Marcello De Carolis si diploma in chitarra classica al conservatorio G. da Venosa di Potenza nel 2012 con il massimo dei voti e lode. Frequenta numerosi corsi e masterclass tenute da diversi maestri tra cui: Angelo Gilardino, Luca Fabrizio, Roland Dyens, Leo Brower, Aniello Desiderio. Intraprende lo studio della chitarra battente con il maestro Francesco Loccisano.Nel 2015 fonda, insieme al maestro Luca Fabrizio, il duo “Cordaminazioni” in cui suona la Chitarra Classica e la Chitarra Battente e con il quale ha inciso il disco omonimo edito da Italysona.Nel 2017 il maestro Angelo Gilardino dedica a lui e al maestro Luca Fabrizio la composizione “Albero Solitario”per chitarra battente e chitarra classica e nel 2018 il “concerto di Matera” per chitarra battente e 10 strumenti. Entrambi i brani sono stati incisi da De Carolis e sono stati pubblicati a febbraio 2021 con l’etichetta Da Vinci Classics nel suo primo disco da solista “The Eclectic Beating – Contemporary music for chitarra battente”. Dal 2017 inizia la collaborazione con Francesco Loccisano. I due, oltre all’attività concertistica che li ha portati in tour per l’Italia, hanno già all’attivo la pubblicazione di “La chitarra battente – metodo base” edito da fingerpicking.net e il disco “Venti” edito da Italysona.
L’Idea Magazine: “The eclectic beating – Contemporary music for chitarra battente” è il tuo album di debutto da solista. A cosa miri con questo album?
Marcello De Carolis: In questo album molto eterogeneo ho voluto mostrare le numerose possibilità della chitarra battente. Per secoli costretta ad essere uno strumento designato per il solo accompagnamento al canto; ho “sposato” la causa di Francesco Loccisano che ha creato uno stile del tutto personale facendola diventare uno strumento solista.
Così la mia sfida è stata quella di rapportare la chitarra battente a diversi generi musicali affidandomi alle composizioni di diversi compositori: parto dalle prime composizioni di musica colta per chitarra battente di Angelo Gilardino (il “Concerto di Matera” e “Albero solitario”); due brani che rappresentano l’animo di Francesco Loccisano (Clizia e Argento); una mia trascrizione di Spain di Chick Corea aprendo la chitarra battente al jazz; e chiudo il disco con un mio brano, Gocce, una semplice composizione ispirata alla musica popolare sviluppata in un ritmo dispari che difficilmente si trova nella musica popolare italiana.
Inoltre ho portato la chitarra battente a dialogare alla pari con uno strumentario classico nel Concerto di Matera (quintetto d’archi e quintetto di fiati); la chitarra classica in Albero Solitario; cajon e ukubass in Argento e Gocce; chitarra classica, cajon, ukubass e flauto in Spain. Ma anche la potenzialità della chitarra battente sola in Clizia. Per questi dialoghi musicali ringrazio i musicisti che mi hanno accompagnato: l’ensemble diretto dal maestro Tonino Battista, Luca Fabrizio, Luciano Brancati e Domenico Picciani.
Marcello De Carolis: La chitarra battente è sopravvissuta fino ai nostri giorni per essere diventato uno strumento popolare. In Italia fino al 1900 era la chitarra Italiana conosciuta da tutti, mentre la chitarra classica era definita “la chitarra francese” e le altre chitarre erano poco conosciute. In seguito, con la globalizzazione, la difficoltà di costruzione della chitarra battente e la difficoltà di comporre per questo strumento, ha rischiato di scomparire.
Da qui sono certo della presenza della chitarra battente anche nella mia regione, la Basilicata. E il suono della chitarra battente ha richiamato in me radici arcaiche, insite dentro me come dentro ad ogni lucano, così come in ogni Italiano.
Infatti le prime differenze che saltano all’occhio sono che è più piccola, ha il fondo bombato a doghe e ha 10 corde metalliche. Le corde sono raggruppate per cori (a due a due sono vicine tra di loro e si schiacciano con la mano sinistra e si pizzicano con la destra contemporaneamente). I cori sono accordati all’unisono e a differenza della chitarra classica l’accordatura è rientrante. Quindi il coro più grave è il terzo, quello centrale, e non ha le corde basse.
Da questa differenza di accordatura nascono le prime differenze dal punto di vista esecutivo: la gestione di diteggiature sia per la mano sinistra che per la destra è completamente diverso e pensare anche una semplice scala per cercare di sfruttare l’accordatura rientrante fa si che l’approccio mentale allo strumento sia totalmente diverso. Inoltre la battente si esprime molto bene nello strumming quindi le tecniche della mano destra sono molte di più rispetto alla chitarra classica.
