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“The world as an Impression”, La straordinaria vita dell’ artista lombardo Emilio Giuseppe Dossena.

Dedico queste righe all’ amico Tiziano Dossena che mi ha fatto scoprire la pittura del padre Giuseppe, donandomi bellezza, una bellezza di cui abbiamo tutti un grande bisogno, specialmente in questo tempo di incertezze e inquietudine.
Qualche giorno fa mi arriva un libro ordinato online.
Si tratta della straordinaria vita dell’ artista lombardo Emilio Giuseppe Dossena, padre di Tiziano Dossena, editore statunitense del giornale L’Ideamagazine che del libro ha curato l’edizione.
Titolo: “The world as an Impression” – the Landscapes of Emilio Giuseppe Dossena- edito da Ideapress.

Di Giuseppe Dossena,leggo e soprattutto vedo dipinti che abbracciano un periodo che va dagli anni ’30 agli anni ’80, in un percorso fisico formativo e interiore che si snoda tra Stati Uniti e Italia.
Libro interessante perché in esso si può percepire un segno pittorico in evoluzione.
Gli esordi di Giuseppe Dossena, infatti, se ricalcano, nell’adesione agli aspetti del paesaggio, gli studi accademici, sotto il profilo cromatico, come riporta il figlio Tiziano, nell’attenta analisi di ricomposizione artistica del padre, risentono dell’influenza di van Ghog.
Eppure è proprio il colore che già definisce una linea di demarcazione tra il bravo esecutore di precetti pittorici, imparati all’Accademia di Belle Arti di Brera, ( dove peraltro ebbe rapporti di amicizia con Sassi, Guttuso, Cantatore e Lillloni), e chi per vocazione artistica innata è votato ad andare oltre la regola, facendo quindi la differenza tra la pedissequa imitazione e l’ innovazione, l’ ardimento, la bellezza di un’opera d’arte.
Il periodo americano delle opere di Giuseppe Dossena è stato definito neo-espressionista. Nei lavori pittorici i segni cromatici, mai aggressivi, accennano a cortili,slarghi, costruzioni, metafore, per chi guarda, di luoghi visitati anche in altri spazi, rimandi a un già visto inconscio.
Quando il pittore torna in Italia verso la fine degli anni ’70, alla riproduzione di ambienti della campagna lombarda con i suoi cortili, giardini, boschetti, case sullo sfondo di una natura mossa, come scrive Tiziano Dossena, l’ osservatore avverte oltre il punto di vista dell’autore del racconto pittorico, anche i suoi stati d’animo.
Ma non solo natura rivisitata dall’ artista Dossena… nei dipinti appaiono infatti anche figure umane che in essa sembrano sciogliersi in simbiotica sintonia: Bimbi che giocano sotto gli alberi (1978), Autoritratto (1979), Albero con gente (1978).
Una sezione del libro è dedicata a “Piccoli Capolavori su Piatti” di ceramica, un esempio di arte pittorica a sfondo naturalistico o urbanistico (come nel caso delle torri gemelle, anno 1970), celebrativa di eventi personali di amici e parenti.
Anche in questo caso, Dossena non smentisce la sua padronanza del colore, capace di trasfigurare paesaggi, animali, particolari di città, in un “oltre”.
L’ ultima sezione del libro è dedicata alle parole di critici, giornalisti e scrittori che hanno avuto la fortuna di imbattersi nella pittura di Giuseppe Dossena.
Nel libro emergono parecchi altri particolari della vita di questo artista che ha lasciato un’ impronta nella storia della pittura -e non solo italiana -.
Inoltre, soprattutto le numerosi immagini pittoriche regalano, in chi le osserva più volte, sensazioni sempre diverse, come mi capita ora rivedendo “Barconi” ; olio su tela, 1967.

Marina Agostinacchio

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