Intervista di Gianluca Macovez
Nata in una famiglia che tanto ha dato al teatro, si è preparata con impegno per guadagnarsi in autonomia l’entrata nel mondo dello spettacolo dalla porta principale.
Ha studiato danza con passione. Per dieci anni si è dedicata al pianoforte, per poi darsi al canto lirico, studiato con Rita Patanè.
Ha frequentato la Scuola d’Arte Drammatica ‘Paolo Grassi’, seguito i corsi di recitazione e mimo con Narcisa Bonati e si è specializzata nelle Masterclass di Peter Brook e Peter Stein al Piccolo teatro di Milano.
Anche la carriera viene costruita passo per passo: inizia come aiuto regista, per poi diventare regista collaboratrice, coreografa, regista, autrice di interessanti testi che mette in scena.
Lavora accanto ad autentiche colonne del teatro contemporaneo: Carlo Battistoni, Marise Flach, Robert Carsen, Henning Brockhaus, solo per fare qualche nome.
La cifra stilistica del suo lavoro è l’intensità drammaturgica, la volontà di cercare la verità nella messa in scena, la capacità di scavare i personaggi alla ricerca di una identità nella quale gli spettatori possano ritrovare persone che hanno incontrato, o specchiare l’animo.
I consensi di pubblico e critica sono sempre più unanimi e sono stato confermati dai tanti riconoscimenti, in Italia ed all’estero, fra cui il prestigioso premio internazionale Arlex 2016 per il teatro.
Solidissimo il rapporto artistico con Brokhaus, con il quale firma, fra gli altri: ‘ La serva padrona’, ‘atto senza parole’, ‘ Traviata ‘, ‘ Lucia di Lammermoor’, ‘Macbeth’, ‘ Rigoletto’, ‘ Otello’, ‘Lohengrin’.
I due stanno lavorando insieme a Trieste ad una nuova edizione di ‘Il Castello di Barbablu’ di Bartok, per il quale hanno pensato all’inserimento di un gruppo di ballerini e mimi a tradurre in gesti e movimenti la vicenda narrata da testo e musica.
Durante la preparazione dello spettacolo, abbiamo incontrato Valentina Escobar e le abbiamo fatto una lunga intervista
L’Idea Magazine: Buongiorno signora Escobar e grazie per aver accettato di dedicarci un po’ del suo tempo. Cominciamo a conoscerla dall’inizio. Nella sua famiglia il teatro e lo spettacolo hanno sempre avuto un peso determinante. Come è stata avvicinata alla danza, dell’opera e della prosa dai suoi genitori? Hanno appoggiato la sua scelta o, conoscendo le criticità di quel mondo, hanno cercato di dissuaderla?
Valentina Escobar: Per mia madre il teatro è solo passione, per mio padre lavoro così fin da piccola quando potevo andavo con lui a vedere le prove e gli spettacoli. Il mio primo spettacolo l’ho visto alla Scala quando ero piccolissima, lui e Carlo Fontana lavoravano insieme come collaboratori strettissimi del Sovrintendente dell’epoca: Carlo Maria Badini. Un giorno mio padre decise di portarmi alle prove della storica Traviata diretta da Riccardo Muti con la regia di Liliana Cavani e protagonista Tiziana Fabbricini… da li è nato il mio amore per il Teatro, nel ‘93 mio padre in qualità di Sovrintendente del Comunale di Bologna mi ha portato con se’ in tournée a Tokyo, assistevo a tutte le prove di bellissimi spettacoli con artisti d’eccellenza quali Lamberto Puggelli, Roberto De Simone, Mirella Freni, Nicolai Ghiaurov, Leo Nucci, Luciana Serra, Fiorenza Cossotto, rimasi affascinata dalla loro splendida Arte e decisi che da grande avrei studiato per diventare anch’io una professionista dello spettacolo.