Paradossalmente non sono stato io a scegliere la chitarra battente ma è stata lei a scegliere me. Dai primi giorni in cui ho avuto la mia prima chitarra battente tra le mani ho sentito un forte legame che mi ha spinto e continua a spronarmi ad andare avanti e a scoprire sempre più su questo magico strumento. Quindi è stato naturale per me esordire da solista con un disco per chitarra battente.
Marcello De Carolis: Si, mi sento davvero onorato ad essere arrivato a collaborare con un mio insegnante. Luca oltre ad essere il mio insegnante che ha svoltato la mia visione musicale e strumentale, è diventato mio amico e confidente. Mi sento suo allievo ancora oggi. Infatti prima di registrare qualcosa, una lezione di rifinitura con lui non manca mai.
In realtà ci sono voluti più di tre anni, ma comunque per me è un grande onore.
Nel nostro duo Cordaminazioni io suono la chitarra classica e la chitarra battente mentre Luca suona la chitarra classica, il mandolino, la mandola, il cuatro, il charango e il cavaquinho. Quindi contaminiamo gli strumenti del sud Italia e del sud America. La nostra è una contaminazione di culture, di sud del mondo, di musica che nasce dal popolo, il tutto legato da fili sottili, sottilissimi, le corde appunto. Da qui il nostro nome di “Cordaminazioni”.
Nel nostro primo disco che si chiama come il nostro duo, Cordaminazioni, abbiamo voluto raccontare cosa succede nei nostri concerti. E passando dagli strumenti del sud Italia a quelli del sud America, contaminiamo anche le musiche di queste due culture che si fondono tra musica colta e musica popolare. Così spaziamo da composizioni di Antonio Lauro e Waldir Azevedo a quelle di Francesco Loccisano, Eugenio Bennato, Raffaele Calace in uno spaccato di storie, miti e musiche che raccontano storie di sud.
L’Idea Magazine: Nel 2017 hai iniziato una collaborazione con Francesco Loccisano, anch’egli tuo ex insegnante. Con lui hai scritto il libro “La chitarra battente – metodo base” edito da fingerpicking.net, e prodotto un disco, “Venti” edito da Italysona. Puoi parlarci un poco di questa collaborazione?
Marcello De Carolis: Francesco è stata la persona che mi ha aperto al mondo della chitarra battente. Il nostro è stato un rapporto “indefinito”, non ci siamo mai visti come maestro ed allievo, ma due persone unite dalla passione comune della chitarra battente.
Non esiste un momento preciso in cui è iniziata la nostra collaborazione, ma da subito si è creato uno scambio con un solo proposito: l’arte della Chitarra Battente.
All’inizio ci sembrava impossibile far dialogare due strumenti solisti, ma il suono del duo ha preso subito forma ed unicità nel momento in cui la creatività e l’espressione sono diventate complici.
Così abbiamo deciso di provare a trasmettere l’arte della chitarra battente a chi si approccia per la prima volta al mondo della musica. Abbiamo così scritto “La chitarra battente – metodo base” edito da fingerpicking.net per creare un punto di riferimento per tutti coloro che si approcciano alla musica per la prima volta e lo vogliono fare con la chitarra battente.
E dal 2020 per il nostro duo è scattata quasi automaticamente la registrazione del disco Venti, una sorta di “The best of” dei brani di Francesco Loccisano che ho prima studiato con lui per imparare le varie tecniche della chitarra battente e che poi insieme abbiamo ri-arrangiato per due chitarre battenti per dare una nuova potenza evocativa e sonora alla musica di Francesco ed alla chitarra battente.
Marcello De Carolis: Non mi sento ancora un vero e proprio compositore. Ad oggi ho scritto ancora pochi brani, uno di questi è Gocce che ho deciso di inserire nel mio disco. In questo brano ho una visione un po’ “distorta” della chitarra battente: partire dall’ispirazione di matrice popolare distorcendola verso un tempo dispari insolito per la musica popolare del sud Italia.
Le mie ispirazioni sono davvero tante ed in questo disco ho in qualche modo voluto mostrarmi per ciò che sono: un amante della musica di tutti i tipi, dalla musica classica, alla contemporanea, dalla musica di tradizione al pop e al jazz. Quindi prendo ispirazione dalla musica che ascolto ma anche dai musicisti con cui collaboro ed in particolare da Francesco Loccisano, Luca Fabrizio e Raffaello Simeoni. E di certo viaggi, concerti e le emozioni che riporto a casa dopo ogni esperienza musicale sono la prima ispirazione per me.
