Esiste ancora la pietà cristiana anche per i condannati all’ergastolo? In occasione della morte di Ciro Cirillo, Immacolata Jacone, la moglie di Raffaele Cutolo, dichiara nell’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno del 1 agosto: “Ci sono le prove che è stato mio marito a far liberare l’allora assessore Cirillo dalle Brigate rosse… e avrebbe potuto intervenire anche per Aldo Moro, ma poi la situazione precipitò… comunque il ringraziamento per quella disponibilità è stato il carcere duro.” Premetto che io e Cutolo non ci siamo mai conosciuti personalmente, ma l’ho conosciuto bene e siamo diventati amici attraverso il reciproco amore che ci lega alla poesia, a Napoli, alla parola di Dio. Tutto è iniziato quando agli inizi del 1990 ricevetti un suo libro di poesie. Iniziò una interessante corrispondenza epistolare riguardante soprattutto i suoi scritti poetici e il suo iniziale cammino per ritrovare la via del bene. L’aiuto veramente importante Cutolo lo ha avuto dall’amore per la sua Immacolata e dalla paterna benevolenza dell’allora vescovo di Caserta, Mons. Raffaele Nogaro, che nei vari incontri spirituali riuscì a fargli trovare la strada giusta che nel tempo gli ha permesso di riscattarsi e di riavvicinarsi a Dio. A questi “nuovi amori” ha dato la parte migliore di sé. Cominciò a leggere e a studiare i grandi poeti e gli scrittori più noti, avvertendo sempre di più il desiderio di riscattarsi e di rinascere a nuova vita. Cutolo è ancora in carcere, però è un “uomo libero” nel cuore e nel pensiero.