I miei genitori erano ben consci delle difficoltà, ma non mi hanno mai ostacolata nelle mie scelte forse anche perché non glielo avrei permesso. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con entrambi, ma come sappiamo esistono anche genitori egoisti che impongono le loro scelte ai figli: non lo avrei mai permesso con tutto il rispetto. I genitori danno la vita ai figli ma non hanno diritto di rovinargliela e ovviamente vale anche il contrario: sia i figli sia i genitori hanno diritto di fare le proprie scelte.
L’Idea Magazine: Ognuno ha dei ricordi speciali legati a degli spettacoli particolari. Per quel che riguarda il melodramma, quali sono quelli che le hanno fatto capire che voleva che il suo futuro fosse sul palcoscenico?
Valentina Escobar: Sicuramente la Traviata scaligera sopra citata e l’Adriana Lecouvreur che ho visto nella tournée a Tokyo con la regia di Lamberto Puggelli, la direzione d’orchestra del Maestro Roberto Abbado e protagonista Mirella Freni della quale ho sempre ammirato non solo la sua splendida voce e umanità, ma anche la capacità di entrare nell’anima dei personaggi.
L’Idea Magazine: Invece, quali gli spettacoli di prosa?
Valentina Escobar: La Tempesta di Strehler, il suo Re Lear, le sue nozze di Figaro scaligere, l’Amleto di Peter Brook.
L’Idea Magazine: La sua formazione è decisamente articolata: ha studiato danza, recitazione, canto lirico, prima di occuparsi di coreografia e regia.
Quanto è importante che un regista conosca anche le difficoltà delle varie tecniche d’espressione, ma anche le difficoltà pratiche degli interpreti?
Valentina Escobar: Penso sia molto importante ed è per questo motivo che ho deciso di studiare anche recitazione, danza e canto (non ho mai pensato di cantare, non ho la voce per farlo e non mi interessa neanche fare la cantante, ma sono convinta che un buon regista o coreografo di opera lirica debba anche conoscere molto bene sia la musica, sia le difficoltà e potenzialità dei cantanti.)
L’Idea Magazine: Autrice, regista, coreografa: in quale ambito si sente più a proprio agio?
Valentina Escobar: Nelle coreografie, ma desidero dedicarmi anche alla regia per spettacoli sia di prosa sia di lirica.
L’Idea Magazine: Nel suo curriculum ci sono incontri con autentici Maestri del Novecento. Un ruolo importante lo ha avuto il teatro di Strehler, ci parla del suo rapporto con il grande regista e con il suo lavoro?
Valentina Escobar: Il mio incontro con Strehler purtroppo per questioni anagrafiche non è mai stato diretto pur ritenendolo ovviamente un maestro indimenticabile della regia. Professionalmente l’ho conosciuto riprendendo alcuni suoi spettacoli all’inizio del mio percorso professionale con i miei Maestri suoi strettissimi collaboratori: Marise Flach e Carlo Battistoni, le sue storiche attrici Narcisa Bonati e Giulia Lazzarini. A proposito di Strehler voglio ricordare anche un altro mio Maestro suo strettissimo collaboratore per tanti anni oltre che regista: Walter Pagliaro, al quale devo tantissimo in termini artistici.
L’Idea Magazine: L’incontro con Peter Stein e Peter Brook come è accaduto?
Valentina Escobar: Con Peter Stein e Peter Brook ho avuto la fortuna di seguire una bellissima Masterclass in occasione del Festival dei Teatri d’ Europa a Milano.
L’Idea Magazine: La sintonia che ha con Brockhaus sulla scena è assoluta. Come lo ha incontrato?
Valentina Escobar: Un giorno decisi di inviare il mio curriculum a Brockhaus nella speranza di poter collaborare con lui, lavoravo già da dieci anni perché ho iniziato prestissimo: ci siamo incontrati ed è nata subito una grande intesa artistica.
L’Idea Magazine: A proposito di incontri e grandi personaggi, quali sono le figure della danza che più ammira?
Valentina Escobar: Tra quelle storiche Carla Fracci, Luciana Savignano e tra la “nuova generazione” sicuramente Roberto Bolle.
L’Idea Magazine: Ha collaborato con tanti grandi artisti. Con quali la sintonia è stata più forte ed in occasione di quali allestimenti?
