ma tutto sommato si sono divertiti tutti, bianchi, colorati, a strisce e a pois.

Il secondo tormentone, meno serio, era l’ennesima candidatura a Di Caprio, che nonostante tanti film e nomination era rimasto sempre deluso; i social si sono scatenati e si è detto di più, di tutto, compresi giochini animati, caricature, vignette satiriche e motti di spirito più o meno intelligenti.

I due attori  più quotati all’Oscar erano Eddie Redmayne per the “Danish Girl” e appunto Leonardo di Caprio per “The Revenant”, giovani bravissimi in due storie completamente diverse ma tratte entrambe da storie vere: la prima, drammatica, la vita del primo uomo che prova una operazione di cambio di sesso, nel 1930, al femminile sceglie lo pseudonimo di Lili Elbe, da uomo era un affermato pittore paesaggista danese: Einar Mogens Andreas Wegener, la seconda è la vera storia di Hugh Glass, esploratore e cacciatore americano, e siamo nell’epopea della ricerca dell’oro.

Meritatissime anche le altre candidature: uno strepitoso, misurato nella recitazione eppure sanguigno Bryan Cranston in “L’ultima Parola”, la vera storia dello sceneggiatore più prolifico di Hollywood Dalton Trumbo accusato di aver “insultato” il congresso per le sue idee e appartenenza al partito comunista americano. Michael Fassbender bravissimo nell’interpretazione di “Steve Jobs”. Tutte storie di persone vere, che il cinema in alcuni casi ha reso leggenda.

Il prefestival è uno spettacolo nello spettacolo e semplici fan e addetti ai lavori si sfidano nel dare voti e commenti agli outfit più eleganti o strambi.

E’ apparso di tutto, le 4 attrici protagoniste hanno scelto mise diverse: Brie Larson in Gucci per il film “Room” era in blu con tante ruche…troppe, Cate Blanchett protagonista del film “Carol” era in Armani Privè abito a sirena celeste pastello, unica ad usare questo colore di moda con piumette e strass, anche qui le piume erano troppe.

Jennifer Lawrence nel film” Joy”, sul red carpet era in nero con trasparenze ardite ma non volgari, l’abito era di Dior.

Saoirse Ronan il film era “Brooklyn”, indossava un abito verde di Calvin Klein Collection, pieno di paillette che la facevano assomigliare a squame di sirena ma senza averne il fascino.

La più elegante con il film “45 Years” è stata Charlotte Rampling, 70 anni e classe da vendere a tutte le giovani e giovanissime colleghe!

La cerimonia è stata piacevole e aveva molto ritmo, molte celebrietes hanno presentato i colleghi, alcuni con qualche scenetta, altri abbastanza convenzionali, è consuetudine che chi riceve l’Oscar l’anno prima premi i migliori attori/attrici: un passaggio di testimone.

In ogni caso una Charlize Theron in rosso fuoco Dior, ha smosso non pochi ormoni, ma non è stata la sola, Alicia Vikander ha optato per un giallo uovo con striature dorate di Louis Vuitton, molto audace l’abito di Valentino Haute Couture indossato da Olivia Wilde, lunga gamba in evidenza spacco inguinale di Rachel Mc Adams in August Getty Atelier.

Ennio Morricone

Eleganti anche gli uomini alcuni vestiti Armani altri Dolce & Gabbana, Ryan Gosling, Russel Crowe, Morgan Freeman, Marc Ruffalo, Michael Fassbender, tanti bei “ragazzi” pronti a farsi ammirare dalle signore.

Lista lunghissima di divi superstar che si dedicano al sociale oltre che al lato mondano e non so se per moda o per convinzione ai temi del politically correct.

Sono tanti temi importanti, Lady Gaga canta e suona una canzone contro la violenza sulle donne, il discorso finale di Di Caprio ammonisce che non abbiamo un altro pianeta, Sam Smith vince con la migliore canzone e la dedica al popolo LGBT, il film “Spotlight” è una denuncia spietata contro gli abusi di preti contro minori e in gran parte coperti dalla chiesa.

Il teatro Dolby di Los Angeles è stracolmo ma l’attenzione è sui vincitori delle varie sezioni che fanno del film un insieme omogeneo ed emozionante.

Fa incetta di premi il film “Mad Max Fury Road” regia di George Miller un fantasy con tantissimi effetti speciali e attori bravissimi come la Theron, Tom Hardy e tanti altri, vince per il miglior montaggio, miglior sonoro, migliore scenografia, migliori costumi, miglior trucco e acconciatura, miglior fotografia, miglior regista!

I migliori film candidati sono stati:” Il caso Spotlight” di Tom McCarty

“The big Short” di Adam McKay

“Il ponte delle spie” di Steven Spielberg

“Brooklyn” di John Crowley

“Mad Max Fury Road” di George Miller

“The Martian” di Ridley Scott

“The Revenant” di Alejandro Gonzales Inarritu

“Room” di Lenny Abrahamson.

L’Oscar ha anche dei titoli di coda spesso ignorati quindi molti premi sono andati al montaggio, al suono, al trucco, agli effetti speciali, sceneggiature, costumi, scenografia, fotografia, il cinema è una grande famiglia con grandi amori e grandi odi, eppure la sera degli Oscar i sorrisi si sprecano, i baci gli abbracci, molti sono veri e sinceri è un mondo con luci ed ombre ma forse come ogni ambiente di lavoro.

Un momento di tristezza è stato il Memoriam… dedicato agli artisti deceduti e tra questi il regista Wes Craven, il nostro Ettore Scola, il mitico dottor Spock ossia Leonard Nimoy, Alan Rickman, David Bowie e tantissimi altri.

Il miglior film straniero è stato “Son of Saul” film sull’olocausto, e i film su questo argomento non se ne fanno mai abbastanza, dell’ungherese Laszlo Nemes.

Un momento attesissimo è il premio alla miglior colonna sonora del film the “Hatefull Eight” con la regia di Quentin Tarantino e il pubblico al nome di Ennio Morricone si alza in piedi… standing ovation per il maestro che dedica la vittoria a sua moglie… un momento che resterà negli annali della cerimonia dell’Oscar.

L’apoteosi però è la nomination tanto attesa per Di Caprio… momenti spasmodici perché dopo 6 nomination sfiorate ecco che Julianne Moore annuncia l’Oscar come miglior attore protagonista a Leonardo Di Caprio che ringrazia i suoi genitori, parla del nostro pianeta di cui dobbiamo avere cura e ringrazia i nativi americani.

La serata si conclude è stata data in chiaro anche in Italia inizio alle 22.50, fine alle 7 del mattino; tutto sommato ne è valsa la pena, lo spettacolo era piacevole, la scenografia molto meno kitsch degli anni passati e poche scenette inutili o abbastanza imbarazzanti come negli anni precedenti.

The show must go on, quindi, e diciamo W il cinema che ci dà emozioni, che ci dice bugie ma anche verità.

Exit mobile version