La splendida musica di Bellini nel magnifico teatro a lui intitolato, nella sua città: una sublimazione unica. Il 4 ottobre 2013, al Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania, lo spettatore si è sentito in comunione con questo insieme d’arte immortale e ne ha subito positivamente il fascino. Merito delle note del Cigno catanese e di coloro che le hanno eseguite: il soprano Patrizia Ciofi e il tenore Gregory Kunde, due star internazionali, che quest’anno sono state insignite del prestiogioso premio “Bellini d’Oro” e che nella suddetta serata si sono anche esibiti in concerto.
La serata è stata condotta dal Presidente Montemagno affiancato dalla giornalista Caterina Andò, con un intervento del Direttore Artistico della SCAM Marco Impallomeni.
Anche quest’anno le motivazioni dei premi sono state azzeccate e coerenti con lo spirito del premio e con gli interpreti premiati, avendo sia la Ciofi che il Kunde vocalità aderenti ai canoni belliniani ed avendo praticato e praticando il repertorio del genio catanese anche nelle sue parti meno conosciute e rappresentate. Da ricordare, in particolare, l’interpretazione di Gregory Kunde in una storica edizione di “Bianca e Fernando” proprio al Bellini, nel 1991.
I due grandi interpreti, accompagnati al pianoforte dal M° Giuseppe Cinà, hanno spaziato nel repertorio belliniano, tra “Norma” e “La Sonnambula”, toccando anche due splendide arie da camera da parte della Ciofi e concludendo la serata con un ardimentoso addentrarsi insieme nel celebre duetto finale da “I Puritani”.
Patrizia Ciofi, di origine senese, impegnata in questi giorni a Parigi in una applaudita messa in scena di “Lucia di Lammermoor” di Donizetti, suo cavallo di battaglia anche nella raffinatissima e poco conosciuta edizione in francese, ha dimostrato finezza di timbro vocale e abile cura della tecnica dell’emissione nelle agilità.
Gregory Kunde, statunitense, in carriera da molti anni, non ha perso il suo smalto, soprattutto nei sovracuti leggendari, che
ancora mantiene ed esibisce, con una maturità vocale che non li ha offuscati. Impegnato adesso anche
nel ruolo verdiano di Otello, da lui prediletto insieme a quello omonimo rossiniano, ha catturato gli spettatori anche con la propria simpatia e sorridente spontaneità, non scevra da un certo spirito tecnologico d’oltreoceano, che lo porta a non utilizzare più gli spartiti cartacei, ma un bel tablet da poggiare sul leggio.
Scroscianti applausi hanno sottolineato anche la cerimonia di premiazione ed i due cantanti sono stati poi con molta sponaneità avvicinati e festeggiati dal pubblico, a mani protese e saluti da palcoscenico a platea e viceversa, in una sorridente fusione che può avvenire soprattutto in nome ed in onore dell’Arte della grande Musica.
La foto di scena e’ del fotografo Giacomo Orlando