Valentina Escobar: Difficile dirlo, nessuno si offenda se non viene citato per carità, sono appunto tanti ma i rapporti artistici più intensi e belli professionali li ho avuti sicuramente con Brockhaus in Italia e all’estero (Traviata, Mahagonny, Don Giovanni, Lucia di Lammermoor, Macbeth, Lohengrin), Walter Pagliaro (abbiamo collaborato per sei anni e non posso dimenticare Walkiria, Siegfried e Goetterdaemmerung) e Robert Carsen (Madre Coraggio e i suoi figli).
L’Idea Magazine: Molte delle coreografie sono legati al mondo dell’opera. Da quale autore si sente più coinvolta e su quale titolo le piace di più lavorare?
Valentina Escobar: Adoro sia Verdi, sia Donizetti, Mozart sia Rossini e Bellini. Sarei felicissima di fare Cenerentola, il Barbiere di Siviglia o il Turco in Italia! Per quanto riguarda Verdi mi piacerebbe moltissimo fare Aida, non mi annoio mai a riprendere Traviata e Macbeth. Inoltre, qualche anno fa ho preparato un nuovo allestimento del Romeo et Juliette di Gounod con Tiziano Santi e Giuseppe Palella.
Ultimamente ho scritto anche due spettacoli dedicati a due grandi Artiste storiche per avvicinare anche il pubblico più giovane alla storia della musica: uno dedicato a Maria Callas scritto partendo dai ricordi di Giovanna Lomazzi sua amica e collaboratrice di sempre e l’altro alla Freni scritto da me e la figlia ( sarò sempre grata a entrambe per avermi aperto il loro cuore e i tanti bei ricordi condivisi, il bellissimo, entusiasmante lavoro fatto insieme che ora cerco di portare avanti io compatibilmente con le attuali realtà produttive e le linee artistiche dei vari sovrintendenti o direttori artistici….non sarà facile considerando che le due grandi Artiste purtroppo non sono più vive, ma penso valga la pena trasmettere la nostra storia anche alle generazioni future pur tenendo sempre gli occhi aperti sul presente e sul futuro, ovviamente senza strumentalizzare nessuno o quanto meno provarci).
L’Idea Magazine: La sinergia fra le componenti dello spettacolo è sempre molto importante. Come si pone con i colleghi e soprattutto con il direttore d’orchestra? Mai avuto scontri importanti?
Valentina Escobar: Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tutti, basato su stima e rispetto reciproco, armonia, fondamentale per vivere bene insieme e creare Arte.
Ho sempre rispettato i direttori d’orchestra e la stessa cosa hanno fatto loro con me. Quando si rispettano i ruoli, si hanno le idee chiare, la maturità per collaborare in armonia con serietà, passione e professionalità non ci sono problemi e tutto diventa molto piacevole nonostante l’impegno. Le persone intelligenti ed equilibrate non hanno alcun motivo di mancarsi di rispetto. Se mancano rispetto reciproco ed empatia, intelligenza ed equilibrio… meglio non collaborare proprio. Mi ricorderò sempre il Grande Maestro Zubin Mehta durante una prova di Rigoletto al Maggio Musicale Fiorentino: stavo montando le coreografie, a un certo punto mi sono avvicinata a lui con grande rispetto e ammirazione, stima, gli ho chiesto se gli desse fastidio un movimento in quella battuta musicale e la sua risposta è stata bellissima, ennesima dimostrazione della sua grandezza umana e artistica-” Certo che no. Va benissimo, è musicale. Io faccio il mio lavoro lei il suo-nessun problema”. Queste sono le grandi soddisfazioni indimenticabili. Così si dovrebbe lavorare sempre.
L’Idea Magazine: La sua carriera la vede spesso fare la spola fra l’Italia ed i teatri stranieri. Ci sono differenze, soprattutto a livello organizzativo, fra queste realtà?