Marcello De Carolis: Al momento i progetti futuri sono tanti. Quello in lavorazione e che di sicuro avverrà al più presto è un nuovo disco, questa volta più omogeneo, che raccolga le nuove composizioni di chitarra battente. Dalla strada aperta dal maestro Gilardino, molti sono i compositori colti che si stanno dedicando alla scrittura per chitarra battente. Quindi sarà un disco di musica colta per chitarra battente sola e ci saranno le composizioni di: Kevin Swierkosz-Lenart, Franco Cavallone, Edoardo Dadone, Alfredo Franco, Pierpaolo Palazzo, Roberto Piana, Oscar Bellomo, Massimo Ceccarelli e ancora Angelo Gilardino.
L’Idea Magazine: Sogni nel cassetto?
Marcello De Carolis: Di sicuro il mio sogno più grande è quello di portare la chitarra battente in tutto il mondo per far conoscere ed ascoltare il suo suono magico. La chitarra battente porta con sé la cultura popolare ricca di magia e stregoneria, quindi riesce a stregare chiunque la ascolti con il suo suono ricco di armonici e il suo danzare che porta in trance i musicisti e il pubblico che ascolta la sua musica.
L’Idea Magazine: Se tu avessi l’opportunità di incontrare un personaggio del passato o del presente, qualsiasi personaggio che tu desideri, chi sarebbe e di che cosa parleresti con lui, o lei?
Marcello De Carolis: Di sicuro, come probabilmente ogni chitarrista, sogno di poter incontrare il grande maestro Andrés Segovia, ispirazione mia e di ogni chitarrista. Mi piacerebbe parlare e discutere con lui su come abbia fatto a portare la chitarra classica nel mondo, creando un nuovo mondo per uno strumento che per secoli era stato visto come uno “strumento inferiore”. Gli chiederei se ha sofferto nell’eliminare le barriere mentali e culturali del tempo e come sia riuscito a farsi apprezzare ed incoronare come il più grande chitarrista del novecento.
L’Idea Magazine: Ser tu potessi definirti con tre aggettivi, quali sarebbero e perché?
Marcello De Carolis: Non amo “etichettare” e quindi farlo su di me diventa ancora più difficile. Descrivermi in tre aggettivi è davvero difficile e complicato per me.
Sono una persona eclettica in quanto mi interesso di vari aspetti ed in vari campi (non a caso questo disco è molto eterogeneo e l’aggettivo eclettico è presente nel titolo).
Testardo, fin da piccolo quando mi prefissavo un obiettivo ho sempre cercato di portarlo a termine ponderando tutte le mie mosse come in una partita a scacchi, sempre nel rispetto delle regole e del prossimo.
Infine credo che sostanzialmente sono un sognatore. Sogno la bellezza, il bene e l’arte e spesso mi dimentico la realtà delle cose, ma questa è forse anche la forza che mi permette quotidianamente di fare musica e di abbracciare le mie chitarre appena sveglio al mattino fino alla sera prima di andare a dormire. Insomma, come amiamo definirci con Francesco Loccisano, siamo “sognatori di chitarra battente”.
Marcello De Carolis: Il compositore per chitarra che di sicuro mi affascina di più è Angelo Gilardino e sono davvero felice che abbia deciso di scrivere per chitarra battente e che abbia voluto dedicarmi le sue composizioni. La musica di Gilardino è profonda e scava nell’anima dell’esecutore e dell’ascoltatore, non cade mai in semplice e banale esibizionismo o tecnicismo, ma il tutto è sempre ben ponderato.
La sua musica è come un’opera architettonica di dimensioni imponenti con alle spalle uno studio ed un calcolo magistrale, ma chi la costruisce e chi la ammira ne può apprezzare in primis e soprattutto la bellezza restandone affascinato ed incantato.
L’Idea Magazine: Un messaggio per i nostri lettori?
Marcello De Carolis: Auguro a tutti i lettori di L’Idea Magazine innanzitutto di restare sani in questo periodo difficile per tutto il mondo, stringere i denti per poterci rialzare tutti insieme da questa pandemia e ripartire tutti insieme con l’arte che ci supporta e magari diventando tutti “sognatori di chitarra battente”.
Per ascoltare vari concerti e performance di Marcello De Carolis, visitate il suo sito (cliccate qui)