Ottima ripresa estiva ma il 2021 è condizionato dai primi mesi dell’anno. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio italiane presentati ieri al TTG Travel Experience 2021 di Rimini alla presenza del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, del Presidente dell’Enit Giorgio Palmucci e del Presidente di Isnart Roberto Di Vincenzo.
Nel corso dell’incontro al padiglione Enit, è stato presentato anche il protocollo siglato da Enit e Isnart-Unioncamere per l’analisi degli sviluppi economici del turismo. L’obiettivo è fornire alle istituzioni e alle imprese una lettura integrata, sempre più puntuale e previsiva, che possa consentire interventi incisivi sullo sviluppo turistico del Paese.
Secondo i dati dell’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio italiane, elaborati da Isnart-Unioncamere, i buoni risultati del periodo estivo non compensano le perdite subite da tutta la filiera del turismo a causa del sostanziale blocco delle attività di tutta la prima parte dell’anno.
I primi nove mesi hanno infatti registrato una flessione di 40 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019 e il 2021 si chiuderà con una crescita limitata al +2%.
Per alcune regioni ha pesato in particolare l’andamento delle grandi città d’arte le quali, anche nel periodo estivo, assorbono una quota importante dei flussi turistici (in media oltre un quarto delle presenze totali). In queste destinazioni, per quanto il miglioramento nei mesi estivi del 2021 sia stato notevole in termini di pernottamenti (+35% rispetto al 2020), le perdite subite in media annua sono ancora consistenti (-23%), collocando queste località ancora 60 punti percentuali al di sotto del livello del 2019.
L’estate 2021 è stata ancora notevolmente condizionata dagli effetti della pandemia sulle scelte di viaggio e turismo, con decisioni di vacanza concretizzatesi sempre più a ridosso delle partenze. Nel complesso la stagione ha fatto segnare un recupero significativo con un incremento medio dei pernottamenti di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2020. Significativo, all’interno del dato stagionale, l’andamento di giugno e luglio che ha fatto registrare una crescita molto sostenuta (+40%), per poi stabilizzarsi nel mese di agosto (+22%) e segnare una crescita più contenuta in settembre (+6%).
La domanda turistica è stata ben superiore a quella media nazionale in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno (Sicilia e Sardegna +39%; Calabria, Puglia e Campania intorno al +33%) e in alcune aree del settentrione (Veneto e Lombardia hanno fatto registrare una crescita media del 37%).
Tra giugno e settembre le imprese ricettive italiane hanno venduto in media il 58% delle camere disponibili, con un sensibile miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2020, con un picco nel mese di agosto in cui si è raggiunto in media un tasso di occupazione dell’84%. Questo andamento è stato registrato soprattutto nelle destinazioni marine e lacuali mentre si è diffuso con minore intensità nelle località montane e nelle aree rurali del Paese.
“I dati del nostro Osservatorio indicano che il recupero di attrattività turistica da parte delle grandi città d’arte resta un tema centrale per il rilancio del turismo italiano – ha sostenuto il Presidente di ISNART Roberto Di Vincenzo – anche alla luce dell’andamento registrato dalle città d’arte di minori dimensioni (quali Ravenna, Verona, Matera, Lecce, Ferrara, etc) che nel 2021 è stato positivo e in qualche caso superiore ai livelli pre-pandemia. In termini di attrattività turistica le grandi città d’arte rappresentano un asset strategico che il Paese non può permettersi di trascurare. Ne vanno quindi ripensati il posizionamento e l’organizzazione turistica per tornare in maniera sostenibile ai valori del 2019 e guardare al futuro”. (aise)