Valentina Escobar: All’estero c’è un grande rispetto per i professionisti cosa che purtroppo non sempre avviene in Italia. Sembra assurdo dirlo ma mentre i teatri italiani sono sempre più in crisi, in Cina e nei paesi arabi stanno crescendo nuovi e immensi, l’amore e l’interesse per l’opera lirica sta crescendo sempre di più… la dice lunga sul nostro paese che è la patria dell’Opera lirica.
L’Idea Magazine: Proprio perché l’interesse per il mondo dell’opera si sta spostando, spesso i cantanti sono stranieri, con una formazione lontana da quella europea. Per una artista come lei, che percorre vie cariche di simbologie e riferimenti raffinati, è mai stato un problema?
Valentina Escobar: Non è assolutamente un problema per me se sono bravi, seri, capaci e rispettosi. Certo l’oriente è diverso dall’occidente per tanti motivi ma le diversità non sono un problema. Pensi non solo ho lavorato benissimo anche in Korea con un cast tutto coreano, ma ho creato anche le coreografie per un ‘opera in cinese in Cina con ballerini ovviamente cinesi. Le difficoltà nella vita come in teatro nascono per essere superate e non mi spaventano affatto, anzi possono diventare uno stimolo in più.
L’Idea Magazine: Lei ha una carriera che si è sviluppata in moltissimi teatri. Ce n’è uno cui si sente più affezionata?
Valentina Escobar: Ho sempre lavorato benissimo in tutti i teatri in Italia e all’estero, ma è sempre una gioia per me tornare a Trieste perché il mio debutto nella lirica l’ho fatto tanti anni fa proprio qui con i miei due Maestri Carlo Battistoni e Marise Flach in occasione della ripresa del Così fan tutte di Strehler.
L’Idea Magazine: Un’artista che per lavoro frequenta con tanta assiduità la musica classica, cosa ascolta nel tempo libero?
Valentina Escobar: Passo dalla lirica a quella leggera, al jazz, country, new age, italiana, estera, orientale e occidentale. La musica per me è energia vitale, fonte di gioia ed emozioni.
L’Idea Magazine: Ha lavorato fianco a fianco con alcune delle colonne del teatro dell’opera. A quali si sente più legata?
Valentina Escobar: A tutti, ma ci sono incontri professionali indimenticabili: Maria Guleghina, Leo Nucci, Chriss Merritt, Zubin Metha, Gregory Kunde, Sonia Prina, Sonia Ganassi, Mariella Devia …. ce ne sono tanti altri e mi scuso con chi non nomino. Posso ritenermi fortunata.
L’Idea Magazine: Lei è l’autrice delle il Macbeth con la regia di Henning Brockhaus. Un lavoro di grandissima presa, con le streghe che diventavano la proiezione di Lady Macbeth, che era il centro dell’azione, anche grazie all’interpretazione, a Trieste, di una straordinaria Silvia Della Benetta. Chi è per lei Lady Macbeth?
Valentina Escobar: Un personaggio difficilissimo ma affascinante vocalmente. Per noi era la capa strega, una potenziale narcisista patologica che non conosce affetti, pensa solo al potere, per ottenerlo è disposta a uccidere senza scrupolo, ma poi una volta ottenuto e diventata criminale impazzisce, si rende conto della crudeltà di quanto ha fatto, vorrebbe togliersi il peccato di dosso, non ci riesce e quindi si uccide. Verdi scrive che deve avere una brutta voce perché quello che compie è brutto e io aggiungo che questa forza, carisma inquietante, culminante con la follia la deve mettere anche nel corpo. Del resto, corpo e voce, musica, sono sempre legati. È una donna apparentemente forte, smaniosa di potere, ma in realtà poi ne diventa schiava, vittima. Spesso il potere fa perdere la testa a certe persone, molte ne abusano a scapito di altri e non solo in teatro, ma anche nella vita. Mi sento quindi di dire che purtroppo è un personaggio molto attuale. Qualche mese fa un nipote ha cercato di uccidere la zia novantenne per ereditare o ci sono figli che uccidono genitori appositamente, godono della loro morte perché danno più importanza ai soldi che a tutto. Ci sono anaffettivi, squilibrati, che di fronte ai soldi e al potere diventano altre persone e spesso perdono il lume della ragione, commettendo crimini come se niente fosse.
