INTERVISTA DI PATRIZIA DI FRANCO
La quinta edizione del “Bari Piano Festival”, nato con l’obiettivo di omaggiare il pianoforte, è cominciata con il concerto di apertura (il 21 agosto): un tributo al compositore americano Philip Glass, un cadeau per i suoi 85 anni, cadeau musicale eseguito da Dennis Russell Davies, uno dei massimi conoscitori e specialisti di Glass, da Maki Namekawa, pianista per la quale il Maestro ha desiderato comporre la recente Sonata, e dal pianista Emanuele Arciuli, Direttore della rassegna musicale. Dulcis in fundo, l’edizione 2022 ha avuto fine con il concerto di chiusura (29 agosto) di David Helbock, jazzista austriaco che ha debuttato a Bari, con un concerto tributo ai 90 del famoso compositore statunitense John Williams (vincitore di 5 premi Oscar, e, in totale, di ben 10 prestigiosi Premi internazionali nel corso della sua lunga e stimata carriera), eseguendo le sound track, le colonne sonore cinematografiche più note e quelle indimenticabili, celeberrime.
Il “Bari Piano Festival”, che gode anche del patrocinio del Conservatorio “Niccolò Piccinni di Bari”, dell'”Accademia di Musica di Pinerolo”, e della media partnership di Rai 3 Radio Classica, ha l’obiettivo di fare conoscere talenti pugliesi, grandi nomi italiani dell’universo musicale, e proporre i migliori artisti della scena internazionale e mondiale. Il Festival arrivato all’edizione 2022, è nato con il fine ben preciso di “omaggiare il pianoforte, strumento che la Puglia e l’Italia hanno onorato ed elevato fino ai vertici del concertismo internazionale”, progetto musicale di qualità e “itinerante” giacché , volutamente, ha portato la musica in quartieri e luoghi inconsueti, proprio per coinvolgere un pubblico numeroso che non ha la possibilità, anche economica (i primi due concerti erano aperti al pubblico e senza prenotazione) di ascoltare concerti in generale, o non può frequentare con assiduità le stagioni classiche sebbene ami e sia appassionato di cultura a 360°, ovvero musica, jazz, cinema, letteratura, poesia, world music, cinema. Altro, fondamentale, scopo del Festival è, come si suol dire:”fare largo agli anagraficamente giovani”, ragazzi e giovani adulti, offrire loro la chance di mostrare il loro talento, offrire spazio a musicisti emergenti o poco conosciuti, e ai sempre, e in evoluzione perenne linguaggi della contemporaneità. Originale l’idea e suggestivi i “concerti al Tramonto”. “Il Tramonto è la Musica di apertura della notte” scrisse Mehemet Murat Ildan e “poetici”, memorabili, sono altri aforismi, che ben si addicono al Festival:” C’è nel giorno, un’ora serena che si potrebbe definire assenza di rumore, è l’ora serena del crepuscolo” di Victor Hugo; tra i più belli e significativi:” Non c’è niente di più musicale che un tramonto” di Claude Debussy; e, più che aforisma, da considerare in realtà poesia, della splendida, sensibile e intelligente Alda Merini, meravigliosa creatura:” Non mettetemi accanto a chi non sa dire GRAZIE, a chi non si accorge più di un Tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo. Sono altro. Sono altrove”.
E in un altro luogo, sereno, gioioso, “paradisiaco”, un altro mondo e un’altra dimensione spazio-temporale, chiudendo gli occhi e coccolati da un piacevole vento estivo, eravamo tutti noi, estasiati e rapiti, coinvolti e attenti, durante il concerto di Filippo Gamba, il quale ha eseguito opere di: Ludwig van Beethoven:”Sonata op. 13 Patetica”; di Sergej Rachmaninov: “Preludio Op. 3 nr 2” , e Preludio Opera 32 nr 10 ; di Fryderyck Chopin: 4 Mazurche Op. 68 (la quarta rimasta incompiuta); “Notturno op. 37 n.1”; “Valzer op. 64 n.1 “; e sempre di Beethoven la bellissima e famosa :”Sonata op. 27 n.2 Al chiaro di Luna”, e al termine del recital, concerto indimenticabile, non uno bensì due bis, eseguendo brani di celeberrimi Artisti, del tedesco Robert Schumann, pianista e compositore. Personalità di spicco del Bari Piano Festival 2022, punta di diamante, tra i più grandi pianisti di fama mondiale è stato per l’appunto e resta, Filippo Gamba, la cui straordinaria esibizione, dal successo immenso, si è svolta il 25 agosto, di sera, nella magnifica cornice del Chiostro di Santa Chiara, nel caratteristico e fantasioso Borgo antico di Bari (la zona più bella, splendida, di Bari, insieme con il municipio, quartiere, Poggiofranco) .
