di ANNA & MARIA SCIACCA
Dal romanzo di Charles Brandt “I heard you paint houses”, nello slang della mafia “house painter” significa killer, il regista Martin Scorsese ha realizzato il film “The Irishman”. Narrato in una serie di scene che vanno avanti e indietro nel tempo, “The Irishman” è un racconto crudo ed emozionante della criminalità organizzata nell’America dagli anni cinquanta al 2000. Frank Sheeran (Robert De Niro), un camionista, conosciuto tra i gangsters di Philadelphia, come l’Irlandese, inizia con piccoli lavori, diventando in seguito un sicario, commettendo crimini per il boss italo-americano Russell Bufalino, (Joe Pesci). Sheeran non conosceva ancora bene l’ambiente della mafia come alcuni italiani che venivano da posti come Brooklyn, Chicago e Detroit, un mondo in cui regole come lealtà e rispetto sono molto importanti.
Quando Bufalino introduce Frank Sheeran presso i Teamsters, Sheeran inizia a lavorare nell’International Brotherhood of Teamsters, con il fondatore e Presidente Jimmy Hoffa (Al Pacino). Nel 1967, Jimmy Hoffa viene mandato in prigione per attività illecite, per avere manipolato una giuria, tentata corruzione e frode, poi dopo alcuni anni viene rilasciato. Quando, nel 1975, Hoffa sparisce dal parcheggio di un ristorante, non si hanno più notizie di lui finché, in seguito a indagini e interrogatori, la polizia risale al boss mafioso Russell Bufalino, che dietro ad una industria nella produzione di abbigliamento risulta essere coinvolto nel racket del gioco d’azzardo, estorsione e furto. Sheeran, che concludeva molti affari con Bufalino, viene accusato di una serie di omicidi. Indagato dall’FBI, dopo anni trascorsi nelle prigioni più celebri degli Stati Uniti, Frank incontra negli anni settanta il suo avvocato e investigatore privato Charles Brandt, e gli rivela la sua responsabilità nell’ omicidio di Hoffa.
Nel film “The Irishman” intrighi politici, rivalità, agguati, sparatorie, pestaggi descrivono l’ambiente della criminalità. Tra le scene più classiche di un film gangster, gli incontri conviviali dei mafiosi in una sala riservata o in una zona appartata del ristorante, dove davanti a un piatto di spaghetti, o a una bistecchina con patate, si riuniscono per parlare di affari, associazioni o vendette che alle volte culminano in esplosive sparatorie come nella scena al ristorante da Umberto’s Clam House a Little Italy e in un negozio di barbiere.
Nel film “The Irishman” momenti di amicizia si alternano a scoppi di aggressività. Vediamo Joe Pesci e Robert De Niro che parlano in italiano, gustando un pezzo di buon pane rustico ed un bicchiere di vino rosso al tavolo di un elegante ristorante italiano, e Robert De Niro che entra in una drogheria trascinando e picchiando un commerciante da dietro il banco e poi fuori dal negozio fino al marciapiede. Nelle brillanti performances di Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Ray Romano, Bobby Cannavale, “The Irishman” è anche un racconto intimo e nostalgico dei sentimenti e conflitti che attraversano la vita nella ricerca di redenzione. Troviamo che in un film sono sempre affascinanti le scene notturne come quella in cui vediamo Robert De Niro che attraversa un’ampia strada di notte sotto le luci del ristorante italiano Villa di Roma. Prodotto da Netflix, il film presenta molte scene girate a New York e dintorni, nell’atmosfera di piacevoli canzoni vintage che rappresentano un’epoca in uno stile musicale “Doo Wop”.