L’Idea Magazine: Sta per andare in scena ‘ Il castello di Barbablù’ . ci anticipa qualcosa della vostra visione di questa figura così moderna ed intensa?
Valentina Escobar: Barbablù è un’opera molto affascinante ma al tempo stesso complessa, è basata sul continuo dualismo tra amore, incanto, attrazione, magia, sogno e crudeltà, violenza, dolore. Le mie coreografie sono basate sul simbolismo e su questa dicotomia, che si riscontra sia nel libretto sia nella partitura di Bartok.
L’Idea Magazine: Lei è anche drammaturga. Da poco è andato in scena ‘Maria Callas: La Divina … quando i sogni diventano realtà’ , lavoro interessante e tutt’altro che scontato, costruito su fonti di prima mano. Ci racconta qualcosa della ‘sua’ Callas?
Valentina Escobar: Ho avuto la fortuna di scrivere questo testo con la Signora Giovanna Lomazzi persona umanamente piacevolissima e grande professionista, sua amica di sempre che l’ha seguita anche in gran parte della sua carriera. Mi ha deliziata con grande competenza e umanità raccontandomi i suoi ricordi umani e artistici con lei e ha quindi dato un valore aggiunto. È stata una gioia per me poterlo scrivere con lei e fare l’anteprima a Milano. Sarebbe voluta venire a vederla, ma purtroppo la natura non l’ha permesso. Io e l’attrice Cristina Castigliola abbiamo deciso di presentarlo comunque al pubblico e dedicarglielo, tenerla con noi in una delle sue splendide fotografie con la grande Artista. Non amo mitizzare nessuno però oggettivamente la Callas è stata un mito, una grande cantante e Artista completa con un repertorio vastissimo e un’estensione vocale pazzesca. Il nostro spettacolo è basato sui ricordi della Signora Lomazzi, quindi, sono protagoniste sia Maria, ovvero la donna, sia la Callas, sia Giovanna, la sua amica di sempre, la sua ancora di salvezza umana, il suo punto di riferimento umano e artistico.
L’Idea Magazine: Lei molto sensibile a certe tematiche sociali come la violenza psicologica, anche perché ne è stata oggetto in prima persona, tanto da dover prendere delle posizioni forti su Facebook. Senza scendere troppo nel dettaglio, ci racconta qualcosa?
Valentina Escobar: Non ce l’ho con nessuno, non voglio scandali o pettegolezzi inutili , sono in pace con me stessa e con il resto del mondo, non ho nessun disturbo caratteriale o mentale per fortuna, non sono frustrata, ho solo cercato il modo migliore di difendermi in accordo con esperti perché ho ricevuto messaggi inquietanti da parte di una persona che poi ha ammesso di avere dei problemi mentali (mi dispiace se soffre per qualche motivo , ma io non posso farci niente purtroppo non sono uno psichiatra e deve curarsi con chi di competenza) dove si parla di odio, manipolazione, violenza, diffamazione, menzogna, bombe a orologeria … era tutto talmente surreale che all’inizio mi sono fatta una risata, poi però ho preferito tutelarmi e tutelare la mia reputazione umana e professionale. Tutto qui. Sono una persona e una professionista onesta, seria ed affidabile ed equilibrata, se una persona vuole avere dei rapporti umani e professionali con me, equilibrati, sani e basati sul rispetto reciproco son ben contenta, se non vuole non obbligo nessuno ne’ professionalmente ne’ umanamente (non è nel mio stile farlo) ,ma se mi arrivano minacce, vengo calunniata o diffamata, manipolata o mi accorgo di una manipolazione contro di me (non sono paranoica e neanche ingenua però ) è chiaro che mi difendo come tutti (è normale e mio diritto-dovere farlo), chiunque altro lo farebbe al mio posto. I pettegolezzi sono inutili e non mi interessano. Se dovessimo dare ascolto a tutte le cattiverie intorno a noi diventeremmo tutti paranoici, complessati e non vivremmo più. Preferisco dedicare la mia vita umana e professionale ad altro.