Attivo anche in ambito cameristico, fondamentali le sue collaborazioni con il Michelangelo Quartett, Vanbugh Quartett; Gringolts Quartett, Borodin Quartett, Enrico Bonzi, Tokyo String Quartett, Frans Helmerson. Diretto da Maestri del calibro di Simon Rattle, Ivan Fisher, James Conlon, Armin Jordan, Vladimir Ashkenazy, ha eseguito magistrali esibizioni, acclamato dai suoi fans e dal pubblico innumerevole. Inoltre, ha suonato con i Berliner Sinfoniker, la Wiener Kammerorchester, la Staatskappelle di Weimar, l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, Musikkollegium di Wintethur, e della City of Birmingham, l’Orchestra di Israele, e la Camerata Academica Salzburg. Importantissima la produzione discografia, protagonista insieme a Direttori, Vladimir Ashkenazy e Camil Marinescu, facendo incidere concerti di Mozart n.11 e n.13 per la Labour of Love Records; sempre con essa sono stati incisi 3 cd solistici, un omaggio a Beethoven, Mendelssohn e Brahms, il suo preferito. Recente è l’incisione delle “Bagatelle” di Beethoven, seguite da “DavidsbuendlertanzeOp. 6 e Humoreske Po. 20 di Robert Schumann (tutte per la stessa etichetta DECCA).
FILIPPO GAMBA: Mi è piaciuta l’idea di riproporre Artisti, brani e opere, molte delle quali celeberrime e amatissime, per una serata speciale all’insegna della riscoperta degli intramontabili classici, che potremmo definire “evergreen, ricchi di poetica, suggestioni, emozioni, composizioni e brani eterni, che definirei un “bouquet di opere”.
L’IDEA MAGAZINE: Alcuni suoi aggettivi o commenti per descrivere il “Bari Piano Festival”, edizione 2022?
FILIPPO GAMBA: Sinceramente mi hanno colpito oltre che la calorosa accoglienza del pubblico, che pongo sempre al primo posto, la professionalità e precisione della macchina organizzativa, mi piace definire l’organizzazione “tradizionale”, anzi qualcosa di “antico”, mi riferisco anche agli aspetti pratici, la disponibilità e puntualità del taxi, oppure il trasferimento e la sistemazione in albergo, ad esempio, mi hanno fatto sentire coccolato ma soprattutto rispettato com’è giusto che sia per ogni artista. Purtroppo, il rispetto nel nostro ambiente in generale è diventato un tesoro prezioso e sempre più raro, così come l’umanità e l’educazione, l’empatia e la gentilezza.
FILIPPO GAMBA: Intrigante. Gran bella domanda. Sicuramente vorrei suonare e conoscere Goffredo Petrassi, compositore e didatta, diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in organo e composizione, tanti i suoi allievi, tra cui Robert Mann, Peter Maxwell Davies, Jesus Villa Rojo e l’impareggiabile, straordinario Ennio Morricone. Petrassi vincitore di numerosi premi, riconoscimenti, meritatissimi, quali ad esempio: il Prix- Premio della Fondazione Prince Pierre de Monaco a Montecarlo (per premi musicali e letterari), e il Premio Internazionale “Antonio Feltrinelli” dell'”Accademia Nazionale dei Lincei”, molte lauree Honoris Causa tra cui quella in Discipline delle Arti, Musica e Spettacoli. Vorrei conoscere e parlare con Luigi Dallapiccola, compositore, pianista, il primo in Italia ad approdare alla dodecafonia (musica seriale, una maniera di scrivere con dodici suoni anziché 7, senza alcuna gerarchia tra le note, ideata da Schoenberg, e pure da Hauer), artista e uomo ricco di spiritualità, e ideali come le sue composizioni, di entrambi apprezzavo e amo sani valori, ideali, competenze, cultura, professionalità, autenticità, e talenti; Brahms è il mio prediletto, che non mi si tolga mai Brahms! Con loro mi sarei intrattenuto in gradevolissime e interessanti conversazioni, e, chissà, magari sarei diventato loro amico fedele e per l’eternità.
FILIPPO GAMBA: Vedrei un signore di mezza età (sorride); seriamente e in tutta sincerità e franchezza, vedrei un uomo nel pieno di tutte le sue facoltà, ricco interiormente e privilegiato, mi riferisco e penso a oggi, e con speranza al futuro, per la musica, la famiglia, tutto ciò lo affermo togliendo tutto l’Ego e mettendolo da parte, perché inevitabilmente per chi svolge la nostra professione, musicisti, artisti, attori, cantanti, purtroppo tende sempre ad emergere e spesso trabocca fino all’ennesima potenza, ciascuno di noi e soprattutto nel mondo dello spettacolo e della musica dovrebbe imparare la bellezza e la rara qualità dell’umiltà, mai sentirsi arrivati, evolversi sempre dal punto di vista umano prima di tutto e poi dal punto di vista professionale.
FILIPPO GAMBA: Sono pienamente e totalmente d’accordo, tutto ciò che ha detto è pura verità, ma troppi se ne dimenticano o sono chiusi nel loro narcisismo, e che brutta fine fece Narciso… bloccati e chiusi nel loro individualismo, egoismo, nell’indifferenza e mancanza di umanità, fratellanza e sorellanza, noi tutti, musicisti e artisti specialmente, dovremmo invece essere tutto il contrario di individui vacui, fatui, senza amor proprio, dignità, onestà e umiltà, e soprattutto affetto, bene, amore, solidarietà nei confronti altrui. Sono felice quando, suonando, rendo partecipi e felici gli altri, è un dare e ricevere, è un dono di incommensurabile valore ed è reciproco. Indescrivibile l’interazione che si crea con gli altri che ascoltano con attenzione, cura, e a proposito di Platone e “medicamento” della musica, in certi casi eccezionali e inspiegabili anche per la scienza, può rappresentare la panacea di tutti i mali, c’è anche chi si è risvegliato dal coma grazie alla sua musica preferita.