Non discrimino chi è malato o ha dei problemi di qualche tipo, ma è importante che si curi accuratamente per il proprio benessere e quello altrui senza danneggiare in qualche modo altre persone. Sono buona, ma se mi devo difendere, ovviamente mi difendo come tutti…
L’Idea Magazine: Lei è stata bravissima a superare la situazione anche attraverso uno spettacolo teatrale, che di fatto è un prezioso supporto per chi dovesse essere vittima di violenza psicologica. Ci parla di ‘rinasci amor’?
Valentina Escobar: Il tema della violenza psicologica è sempre troppo attuale purtroppo, l’ho subita sulla mia pelle da una persona con dei gravi problemi, come dicevo prima. È meno evidente e più difficile da dimostrare rispetto a quella fisica, ma penso sia molto importante prevenirla e parlarne, aiutare le donne a non sentirsi vittime, a reagire e rinascere così, senza fare nomi reali volutamente per non creare scandali ( non mi interessano e preferisco un mondo migliore, che tutti possano rifiorire, rinascere e trovare la pace), ho deciso di scrivere questo spettacolo “Rinasci amor…viaggio poetico e teatrale oltre la violenza psicologica “basato sul dualismo tra la crudeltà, il bisogno di giustizia e la leggerezza poetica legata al sogno di riprendersi, rinascere (gli abusi e la violenza psicologica spengono) verso relazioni sane, basate su affetto, amore, stima, rispetto reciproco.
L’Idea Magazine: Valentina Escobar e la stampa: che rapporto ha con le recensioni?
Valentina Escobar: Le leggo con grande piacere ma anche attenzione: sono io la prima a cercare di dare il meglio quindi sono anche autocritica, apprezzo le critiche se sono costruttive, mi fa sempre piacere sapere l’opinione di pubblico e giornalisti, ma dopo anni di esperienza ed essendo per fortuna anche dotata di intelligenza, capisco al volo, sia che riguardino me, sia altri colleghi, se sono utili o no, ovvero obiettive o troppo soggettive o costruite a tavolino (un collega mi raccontava perfino di aver ricevuto una critica ovviamente falsa perché riguardava uno spettacolo che non era mai andato in scena… purtroppo succede anche questo anche se raramente per fortuna). Le critiche serie scritte da esperti onesti e competenti sono sempre utili, interessanti da leggere anche per noi professionisti dello spettacolo.
L’Idea Magazine: Cosa le farebbe piacere vedere scritto di lei?
Valentina Escobar: La verità, ovvero che sono una persona e una professionista onesta, cerco sempre di fare al meglio il mio lavoro, senza far male agli altri con armonia, empatia e rispetto, serietà, competenza e passione.
L’Idea Magazine: Cosa, invece, la infastidisce?
Valentina Escobar: La stessa cosa che sicuramente dà fastidio anche a tutti i miei colleghi onesti e capaci: la tossicità di certe persone, le mancanze di rispetto nei nostri confronti, i farabutti che fanno affari bruciando i professionisti a loro non graditi per qualche strano gioco di potere o economico, cattiveria, gelosia, invidia… tutte cose che non hanno nulla a che fare con l’arte, ma se dobbiamo difenderci lo facciamo tranquillamente senza farci mettere i piedi in testa. È solo un peccato perché l’arte dovrebbe avere dei valori alti, sublimi, essere distaccata dalla corruzione e da metodi a volte perfino illegali, squallidi.
L’Idea Magazine: Ringraziandola molto per questa intervista, così sincera e carica di messaggi, ricordando ai lettori che’il Castello di Barbablù debutterà il 14 giugno al Teatro Verdi, chiudiamo chiedendole quali sono i suoi sogni?
Valentina Escobar: Sono io che ringrazio sia lei sia i lettori, vi aspetto in teatro e sogno sempre un mondo migliore, un futuro pieno di pace, armonia, amore. Musica, Arte per tutti noi.